I SINDACI ITALIANI ROBERTO GUALTIERI E BEPPE SALA, E LA FONDAZIONE “C40″… CHE VALE GIRI DI MILIARDI PER POCHI!

LE CITTA’ C40: SORVEGLIANZA E TOTALITARISMO

TI SINDACI ITALIANI ROBERTO GUALTIERI E BEPPE SALA, E LA “FONDAZIONE C40″… CHE VALE GIRI DI MILIARDI PER POCHI – LE CITTA’ C40 – SORVEGLIANZA E TOTALITARISMO

– di Paola Mora

Istituzionalmente, la figura umana più accanto al cittadino è quella del Sindaco, che, per questa ragione, in quanto rappresentante della città e amministratore comunale, viene apostrofato anche “il primo”. Differentemente dal parlamentare, dal Presidente della Repubblica, del Consiglio, egli è più disponibile e partecipe al ‘confronto diretto quotidiano’ con la popolazione ed è colui che dovrebbe, teoricamente, veicolare le informazioni dal cuore del paese, della città, ai rami superiori dello Stato. Oggi, il “sindaco italiano”, da figura emotivamente e tecnicamente vicina al cittadino della città, rischia però di trasformarsi in un referente unilaterale per multinazionali straniere, fondazioni, corporation, fucine di filantropia, totalmente distaccato dal tessuto della sua polis. Apparentemente, è ancora “raggiungibile” dagli elettori, ma sempre meno, non collaborando né ascoltando le esigenze della gente del luogo in cui è il dipendente e relatore. Il primo cittadino, e parliamo al momento delle città più importanti in Italia e più popolose, si sta sempre maggiormente rivolgendo a facoltosi uomini, ‘finanziariamente attraenti’, che decidono cosa fare delle città in cui “non vivono” strumentalizzando il ruolo dei rispettivi stessi sindaci, i quali, esplicano di conseguenza i poteri decisionali senza la partecipazione reale del cittadino che è automaticamente penalizzato nella vita quotidiana rispetto alle reali esigenze, diritti fondamentali, priorità a tutti i livelli della comunità.

Esattamente 17 anni fa, il 2 agosto del 2006, l’ex presidente degli USA Bill Clinton stringe un patto con l’allora sindaco di Londra, il signor Ken Livingstone. “Il nostro obiettivo è semplice: cambiare il mondo!”, sogghignò Livingston mentre battezzavano una partnership tra 21 città impegnate in un progetto della CCI (Clinton Climate Initiative): il ’Large Cities Climate Leadership Group’ (LCCLG). L’iniziativa si basava già allora sull’idea che “le aree urbane sono responsabili del 75% di tutte le emissioni di gas serra” e proponeva il creare una rete di dati internet che fungesse da mezzo di comunicazione per misurare gli sforzi di ogni città partecipante, così guidata ad una transizione energetica “green”. In quel periodo, Clinton non parlava sul COVID, ma sull’ AIDS (malattia le cui ricerche venivano finanziate dalla CCI) che l’ex presidente utilizzò come motore di sensibilizzazione nelle sue arringhe per giustificare l’esordio di un’emergenza climatica presunta, senza evidenze scientifiche, provocata dall’effetto serra e da cui si stavano scatenando, secondo la governance, terribili eventi planetari e sanitari. Ken Livingstone, personalità controversa ed estrema, maniacale, con bizzarre fissazioni, era ed è completamente devoto a quel che si delinea essere un’ ideologia strampalata, finalizzata a sguisciare nella vita intima dei singoli esseri umani colpevolizzandoli, per stravolgergliela e trasformarla in una ‘prigione di regole per il cittadino’, ove si finirebbe per lottare gli uni contro gli altri pur di accedere a diritti privilegiati previo requisiti che le istituzioni promettono di proteggere percorrendo “l’inclusività” e “l’equità”. Le due terminologie furono utilizzate già nel 2006, per presentare il progetto LCCLG. 

Il 3 maggio del 2006, che coincide con una “terribile” siccità sponsorizzata come tale dai mass-media, (aveva apparentemente lasciato i bacini idrici londinesi a secco), la testata giornalistica “Il Corriere della Sera” pubblica solo uno dei viepiù controversi articoli di quel periodo storico dedicati alle ossessioni di Ken Livingston, il quale, si faceva riconoscere per le sue criticatissime allusioni al nazismo ch’egli insisteva fosse legato a doppio filo col sionismo. Il titolone del ‘Corriere’ è importante per comprendere come gli “estremismi del linguaggio” servono al potere per inscenare drammi da cui ricavare il proprio business. Recita esattamente così:

<< A LONDRA NIENTE SCARICO DOPO LA PIPI’>>. La famiglia del primo cittadino Ken Livingstone si sacrificava a non usare lo scarico del gabinetto di casa da ben 15 mesi, dopo aver urinato, per non sprecare l’acqua e nel tentativo d’esser d’esempio ai londinesi sul comportamento più responsabile da tenersi, per combattere la siccità. “Si può fare molto cambiando il modo di costruire, ma la differenza la fanno i cambiamenti nello stile di vita. Se guidiamo un po’ di meno, usiamo la bici un po’ di più, tiriamo lo scarico un po’ di meno, facciamo in modo di usare lampadine a basso consumo, possiamo fare una grande differenza!”, furono le testuali parole del sindaco in un’intervista rilasciata ai tabloid che fece il giro del mondo! Ricorda qualcosa?

