CHI, HA INVENTATO COSA ?
IL “SOLE NERO” DI HITLER E LA GEOINGEGNERIA CLIMATICA. CHI, HA INVENTATO COSA?
– di Paola Mora
Se pensiamo che gli americani siano tanto brillanti da produrre le invenzioni più all’avanguardia del pianeta, ci sbagliamo. Molto spesso hanno copiato qualcun altro, nella presunzione di spacciarsi per menti creative. L’America non è forse mai stata particolarmente brillante, ed è per questo che ha avuto necessità di inventarsi una Hollywood che le facesse luce, che colmasse le lacune culturali rispetto a luoghi del mondo più operosi nel determinare i cardini della letteratura, scienza, arte, le cime della creatività più spettacolare dal punto di vista storico, sociale ed umano; qualcosa che facesse credere a tutti, attraverso i film, all’America considerata nella chiave ottica psicologica di “potenza più temibile al mondo”, con le armi migliori, l’intelligence migliore, il format a stelle e strisce che conta, nel cast globalista. Ecco perché, sono arrivati anche i fumetti ed i supereroi a dipingere l’America come ‘eroina che lotta contro le ingiustizie’, ed il mantello nero di Batman si è speso a Gotham City ad edulcorare la realtà dei fatti. Tutto falso. Hanno spacciato pellicole per realtà, ed anche lo sbarco sulla Luna rischia di rivelarsi uno dei tanti “film dell’ultimo minuto”, allestito con fretta per illudere, in questo caso, d’essere arrivati prima della Russia da qualche parte!
È la stessa Hollywood degli effetti speciali, in effetti, che oggi li ispira tramite la tecnica del “green-screen” spopolato sui social network, mentre, al medesimo tempo, le intelligence militari ne posseggono le versioni più avanzate e possono fingere che i propri pupazzi politici siano in un luogo, e non in un altro. Si tratta di una mistificazione continua della realtà, all’insaputa del cittadino. Noi comuni mortali siamo numeri e spettatori che gli USA trascinano sulle poltroncine rosse del cinema per incassare al botteghino. L’America ha sofferto da sempre il confronto con altre civiltà e tentato di oscurarle, al punto da soprannominare “Terzo mondo”, le realtà più incomprese e a contatto con la natura, quelle più ricche di risorse, decimate con le guerre (unica risorsa per impedirne il progresso, derubarle, e cancellare di volta in volta i propri debiti attraverso la svendita). Washington si è arricchita prevalentemente con le armi, laddove altri ci sono riusciti più onestamente valorizzando risorse, commercio, agricoltura, cultura, abilità individuali e collettive, operosità, per poi essere spazzati via metodicamente e militarmente al segnale della torcia che è retta in mano dalla Statua della Libertà. L’America si è cibata di noi, approfittando della generosità. Siamo stati vittime delle scorribande, o martiri immolati sulla scia degli “inviti” americani ai politici mondiali che si sono tradotti – a seconda delle reazioni e dei casi – in offerte corpulente, trattative di annichilimento delle patrie, avvenute sventolandogli banconote insanguinate davanti al naso o attraverso “morti misteriose” al momento giusto, quando gli americani delle élite miliardarie non hanno trovato appoggio da parte di chi, anche tra le loro stesse fila, era sì ambizioso ma non corruttibile.
Così funzionò anche il processo di Norimberga, da cui il “nuovo continente”, invidioso delle culture mondiali storiche e radicate nell’antichità, attinse prestigio avvalendosi dei criminali di matrice nazista graziandoli dalle condanne a morte. Senza entrare nei particolari, è interessante soffermarsi sulla figura del barone Wernher von Braun, lontano parente di quella Eva Braun che fu presa in moglie da Adolf Hitler.
