DARYA UCCISA TRE VOLTE: DALL’ATTENTATO, DALLA STAMPA, DALLA POLITICA, MA SALVATA DALL’AMORE DI SUO PADRE!
DARYA E SUO PADRE: QUANDO L’AMORE VINCE UN ATTENTATO TERRORISTICO!
Una terribile esplosione squarcia la notte alla periferia ad ovest di Mosca, ci troviamo nei pressi del villaggio di Bokshiye Vyazemy. Alla guida della Toyota Landr Cruiser fatta a pezzi dalla deflagrazione di un ordigno esplosivo comandato a distanza e piazzato sotto al sedile del conducente, è una giovane ventinovenne: Darya Dugina, che aveva partecipato ad un convegno sul tema della ‘tradizione’ cui era stato invitato ad intervenire il papà, il politologo e filosofo Alexandr Dugin.
Quella sera padre e figlia, alla fine del convegno ove cui sono state scattate diverse fotografie felici assieme, avrebbero deciso di percorrere un tratto di strada con la Toyota, dopodiché, Darya avrebbe proseguito da sola verso la capitale ed il padre sarebbe salito su una seconda vettura.
La bomba, sembra fosse destinata al papà di Darya ma il cielo ha voluto che l’uomo scampasse all’attentato mentre la figlia ne è stata travolta sotto i suoi occhi. Dugin, ha subito raggiunto il veicolo in fiamme schiantato contro una barriera ed in cui bruciava il corpo di sua figlia, ma al sopraggiungere dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine non c’era più nulla da fare, ed inoltre, l’esplosione è stata potentissima per cui nulla avrebbe potuto salvare la ragazza.
Darya era una bellissima giovane, laureata alla facoltà di Filosofia dell’Università statale di Mosca, e a differenza del padre che per i suoi trascorsi non era ben visto in Russia né tantomeno era un ideologo di Putin come hanno monopolizzato le testate giornalistiche occidentali ed ucraine per speculazione, era ammirata per l’impegno dimostrato nel sociale. Darya, infatti, era una fervida attivista per il suo Paese e aveva cominciato a collaborare a sostegno della Russia all’estero anche in ambienti come la televisione ‘Russia Today’, e la sua opera di attivismo si era intensificata soprattutto dopo l’inizio dell’operazione speciale di Vladimir Putin in Ucraina. Aveva un sito su Telegram in cui riportava osservazioni e notizie, una giovane donna sveglia e partecipe alla geopolitica internazionale. Tuttavia a discapito delle critiche di convenienza, era una ragazza capace, ferma, intelligente, gli occhi da cerbiatto luminosi ed accesi, la pelle diafana di chi ha voglia di vivere a tatto le circostanze, toccare le tradizioni del mondo e le esperienze anziché poltrire in casa davanti alla televisione. Seguiva le orme del padre, aveva ereditato da lui parte delle visioni politiche e filosofiche, benchè avesse uno spigliato carisma e personalità che le permettevano di osare scenari personali, nuove osservazioni, diverse da quelle del genitore ma equidistanti da esse.
Darya si è spenta dopo una giornata trascorsa con il padre Dugin, il quale, la ha vista svanire come un soffio d’argento nella coltre di fuoco e sotto i suoi occhi; ed è orribile pensare quanto possa essere doloroso per un genitore il funerale di una giovane figlia che aveva tutto il futuro davanti. Avrà pensato che doveva esserci lui al posto di Darya, lui, che aveva una certa età e che le esperienze nella vita le aveva già toccate… mentre sua figlia, no.
A dispetto delle cattiverie fuori luogo urlate su Dugin dalla stampa, nel tentativo di macchiare l’onorabilità della Russia servendosi di lui e della sua filosofia, tengo invece a porgere le mie condoglianze a questo padre e, se può servire a lenire la ferita aperta, egli sappia che Darya ha potuto avere tante cose dalla vita proprio grazie al padre di cui ha seguito le orme fino alla fine. La passione ereditata per la filosofia e la voglia curiosa di esserci, documentare, conoscere, ha reso giustizia a questa donna che è andata via probabilmente con nel cuore il ricordo dei momenti passati con il suo papà ed i pensieri del successo della conferenza ove lo aveva potuto ascoltare esprimersi davanti al pubblico. Le fotografie scattate insieme, i sorrisi, tutto è a sostegno di questo padre nell’amore che provava per sua figlia ed è per questo che nessuno può permettersi di speculare nulla, né tantomeno ci si deve colpevolizzare per ciò che è accaduto.
Non è colpa di Alexandr Dugin se Darya non c’è più! I responsabili sono coloro che hanno infranto l’amore di un padre per sua figlia e viceversa, coloro che per ritorsione politica si divertono a piazzare le bombe che distruggono le famiglie, senza cura per la vita; i responsabili sono i mandanti che hanno voluto terrorizzare la Russia, e responsabili sono anche coloro che hanno ucciso una seconda volta Darya attraverso la stampa e la speculazione diramando falsità di ogni risma pur di ottenere visibilità per se stessi e per i propri scopi.
Ma ne parlerò in un documento a parte perché dedico invece questo articolo a Darya e ad Alexandr Dugin. Le ideologie non sono rilevanti in questo contesto e possono umanamente essere messe da parte come forma di rispetto. L’umanità consiste nel comprendere quelle vibrazioni sottili che possono unirci nella solidarietà, soprattutto in momenti in cui la vita è più importante e supera qualsiasi screzio, anche il più terribile. Gli italiani ricordano bene le vicende di Aldo Moro, Falcone e Borsellino, proprio per questa ragione dovremmo essere i primi a comprendere ma evidentemente, non ne siamo capaci e quindi non abbiamo imparato nulla dalle esperienze terribili che hanno coinvolto grandi uomini con la loro scorta.
Davanti alla morte ci si ferma, ci si deve fermare, perché se non lo si fa si rischia di sgretolare l’essere umano e di trasformarlo in quel cyborg di cui tutti abbiamo paura. E’ ciò che stiamo combattendo, il mondo corrotto, interessato, speculativo, virtuale al punto che non ci si ‘tocca più’ neanche umanamente.
Ed invece Darya era umana, amava toccare, guardare, scoprire, esporsi, lottare, ridere, andare oltre lo schermo virtuale. Questo le permetteva di viversi suo padre come molti giovani oggi non fanno, inebetiti dalla tecnologia. Darya la sapeva usare bene la tecnologia, sapeva quando farne a meno e quando dedicarsi agli affetti.
Quel pezzo di strada condiviso con suo padre prima di morire, quella voglia di stare con lui prima di tornare a casa da sola, quella decisione di viaggiare fianco a fianco anche solo per qualche minuto di tragitto, è la prova d’amore più grande di questa triste storia. Ed è per questo che gli attentatori non possono gioire, è per questo atto d’amore urlato quella notte in auto che Darya e Alexandr Dugin, hanno vinto!
22 AGOSTO 2022 – PMS – QRL – REDAZIONE DI QUI RADIO LONDRA CHANNEL
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