Bill Clinton agganciò la collaborazione con Livingstone approfittando del fatto ch’egli, già nel 2005, era riuscito a riunire 18 megalopoli sotto l’egida del crisma che fu il seguente anno denominato “C40”. Nel 2011, aderiscono alle iniziative per le reti di comunicazione lanciate da C40, due piattaforme social: Facebook e Twitter; Londra, invece, sarà a pieno titolo la città pilota del progetto del fondatore e sindaco. Nel 2015 viene annunciato l’ingresso di un nuovo partner finanziario: il leader mondiale dei veicoli elettrici BYD con sede a Shenzen, Cina, che parimenti si era già avviato alla sperimentazione di progetti pilota di trasporto pubblico elettrificato (nella stessa località di Shenzen, e a Shangai). Da notare, ad esempio, che il 23 luglio del 2023, l’’Economic Times’ documenta in una pubblicazione su come la potente BYD avesse presentato una proposta di investimento da 1 miliardo di dollari per costruire auto elettriche e batterie in India, ma l’India abbia respinto la proposta per le preoccupazioni per la sicurezza rispetto agli investimenti cinesi.

Il 9 maggio del 2017, il sindaco della città italiana di Milano, Beppe Sala, riceveva l’allora ex presidente americano Barack Obama in una cerimonia non aperta al pubblico, all’interno d’una fiera, in cui Obama intervenne alludendo alla ‘sostenibilità climatica e alimentare’. In quell’ occasione, Sala consegnò le chiavi della città di Milano a Barack. Un gesto simbolico, che preannunciava però la ‘svendita di Milano’ più che l’ospitalità e il benvenuto al cittadino onorario. Tutto a beneficio di quell’America,  più correttamente identificabile con la NATO, che successivamente attraverso il solidato Ursula Von Der Leyen/Joe Biden, troverà spalancati i portoni per fare dell’UE come fosse casa propria, decidendo di modificare tutto l’arredamento dei Paesi membri dell’Unione, compresa l’Italia. [Pochi anni dopo, il 26 novembre del 2021, è bene notare che anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, come il suo omonimo Beppe Sala aveva proceduto con la consegna di chiavi della città di Milano, sceglierà Barack Obama ipotizzando, invece, di coinvolgerlo nel board di nomi eccellenti che proveranno a portare la futura Esposizione “Expo 2030” nella Capitale romana!]. 

LE CITTA’ C40: SORVEGLIANZA E TOTALITARISMO

È doveroso sottolineare con penna rossa che il progetto sulle reti cittadine resilienti del sindaco Livingstone del 2006 è praticamente identico, nelle finalità e modo di rappresentare il mondo, a quello illustrato dalla più nota “Rockfeller Foundation” sul sito della fondazione e prende il nome di ‘Covid-19 Recovery and The Future of Cities’, accostato al complementare ‘National Covid 19 Testing Action Plan’. Ovvero, le emergenze sanitarie e climatiche saranno gestite attraverso una rete di controllo in un circuito di città chiuse ove la mobilità è ridotta e i beni di prima necessità devono essere distribuiti – per la maggiore – da catene di approvvigionamento multinazionali, e a seconda delle direttive sovra-politiche dell’occorrenza; inoltre, ogni cittadino sarà immediatamente rintracciabile, tracciabile, testabile grazie a codici personali interfacciabili generati dalle intelligenze artificiali, così che anche  la sopravvivenza della persona fisica stessa ed il diritto alla vita dipenderà completamente dalla benevolenza delle istituzioni preposte ai controlli, laddove oggi, per molti aspetti, ancora ci si gestisce in autonomia (essendo proprietari di casa, auto, beni, risorse, ecc.).   È proprio la ‘Rockfeller Foundation’ che nel 2020 riunisce attorno a un tavolo di discussione i “funzionari di 50 città” per decidere un programma resiliente da implementare nelle zone urbane, al fine di fronteggiare Covid-19 e future pandemie.