L’ingegnere e ricercatore tedesco, naturalizzato statunitense, è una delle principali figure nello sviluppo della missilistica nella Germania nazista, il quale, realizzò tra il 1942 e il 1943 i razzi V2 (nome inventato da Joseph Goebbels), con cui venne colpita Londra durante la guerra. Essi, furono realizzati nel campo di concentramento di Mittelbau Dora da prigionieri di guerra usati come manodopera, in una fabbrica controllata dalla SS. In un episodio increscioso, alcuni prigionieri vennero uccisi spietatamente per aver tentato di sabotare il progetto, e von Braun stesso, si vergognò per l’accaduto. Le conoscenze scientifiche di von Braun, dopo la guerra e con la sconfitta di Hitler, gli salvarono però la vita e furono corteggiate dagli Stati Uniti che “scelsero” il genio nazista per i propri progetti militari: l’”Operazione Paperclip”, fino ad assimilarlo nel progetto “NASA”.
Quello che sfugge ai più, è che Wernher von Braun lavorò anche per la Walt Disney come direttore tecnico. ‘Man in Space’, fu la sua prima creatura cinematografica, ed è facile intuire quanto il mondo del cinema e delle ‘starlette’ abbia potuto più volte intrecciarsi e concatenarsi negli anni con gli ambiti militari. È anche vero però, che il nazista Braun, è stato secondo alcuni analisti molto sopravvalutato nelle narrazioni storiche che lo riguardano perché, pur presentandosi come un ottimo manager, non sarebbe mai stato in grado davvero di portare a termine i più noti progetti missilistici. In un articolo del giornale “Il Corriere della Sera” del 2019, l’autore rivela che, quando gli americani aprirono le porte dei loro laboratori al signor Braun, egli pretese che assieme a lui emigrassero verso gli USA 120 persone, ovvero, l’intero staff. Da questi ed altri particolari nacque lo scetticismo dello studioso tedesco Christopher Lauer, il quale, aveva avuto accesso a documenti dell’epoca nazista che riguardavano proprio le attività di von Braun e che, in realtà, più che alla sua genialità doveva molto, invece, al rapporto personale stretto con Rudolf Nebel, ex asso dell’aviazione, ingegnere con l’ossessione per i razzi, di cui fu un aiutante. Non solo, il padre di Wernher von Braun, tale Magnus, era ministro del Reich per l’Agricoltura. Scontento dei pessimi risultati del figlio negli studi, ricevette proposta riparatoria da un esperto della Reichswehr tedesca, von Horstig, di far lavorare Braun nel settore della ricerca sui razzi affiancandolo al più intelligente e spigliato Rudolf Nebel. Tra Nebel (che in un secondo momento addirittura lo querelò) e Braun, scoppiò presto un alterco per contendersi la paternità dei famigerati missili V2, utilizzati durante la Seconda guerra mondiale dall’esercito tedesco.
Tornando però alla connivenza del nazista Braun con le massime istituzioni militari degli Stati Uniti d’America, nel 1954 si verificò che la Casa Bianca si oppose alla prova lancio di un satellite in orbita nello spazio facente parte di un piano di lavoro ambizioso, cui proprio von Braun aveva lavorato assieme al suo staff dopo la nomina a direttore della divisione di sviluppo dell’’Army Ballistic Missile Agency’ degli USA. Anche per una ragione di costi elevati, oltre che per l’insicurezza dell’esperimento, i politici statunitensi preferirono concentrarsi ed investire sul programma ‘Vanguard’ della marina Militare. Il 4 ottobre 1957 l’Unione sovietica bruciò le tappe e catturò l’attenzione globale per la notizia del lancio del satellite Sputnik 1. ‘Vanguard’ era ancora indietro con la tabella di marcia, ma tentando d’arrampicarsi e fare ombra alla popolarità sovietica, Washington volle anticiparne il lancio ed esso fallì. Wernher Von Braun prese la palla al balzo e nei tre mesi successivi mise in orbita il noto ’’Explorer’. Il programma spaziale americano poteva così celebrare il suo esordio nel panorama mondiale ed abbracciare i primi sogni di atterrare sulla Luna. Von Braun stesso ne parlava e lo pianificava, allungando le sue ambizioni alla scoperta del pianeta Marte. Singolare, che nel periodo di avanzamento delle progettualità spaziali, von Braun abbia proseguito in parallelo a camminare a braccetto con gli ambienti cinematografici, attraverso cui, mirava a catalizzare l’opinione pubblica sull’argomento. I film appassionavano la gente, e attraverso il cinema l’interesse per il mondo dello spazio poteva amplificarsi a beneficio della popolarità dei progressi nel settore spaziale e successivamente della NASA (costituita nel 1958) ove cui, dopo un diniego iniziale, il nazista Braun accettò di lavorare presso il nuovo centro spaziale ‘Marshall Space Flight Center’. Il 16 luglio 1969, l’equipaggio dell’Apollo 11 sbarcò sulla Luna ammaliando le platee con le note immagini dell’impresa e con la celebre epopea della bandiera statunitense piantata sul pallido suolo selenico. Anche l’ambizione di raggiungere la Luna, se per Braun poteva significare il sogno di una vita, per i politici americani era traducibile nella vittoria della tecnologia statunitense occidentale su quella orientale, in un momento chiave ove cui il fallimento della guerra in Vietnam che andava avanti da nove anni, doveva essere insabbiato con un diversivo che ne distogliesse l’attenzione.
È con l’atterraggio sulla Luna che si intreccia, ancora una volta, “Hollywood”. Il regista Stanley Kubrick, (ne scrive il giornale “Passione e astronomia” in un articolo di maggio 2022) “sarebbe stato contattato dal governo americano nel 1968 e dopo aver vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali del film ‘2001 Odissea nello spazio’, per realizzare una pellicola su un finto sbarco sulla Luna. L’allora presidente Nixon, e questa è una notizia confermata, aveva predisposto un piano di riserva nel caso in cui l’allunaggio fallisse”.
Il filmato del finto allunaggio fu realmente realizzato e portato a termine dalla ‘Metro Golden Meyer’ all’interno degli studi televisivi di Londra, e, il direttore che si occupò degli effetti speciali fu non a caso, Stanley Kubrick. Tra l’altro, protagonisti dovevano essere tre agenti della CIA, e non si trattava di un film ma di “scene”. Secondo la versione ufficiale dei fatti, quel filmato d’emergenza non servì a nulla perché l’allunaggio non fallì ed Armstrong riuscì effettivamente a mettere piede in un bacino balistico basaltico che si trova sull’emisfero lunare rivolto verso la Terra. Ma in una lettera di accompagnamento al filmato inutilizzato di Kubrick – quest’ultimo scovato recentemente negli archivi – egli scrisse: “In collaborazione con il governo degli Stati Uniti e la Nasa abbiamo falsificato l’allunaggio. Tutti gli sbarchi sulla Luna sono stati falsificati ed io ero incaricato di filmare lo sbarco”. Anche qui, si sono sollevati dubbi e si è relegata la notizia a mero complottismo poiché la frase di Kubrick e la sua confessione, sarebbero secondo i più solo una falsificazione, un contenuto che non trova fondamento poiché non appare in alcuna intervista tangibile o scritto ufficiale di Kubrick bensì, sembrerebbe trattarsi di una frase diffusa originariamente dal film di Patrick Murray intitolato ‘Shooting Kubrick’ del 2015, in cui, un uomo con la barba che Murray afferma essere l’intervistato Kubrick (non riconoscibile nei lineamenti all’interno di quella scena), rilascia questa dichiarazione.
Ma torniamo ai nostri tempi, precisamente al 30 giugno 2023. Yuri Borisov, il russo Capo di Roscosmos, incontra il presidente Vladimir Putin per parlargli dei progressi delle attuali operazioni spaziali e di una partnership con i paesi africani. “L’Africa è promettente, Stanno creando l’Agenzia spaziale africana, tutti i paesi con agenzie spaziali nazionali hanno deciso di crearne una unita africana, e noi stiamo stringendo con loro una relazione di partnership. L’edificio è in costruzione al Cairo…operativo dal 2024”. Non solo. Borisov annuisce a Putin anche un’altra notizia di particolare rilievo, e cioè, gli conferma ed assicura che un certo lavoro sta andando avanti rapidamente e che ad agosto del 2023: “prevediamo di lanciare un dispositivo di nuova generazione, il Glonass- K2. Attendiamo con impazienza il lancio del satellite, stiamo tornando sulla Luna dopo una pausa di 46 anni. Questa missione prevede l’atterraggio al polo lunare. Fino ad ora nessuno lo ha fatto, sono atterrati solo sull’equatore lunare. Vorrei che la missione andasse bene. Con l’ultimo lancio, insieme a “Meteor”, abbiamo lanciato 39 piccoli satelliti di cui tre sono nell’interesse di Malesia, Sudafrica e Bielorussia”.