Facciamo a questo punto, un ulteriore passo indietro: il 4 dicembre 2013 la città di Roma viene selezionata come vincitrice di due bandi di concorso di cui uno per il progetto denominato “100 Resilient Cities”, e l’altro si chiama “UrbAct”. Il primo è della ‘Rockfeller Foundation’, il secondo è patrocinato dall’Unione europea. Il piano di lavoro presentato da Roma Capitale per ‘100 Resilient Cities’ aveva infatti ricevuto approvazione da una giuria internazionale formata da 8 membri, tra cui Bill Clinton (già promotore del C40 nel 2006 con il fondatore Livingstone). Attraverso il bando, la città aderisce al piano di supporto economico e consulenza per avviare progetti urbanistici resilienti allo scopo d’affrontare i cambiamenti climatici, quali piogge o ondate di caldo. Vuol dire che Roma sarà strutturata sotto supervisione di agenzie straniere e paralleli finanziamenti, che devono rispettare i canoni globalisti di USA e Gran Bretagna.  Entrambi i programmi di bando, europeo e americano, viaggiano sul medesimo binario climatico e di resilienza, equità ed inclusione di genere per combattere i cambiamenti del futuro, ma non solo climatici: si tratta, in realtà, di qualunque cosa possa generare una situazione di emergenza cui si deve resistere attraverso la resilienza sociale‘Urbact’, nello specifico, si occupa anche dell’apprendimento – tra funzionari eletti, dirigenti, ed altri soggetti incaricati nelle città – delle politiche che meglio possono essere attuate per coordinarsi in allineamento. Nel 2022 la storia si ripeterà, e a presentare un piano d’azione per un ulteriore bando promosso da C40 sulla base del modello ‘Città dei 15 minuti’ (C40 Reinventing Cities), sarà il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il quale, riceverà l’eredità d’un ruolo fondamentale nel disegno totalitaristico partito l’anno 2005, in America. Ne parleremo più avanti!

Tornando all’esperimento urbanistico globalista, al 2023 l’organizzazione C40 è riuscita a raccogliere adesione da ben 96 città e si avvia a superare il numero cento (800milioni di abitanti circa – un quarto del pil globale). Il fondatore di C40 è – come già detto – l’ormai ex Sindaco Livingston; il Presidente in carica è il Sindaco di Los Angeles Eric Garcetti; presiede il Consiglio d’amministrazione il Sindaco di New York Michael Bloomberg, mentre, a capo della task force istituita a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, è il Sindaco di Milano Beppe Sala. Le crisi climatiche vengono considerate, all’interno delle loro iniziative, correlatamente alle pandemie. Ecco perché C40 sostiene “l’accesso equo ai vaccini” in una sorta di sorveglianza e distribuzione del prodotto ‘antirazziale’. Tradotto in parole semplici: nessuno dovrebbe rimanere senza la sua dose di vaccino, qualunque possa essere la sua estrazione e condizione sociale all’interno delle città che partecipano all’Agenda C40. Le ZTL, le città a 30km orari, il tracciamento sanitario, la censura delle piattaforme in caso di violazione di normative e regolette ad hoc implementate nel corso delle emergenze, le vaccinazioni, la transizione di genere poetizzata come inclusione sempre più anti-identitaria tra uomini ibridi, lo zero consumo di carne e latte che ha come conseguenza la distruzione della filiera agricola dei raccolti (grano, verdure) e del bestiame nei piccoli/medi allevamenti, sono tutti obiettivi e soluzioni partorite per il progetto C40 che, di contro, arricchisce le multinazionali, gli allevamenti intensivi, le grandi compagnie e fondazioni degli oligarchi, i laboratori di eugenetica e ricerca correlata, poteri e organizzazioni sovranazionali, mutando le società divenute ipertecnologiche e snaturate, in segmenti scissi e distinti in due categorie di: ricchi sfondati e poverissimi che non hanno nulla – nemmeno l’auto o la casa di proprietà; “ma sono tutti più felici”, ignoranti, soggetti a bonus che assecondano requisiti intercambiabili.

Ricorda molto le vecchie progettazioni totalitaristiche e/o di stampo nazi-fascista, come le “città giardino” in stile Mussolini, il quale, non voleva che le singole città si espandessero, tenendole entro certi limiti per garantirsi l’accentramento del potere. O i ghetti tedeschi militarizzati, che erano per l’appunto zone sorvegliate da guardie da cui si poteva uscire ed entrare solo attraverso un permesso. I ghetti non erano molto diversi nell’ organizzazione interna dalle ZTL moderne, per quanto esse non si possano paragonare a quelli nella portata degli eventi che accadevano durante il vergognoso periodo storico dell’Olocausto, quando era possibile osare molto di più dal punto di vista dell’esercizio del potere repressivo.

Ma la ‘forma mentis‘ della ZTL è la medesima delle due storicamente note!  I ghetti erano quartieri urbani designati agli ebrei chiusi da recinti spinati o da muri intervallati da varchi. La concentrazione forzata ‘in zone’ divise all’interno di una città, favoriva non solo il loro controllo e sfruttamento con la confisca di beni e proprietà ma anche il successivo sterminio. I ghetti “aperti” erano invece caratterizzati da varchi più snelli, per permettere che chi vi si trovasse all’interno potesse recarsi a lavorare in determinati luoghi a favore del regime, e davano meno nell’occhio rispetto ai ghetti ‘chiusi’. Essi furono realizzati anche costringendo i cittadini a trasferirsi dalle periferie in città più grandi. Gli fu raccontato per convincerli, che era per il loro bene  e in  modo da renderlo più accettabile. Le caratteristiche del ghetto andavano dalle ‘restrizioni alimentari adottate con varie scuse’ alla ‘mancanza di servizi igienici e manutenzioni delle strade e cose pubbliche’, fino all’assenza di riscaldamento durante l’inverno giustificata con le carenze energetiche, e così via. Il processo venne instillato goccia a goccia affinché non ci si accorgesse. Poi, si arrivò anche alla mutilazione dei genitali dei bambini e ad imporre regole più stringenti quali il divieto di riunirsi ecc. Quando sempre più bambini cominciarono ad essere strumentalizzati e a scomparire, oltrepassando il limite, ci si rese conto che i ghetti non erano progettati per il bene di nessuno. Cominciarono le rivolte e sempre più violente esecuzioni da parte dei soldati, maggior numero di deportazioni!  Ecco perché le Costituzioni garantiscono la libera circolazione del cittadino e non la chiusura in zone o delimitazione coatta attraverso escamotage che: rendono complessa la condivisione della vita con tutti i membri della città! Spartire una città in zone entro cui puoi accedere a seconda di requisiti (quali avere l’auto di un certo tipo, il pagamento di un ticket perché non possiedi un requisito umano) o complicare al cittadino gli accessi sulla base di idoneità decise dal governo, significa ripercorrere l’ideologia di segregazione e discriminazione tra “ricchi” e “poveri”, “meritevoli” e “non meritevoli”, “privilegiati dal governo” e “esclusi dal governo”.         

 

ROBERTO GUALTIERI, SINDACO PER I SOVRAPOTERI NAZIONALI 

Il 21 ottobre del 2022, il giornale italiano “La Notizia” pungola il sindaco di Roma ad un anno dal suo insediamento istituzionale, sottolineando come l’operato del Gualtieri nella gestione della Capitale sia stato fino ad allora, fallimentare!   “Se la svigna in Argentina”, “scappa dopo 12 mesi di nulla”, “da quando c’è Gualtieri c’è il silenzio totale”, “è come se la città fosse senza sindaco”, “non è la città dei 15 minuti ma delle 15 ore”, “40 milioni di euro sono spariti nel nulla”, scrive la pubblicazione citando alcune delle accuse mosse al primo cittadino della capitale d’Italia. Il riferimento a Gualtieri svirgola sulla scia d’una sua partenza provvidenziale verso Buenos Aires, ove egli doveva partecipare come invitato al “Summit Internazionale dei Sindaci sulla lotta al cambiamento climatico”.  Qui, stringe comunion d’ intenti ed affari col presidente Alberto Fernandez e si intrattiene in una visita all’associazione “Abuelas de Plaza de Mayo” (che si occupa di bambini scomparsi durante la dittatura militare in Argentina). Con Fernandez, Gualtieri condivide e discute la candidatura della città di Roma all’Expo 2030, imbonendosene il sostegno. E’ singolare il titolo del Summit che propone una lotta comune contro il clima e, di conseguenza, una rimodulazione delle città del mondo sotto un unico progetto urbanistico che è il C40.

Le critiche al Gualtieri non si sono limitate solo alla gestione di Roma; hanno abbracciato anche altre questioni come il fatto ad esempio che all’inizio del suo mandato, egli abbia richiesto un aumento di stipendio (si parla di fino a 1000 euro in più al mese in busta paga) per chi governa città di oltre 4 milioni di abitanti, votato e approvato all’unanimità con l’eliminazione dei gettoni a presenza. Ciò, ha provocato malcontento nella cittadinanza che nel frattempo, affronta tutt’ora la crisi provocata dal rialzo delle bollette e prezzi dei beni di prima necessità indotto dalla mala-gestione degli affari interni italiani ed europei a margine del conflitto russo-ucraino.   Un paio di mesi successivamente al Summit dei sindaci, nel dicembre del 2022, Gualtieri rilascia un’intervista al giornale ‘La Repubblica’. Alcuni passaggi proposti ai giornalisti sono idilliaci. “Nei prossimi anni nelle grandi città vivrà il 70% della popolazione mondiale ed è dunque da questa dimensione che dovranno arrivare le soluzioni concrete alle sfide poste dal cambiamento climatico”, afferma Gualtieri in riferimento anche al contenuto del Summit. È palese come egli faccia allusione, indirettamente, allo spopolamento delle zone periferiche ed esproprio dei terreni agli agricoltori (che svolgono ai margini della Capitale la maggior parte delle attività produttive terriere e di bestiame).