L’ultima indiscrezione, si aggiunge a tante altre che si sviluppano attualmente attorno al moderno e contemporaneo interesse per il suolo lunare, per cui scambi importanti ci sarebbero stati anche con la Cina. La corsa alla Luna è probabilmente anche un regolamento di conti con gli Stati Uniti d’America in campo spaziale, semmai gli americani ci abbiano mai messo veramente piede. È la prova matematica del nove che scaccerebbe via molti dubbi. Il portavoce del comando spaziale degli Stati Uniti John Olson, il 15 aprile del 2023 ha infatti affermato che “…i piani della Russia e della Cina per esplorare la Luna rappresentano la portata della competizione strategica nello spazio” osservando che “le attività congiunte dei due Paesi, compresi i piani per una attuazione congiunta del programma lunare, sono un riflesso di una più ampia competizione strategica “.
Ma se gli americani hanno copiato, o si sono avvalsi di progetti recuperati durante la Seconda mondiale e menti geniali assoldate in quel periodo, è così anche per la geoingegneria? Tacciata come la fantasia ridicola dei complottisti, la geoingegneria è invece per le più rinomate testate giornalistiche, il business del futuro 2030- 2050, anche se i pericoli legati a queste attività sono incalcolabili. Si tratta di maneggiare la natura fin nelle viscere, sabotarne l’eccellenza in maniera irreversibile senza saper calcolare le conseguenze. Ma si sa, i soldi e le guerre per conquista sono più importanti di qualsiasi principio di cautela, e lo abbiamo capito anche nel 2020 quando ci si è permessi di sperimentare l’RNA su masse umane con la giustificazione di COVID 19, provocando lesioni irreparabili genetiche alle prossime future generazioni. La lezione di Hitler non è bastata. La faccenda gravissima non è stata ancora affrontata in tribunale oggi, come fu per Norimberga in passato, ma ci si sta lavorando per riequilibrare la giustizia e il rispetto per i diritti umani.
Avrete sicuramente sentito parlare, negli ultimi mesi, di un’aspirazione personale del pioniere filantropo Bill Gates che vorrebbe “oscurare il Sole per fermare il surriscaldamento globale”, e parallelamente del fatto che alcuni politici, si siano opposti al vilipendio dell’essere umano che ordisce contro il Dio Sole, fonte energetica principale del pianeta Terra (nonché base su cui si poggia l’investimento europeo del rinnovabile atto a sostituire completamente il gas russo). Ma, poiché per amor del pianeta si è disposti a tutto, il controsenso politico è che proprio la UE annuncia il 1° luglio del 2023 in concomitanza con dichiarazioni rilasciate dal presidente americano Joe Biden, di volersi “unire allo sforzo internazionale per valutare se interventi su larga scala, come la deviazione dei raggi del sole o il cambiamento dei modelli meteorologici della Terra, siano opzioni praticabili per combattere il cambiamento climatico”. Avete capito bene: la UE che ci ha costretti a passare totalmente alle rinnovabili considerandole una risorsa per cui stiamo affollando le città di pannelli solari, vuole modificare il clima e deviare la suddetta energia solare oscurandola, per combattere il cambiamento climatico. È grossomodo lo stesso ambizioso progetto di Bill Gates. Beh, geniale, no? Finalmente gli americani possono dire di aver creato qualcosa senza copiare da nessuno. E invece no, perché anche l’idea di oscurare il Sole, deviarlo, nasce dalla follia nazista di Hitler e prima ancora dal genio d’Archimede. O è una coincidenza, o ci sono troppi adoratori del nazismo tra gli americani. Anche qui, la cinematografia sembra aver precorso le ere, ma non si sottovaluti quanto la Walt Disney ed Hollywood abbiano avuto opportunità di maneggiare informazioni e frequentare ambienti alti del Pentagono. In un film di successo in episodi, “Highlander II” con protagonista lo statuario attore Christofer Lambert, si racconta per esempio di uno “scudo innestato attraverso il sistema satellitare” con cui le forze del male, previa scusa di “proteggere l’umanità dal surriscaldamento del globo”, bloccano il flusso dei raggi del Sole. Il pianeta rimane al buio, e pian piano rischia di morire. Fantasia? Il film è uscito nel 1990, ma all’interno della storia cinematografica si indica esattamente l’anno 2024 come quello destinato alla sperimentazione del ‘progetto mortale’ contro l’essere umano e per il monopolio globale, che coinvolge il Sole. Il protagonista “immortale” Highlander vive il futuro e si proietta, attraversando le epoche, nell’attuale anno 2024. Bill Gates ha preso spunto dal cinema? La UE si è ispirata al suo annuncio decidendo di testare l’ingegneria climatica adesso, ispirata da Christopher Lambert? No! Serve spulciare più indietro.