*[A tal proposito, ricordiamo che ad esempio in epoca fascista, si propagò il concetto di “bonifica integrale” ovvero lo svuotamento idraulico delle terre cosiddette malsane, per il recupero delle stesse. La lotta per la bonifica divenne per la propaganda fascista la “guerra alle acque”, comparabile alla odierna “guerra al cambiamento climatico” ma pur favorendo degli investimenti, la bonifica agraria entrò in contrasto con il sistema dei latifondi. Le proteste dei latifondisti meridionali, che furono anche ricevuti da Mussolini, “ottennero le dimissioni di Arrigo Serpieri da sottosegretario all’agricoltura (vi sarebbe tornato nel 1929) e la limitazione delle sanzioni sull’esproprio”, come emerge dalle cronache storiche. In seguito, dal 1925, prese piede la consequenziale battaglia del grano mentre Mussolini si occupava della eradicazione della malaria autorizzando la sperimentazione terapeutica sulle masse. L’esperimento si concluse nel 1929 dichiarando buoni risultati, ma successivamente il Consiglio superiore di Sanità smentì la dannosa ricerca e rettificò i dati confermando la tossicità del trattamento].

Emerge da successive elucubrazioni del Sindaco Gualtieri – sempre nella pubblicazione di ‘La Repubblica’- che per vincere il bando delle ‘città in 15 minuti’ era stata posta come condizione alla città di Roma, il diminuire il suo numero totale di bici e monopattini elettrici, causa “eccesso di mezzi”. Il giornalista chiedeva al Gualtieri a margine d’una arringa sull’importanza per l’elettrificazione dei mezzi di trasporto, riduzione auto e implementazione di motori meno inquinanti, perché a Roma si fosse deciso nell’ultimo periodo di tagliare il numero dei monopattini. Gualtieri è vago. Risponde che tali mezzi di locomozione erano “troppo presenti solo in centro città”, e che la condizione era necessaria per vincere il bando. Aggiunge anche che bicicletta e monopattino non devono essere “mezzo di svago” ma “mezzo di trasporto”. È molto singolare che al Sindaco non piaccia l’idea dello svago del cittadino! In fondo, gli adolescenti utilizzano i monopattini per ambo le cose: svago e alternativa alle biciclette (con cui spostarsi ‘seriamente’ o ‘divertendosi’, anche per fare semplicemente movimento o sport). In genere, il potere totalitario centralizza anche lo svago.

Nel senso che il cittadino può divertirsi, solo se il governo gli crea la condizione e lo spazio. Qualunque altro passatempo autonomo è preferibilmente bandito perché: la libertà nel divertimento in una condizione di autonomia, facilita aggregazioni non autorizzate di cittadini che possono avere idee differenti da quelle del governatore di turno. E invece, lo svago deve avvenire su tematiche politicamente corrette, concesse e organizzate dal tutore. Le bici e i monopattini che perdono la leggerezza dello svago per acquisire il senso di necessità allo spostamento (per quanto sia vero che sono utili a spostarsi preferibilmente da soli), sono idioma indicativo d’un pensiero che sottintende un interesse per la perdita di proprietà del mezzo di trasporto che secondo il padrone è più “responsabile” di danni rispetto alla bicicletta: ovvero l’automobile. Il senatore e politico Matteo Salvini si è lasciato sfuggire, recentemente, che anche biciclette e monopattini dovrebbero forse esser muniti d’ una targa. Possederli, quindi, significherebbe pagare tasse extra sul bene per immatricolarlo e renderlo fruibile. Poi si è zittito, per evitare polemiche!  Anche l’auto elettrica, se la finalità è ridurre all’osso questo mezzo di trasporto, non potrebbe per logica essere ‘di proprietà’ per la maggior parte dei cittadini nelle C40, ma verosimilmente sostituita il più possibile da taxi e mezzi pubblici elettrici a pagamento (forniti dalle multinazionali straniere). L’Italia (e non solo), nella visione globalista è destinata a produrre il meno possibile per poter essere ri-colonizzata da nuovi poteri sovranazionali. Barricare i cittadini in 15 minuti di autonomia e costringerli a pagare per uscire o entrare “nelle e dalle” proprie città, produce l’impedimento dell’evoluzione della persona e della costituzione dei nuclei familiari (è più complesso stringere relazioni con persone nuove, frequentarsi. Addio ai primi appuntamenti in cui, diciottenne, vai a prendere la ragazza che ti piace tanto sotto casa,e la porti a cena guidando sull’ automobile regalata dai genitori per la promozione scolastica!).  Avere proprietà privata possibilizza che ci si costruisca la propria privacy ed equilibrio familiare, ed essa, esiste come necessità umana sin dai tempi delle caverne quando i primi uomini sceglievano un luogo come ‘casa’ e lo delimitavano territorialmente rendendolo inviolabile. 

Il 10 giugno 2022 Roberto Gualtieri riceve la visita della ‘non eletta’ Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, e le presenta il piano di rilancio della Capitale (Next generation Rome) da attuare attraverso i fondi del PNRR volti a centrare gli obiettivi del ‘Green new Deal’ (corrisponde gli interessi delle città 15 minuti, attraverso la tabella di marcia del C40).     A questo proposito, la rispettiva fondazione “C40 Mayors Agenda for a Green and Just Recovery”, chiarisce che: “la pandemia di COVID 19 ha reso evidenti le profonde diseguaglianze nelle città e tra diverse regioni del mondo e ha avuto un impatto sproporzionato sulle comunità indigene e persone di colore, comunità a basso reddito, anziani soli e su coloro che vivono in insediamenti informali. I sindaci si impegnano ad affrontare queste ingiustizie sociali e rivolgono un appello ai governi nazionali affinché garantiscano che gli investimenti e i fondi per la ripresa puntino a creare società più eque e inclusive e affrontino le discriminazioni basate su etnia, genere e reddito”, è scritto sul sito corrispondente. Eppure, in epoca Covid 19 le uniche discriminazioni sono avvenute a causa di regole anticostituzionali, illegittime, che hanno sottoposto a condizione di ricatto intere fasce della popolazione in modo che eseguissero diktat, soprattutto e gravemente privi di logica, dettati dalla politica incoerente coadiuvata con task-force scientifiche, a loro volta in perenne conflitto d’ interessi con le case farmaceutiche.

Nella visione del fondatore Livingstone – che in parte ha già implementato certe azioni di rinnovamento a Londra nel periodo in cui era sindaco – le auto vanno ridotte ai minimi termini – anche quelle elettriche – le periferie devono essere svuotate per adibirsi a  parcheggi, le persone dovrebbero  accentrarsi nelle città ove si può circolare solo coi mezzi pubblici (tra le telecamere di sorveglianza); ma viene diminuito il numero di fermate degli autobus, tram, gli orari in cui è possibile usufruire dei mezzi pubblici mentre aumenterebbero le tariffe da pagare per i biglietti  ‘solo per alcune fasce di popolazione’.

Sta già accadendo a Milano dove il sindaco attuale, Beppe Sala, ha aumentato la Tassa di circolazione in città che, dal 30 ottobre 2023 passerà da 5.00 a 7.50 euro nella cosiddetta “ZONA C” a causa di un aumento del biglietto di trasporto pubblico, il quale ultimo rischierebbe di incentivare l’uso dell’auto privata da parte di chi non ha i requisiti economici per poter accedervi, se non pagando la tassa.   Il sindaco di Roma Gualtieri, o non lo sa, o volontariamente non spiega ai cittadini romani fin dove ci si deve spingere col progetto; certo, non conviene inimicarsi troppo il cittadino già furioso, ed è più favorevole per lui fintanto che mantiene la carica di sindaco, che ci si limiti ad espedienti basici imposti a gocce nelle ZTL. Il progetto C40, soprattutto se introdotto attraverso procedure velocizzate che non si curano delle reali possibilità economiche o sociali del cittadino con reddito medio/basso, faciliterebbe non la crescita ma la desertificazione, il fallimento dei piccoli e medi negozi dei privati all’interno delle zone limitate; provocherebbe impossibilità di spostarsi per urgenze o svago; un controllo tecnocratico basato su regole giustificate da emergenze infinite e dunque alienazione, depressione, discriminazione sociale, malnutrizione, impossibilità di rivolgersi a specialisti di vari ambiti dislocati in ‘zone inaccessibili se non hai le condizioni per raggiungerle’, consequenziale privazione della proprietà, ecc..

A febbraio del 2023, Gualtieri si rivolge a Bruxelles ove si trova in visita con altri esponenti della delegazione C40, domandando per delle risorse economiche extra: “La UE dia a Roma 500 milioni!”, dice. Si riunisce privatamente con il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto mostrandogli l’esigenza di migliorare l’efficienza energetica d’un centinaio di licei e 2mila case popolari. L’Italia ottiene dalla UE fondi aggiuntivi stimati in 3 miliardi da distribuire ai Comuni, i quali, dovranno presentare i progetti entro aprile 2023.  Progetti, generalmente in linea con le regole globaliste di controllo e non aderenti necessariamente alle priorità. È il 18 maggio 2023 quando Gualtieri approva definitivamente, inoltre, un “Piano Casa“ che coinvolge un lungo elenco di immobili ‘occupati da abusivi’: entro il 2026 saranno destinati a operazioni di recupero e comprati dal Comune per essere adibiti all’uso abitativo. Ma a quali condizioni? Immobili pubblici e privati vengono riproposti sotto una chiave differente, in apparenza per dare un tetto sulla testa a chi non è proprietario ma ‘occupa’ un immobile o ha delle difficoltà! Il progetto viaggia parallelamente all’istituzione di un ‘Osservatorio della condizione abitativa a Roma’ e d’una ‘Agenzia sociale per l’abitare’.  Quest’ultima, in particolare, si riferisce alla fascia degli immigrati che verranno sostenuti nelle spese iniziali per poter vivere nelle abitazioni assegnategli, previo il servizio di accompagnamento alla scelta dell’immobile. Gli immigrati si rivolgeranno ad una associazione per un prestito “non oneroso “, che coprirebbe “anche completamente” la spesa della cauzione d’affitto, e che il cittadino immigrato può restituire a rate (da 10 a 15 rate). Dopodiché, si potranno chiedere prestiti aggiuntivi all’occorrenza e a determinate condizioni, in una sorta di “rotazione” del denaro.   Per chi è bravo a leggere tra le righe, Roma potrebbe prepararsi nel lungo termine ad espropriare i terreni e le case ai cittadini romani, e a diminuire le possibilità dei tenori di vita fino alla scissione in ricchi e poveri di cui parlavamo prima. Ma si spera che questo processo divisorio delle città fallisca, come è giusto che sia, o venga modificato e reso più aderente alla Costituzione italiana, soprattutto più realistico! Il cittadino perde sempre più proprietà e dignità, nei casi peggiori il lavoro, per il vizio di favorire poteri sovranazionali o il mercato nero dell’immigrazione (reso apparentemente legale nonostante l’enormità palese delle masse spostate da un continente ad un altro). All’interno del cerchio discriminatorio che si crea in conseguenza della visione dell’essere umano come numero da inserire in un casellario, le abitazioni si depauperano con vari mezzucci ai proprietari, per riassegnarle a terzi elementi partendo dalle fasce volta per volta considerate più indigenti. Si creerebbero in questo modo molteplici micro-realtà povere man mano che l’asticella dei requisiti necessari per vivere nella zona di quella che era una città, si alza. Tra un bonus ed il seguente! Gli immigrati e il mercato umano legalizzato aiuterebbero il processo di declino, perché di base la società non offre di meglio se non il limitarsi a togliere al cittadino e ai giovani la possibilità di essere un giorno indipendenti ed autonomi! L’inserimento degli immigrati in una società, non dovrebbe essere forzato nè simulato, ma volontario e senza l’incubo della ‘fuga dai paesi difficili’. L’ideale sarebbe la serena e libera scelta di mettere a disposizione i propri talenti anche all’estero. Per raggiungere il più possibile questa condizione, trattare gli immigrati come numeri che servono per incrementare a poco prezzo la produzione dell’industria privilegiata, non è il passo più indicato per un paese che si definisce civile. 