L’autorevole rivista scientifica Focus, il 24 settembre del 2014 pubblica un articolo notevole corredato da foto in bianco e nero (poi tacciato come bufala da Bufale.net nel 2022, chissà perché!), in cui si narra di come Hitler avesse progettato, avvalendosi dei suoi scienziati, un’arma militare denominata “cannone solare”: una gigantesca lente geostazionaria capace di concentrare la luce solare e far “bollire un oceano”. Negli anni ’30, si lavorava alla soluzione militare leggendaria, mai divenuta realtà. Il progetto fu partorito da Herman Oberth, fisico e ingegnere americ…, no, scusate, …austro-ungarico e padre della missilistica. Durante la Seconda guerra mondiale, la rivista settimanale ‘Life’, documentò l’indiscrezione spiegando concettualmente che l’idea consisteva in un ‘grande specchio’, una parabola di circa 1600 metri posizionata su un’orbita geostazionaria a 30.000 km dalla Terra. Sarebbe stato portato nello spazio in pezzi pre-assemblati e per la realizzazione ci sarebbero voluti statisticamente meno di 20 anni con un cospicuo investimento di marchi tedeschi. Secondo la rivista, “Obert e i dirigenti del Reich ipotizzavano di affiancare a questa arma di distruzione di massa una stazione spaziale abitata da astronauti e dotata di ‘giardini idroponici’ per la produzione di ossigeno e generatori solari per la fornitura di corrente elettrica”. Tutto reso possibile a partire dal “lancio di un razzo attraverso cui creare un pannello e deviare il Sole”, direzionandolo a colpire, bruciare, città ed eserciti. E i russi? Nel 1999 anche loro hanno riflettuto sulle potenzialità solari, ma per un’operazione più pacifica. Il 4 febbraio di quell’anno, la stazione russa Mir progettava di riuscire ad illuminare quelle parti della terra che attraversano fasi di buio. Anche la Cina, in questi ultimi anni ha lavorato laboriosamente ad un Sole e ad una Luna artificiali.
L’idea tedesca accarezzata da Adolf Hitler, la avrebbe però partorita Archimede. La leggenda vuole che quest’ultimo abbia progettato, durante la sua vita, grandi specchi che avrebbero potuto incendiare la flotta romana durante l’assedio di Siracusa.
Il ‘Daily Star’, uno dei tanti giornali americani, il 3 luglio 2023 corre ai ripari e in un articolo misto che si dipana tra realtà e complotto avverte come la Gran Bretagna per bocca del capo del comando spaziale , il vice maresciallo Paul Godfrey, sia allarmata per l’ipotesi che la Russia e la Cina stanno tentando di “saccheggiare la Luna dei suoi preziosi minerali per creare armi nucleari spaziali, investendo miliardi nell’esplorazione dello spazio…dopo che una missione di prova del 2020 ha portato alla scoperta di un nuovo minerale fosfato chiamato Changesite-(Y) che potrebbe fungere da combustibile per la fusione”. Si preoccupano i britannici, che assieme agli americani hanno saccheggiato i Paesi del pianeta Terra…
E allora, l’America è davvero così grande, o è solo un film, che ci hanno rubato?
03 LUGLIO 2023 – PAOLA MORA – QUI RADIO LONDRA TV
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