IL CINEMA ABUSIVO

Il 31 maggio 2023 Gualtieri ha finanziato, col benestare della Commissione cultura, la Fondazione Cinema per Roma con 198.000 euro e, tra le critiche generali, un gruppo di ragazzi che organizzano spettacoli cinematografici al ‘Piccolo America’, per la modica cifra di 250.000 euro per la 9° edizione del “Cinema in piazza”. Valerio Carocci è presidente della ‘Fondazione Piccolo America’, ente privato nato a dicembre del 2022 (gestito da giovani che nel 2012 occuparono abusivamente il noto ‘Cinema America’ e che oggi gestiscono anche la sala ‘Troisi’ a Trastevere). Carocci si è recato ad esporre al Sindaco Roberto Gualtieri la sua difficoltà per l’anno corrente 2023 a mettere in scena gli spettacoli filmografici all’aperto, nel consueto appuntamento estivo, chiedendogli un supporto finanziario. In quell’occasione, il consigliere di Fratelli d’Italia Stefano Erbaggi fece notare che il ‘Piccolo America’ è composto da “persone che occupano abusivamente uno spazio privato cui affidiamo, senza bando, 250.000 euro di soldi pubblici”.

La sensazione è che Roberto Gualtieri, per qualche ragione, tende spesso ad appoggiare iniziative atte a facilitare la disponibilità di giri di denaro che imboccano canali ‘abusivi o preferenziali’, promuovendo tipologie di attività benefiche o culturali. Seguendo i soldi, poi, si comprendono meccanismi secondari che finiscono per essere incatenati agli obiettivi dei sovra-poteri nazionali. Attraverso ‘Roma città’ i soldi passano e poi volano via come gazze ladre, senza che il cittadino assista mai alla crescita del proprio paese. Vero è che il ‘Piccolo America’ si è proposto nelle edizioni passate come officina ludica della cultura globalista, ospitando grandi nomi, attori stranieri di spessore italiani e celebrità straniere, oltre che le ONG – i cui esponenti vengono accolti in calde serate estive animate dalle proiezioni delle prime uscite di film mai visti in Italia, (pellicole scartate dalle produzioni principali e ripescate per essere proposte nella capitale romana!). Come accade per il calcio e per tutto ciò che è spasso e intrattenimento, tali eventi gratuiti distraggono dalla crisi economica quando essa c’è, ricordando la “normalità”, ma sono costantemente allineati nel tipo di organizzazione all’ideologia dominante politica. Non è una critica a giovani organizzatori che non se ne accorgono e creano ambienti che gli interessano, ma è evidente come la prole educata, non dalla famiglia ma dallo Stato, alle ideologie filantropiche delle élite, faccia parte inconsapevolmente del piano secondo cui: non avere niente, vivere di bonus e concessioni se resti nel requisito richiesto, rende felici!       Nel 2021 “Piccolo America” si era rivolto anche a Nicola Zingaretti per il restauro del Casale della Cervelletta e riapertura del Colosseo di Roma Est, dove si sarebbe svolta l’edizione di quell’anno del ‘Cinema in Piazza’. Nel pandemico 2021, il cinema all’aperto – con mascherina ed igienizzante – veniva omaggiato dalla visita di collaboratori dell’organizzazione ‘Open Arms’ piuttosto che ‘Medici senza frontiere’. L’anno seguente, il 18 luglio 2022, Enti locali online pubblica uno stralcio d’articolo dedicato alla descrizione delle attività organizzate dall’’Associazione Piccolo America’ menzionando fosse nata una partnership tra la fondazione cinematografica e la ‘Link’: azienda leader nelle App di micro-mobilità elettrica e costola della statunitense di ‘Superpedestrian’.

Si tratta di garantire la disponibilità dei monopattini elettrici e rispettiva “applicazione” da cellulare, a chiunque voglia raggiungere – seguendo i canoni della sostenibilità ambientale – i luoghi adibiti alle proiezioni all’aperto. La startup statunitense ‘Superpedestrian’, Tech company leader nella micro-mobilità uscita dal MIT di Boston (Massachussets Institute of Technology) è fondata dal CEO israeliano Assaf Biderman, mentre, la Policy and Business Development manager di ‘Link’ è personificata da Matteo Ribaldi, volto noto per cariche ricoperte nella UE. L’azienda proviene dalla Big Tech americana esperta di ingegneria, che crea brevetti in vari campi: dalla robotica all’AI e mobilità.

Il 2 giugno del 2023, recentemente, si è aperta così la 9° edizione del Cinema in piazza per la cui realizzazione c’era stato bisogno dell’intervento autorevole del Sindaco Gualtieri, il quale, aveva ricevuto senza remore il giovane Valerio Carocci.

Paradosso: solo un mese prima, il 10 maggio 2023, i cittadini romani erano scesi in piazza a protestare per il progetto folle della ZTL chiedendo al Sindaco che negava il dialogo, di accettare il confronto. Quella giornata si concluse dopo diverse ore con lo ‘strappo alla regola d’una consultazione privata’, cui è seguita giorni dopo una sospensione temporanea ed apparente del progetto ZTL così come partorito, per ridimensionarlo. Ma solo a parole e per prendere del tempo! Beppe Sala, sindaco di Milano, è già avanti rispetto a Gualtieri nella frammentazione della sua città in zone all’interno di cui ‘ci si discrimina’. È la linea milanese che Gualtieri probabilmente deciderà di seguire, ancora una volta, senza ascoltare il cittadino né rimodulare il progetto come gli era stato intimato dai cittadini durante la pacifica riunione in piazza. 

   Nel giorno d’apertura della kermesse cinematografica, Valerio Carocci si racconterà ai giornalisti nella riuscita dell’operazione resa possibile per intercessione di Roberto Gualtieri, deliberando la propria avversione ed ostilità alle procedure dei bandi, troppo lenti, poco produttivi, rispondendo alle accuse d’ aver ottenuto un “favoritismo”. Carocci non è un personaggio anonimo: si era fatto notare in passato per gli eventi dell’occupazione abusiva del cinema romano, ma anche per episodi nodosi che lo coinvolsero. Nel 2020, i riflettori della stampa si erano accesi su di lui per le aggressioni che aveva subito, anche fisicamente, da alcuni esponenti dell’estrema destra di “Casapound”. La faccenda si concluse con un processo che sarebbe cominciato nel più tardo febbraio del 2021. La Prefettura della Capitale, per quel dramma personale, assegnerà al trentenne Valerio addirittura la scorta, per il fatto che aveva ricevuto minacce di morte.   

A inizio giugno, se da un lato il ‘Piccolo Cinema’ di Carocci raccoglie il pubblico di giovani, spinti alla fuga sotto le stelle dalle temperature afose, Roma è in condizioni pietose. Il servizio dei mezzi di trasporto pubblico non funziona ed è carente, la metropolitana è perennemente chiusa di sera causa lavori dei cui risultati nessuno s’accorge, l’irrisolto dramma spazzatura attende la fine dell’estate per essere affrontato nella promessa ultima d’un termovalorizzatore (la cui storia è estremamente controversa), e Gualtieri progetta di trasformare il centro storico di Roma in un luna park: un villaggio turistico con installazioni provvisorie (gazebo, chioschi, ecc). Non è uno scherzo! La genialata avrebbe riguardato l’area tra Fori, Colosseo e Aventino, nel cuore archeologico della Capitale, ma non ha avuto seguito alla prima richiesta di Gualtieri per mancato consenso della commissione. Non solo. In piena stagione di ripresa turistica dopo la crisi Covid 19, Roberto Gualtieri decide di aumentare la tassa di soggiorno, favorendo le attività abusive nel campo dell’affitto che a Roma fanno concorrenza al settore alberghiero. Se ne accorge Maurizio Gasparri che lo denuncia durante una sessione parlamentare. 

Il 23 luglio 2023 avviene un colloquio telefonico inusuale tra il Sindaco di Roma e il Sindaco di Odessa in concomitanza con i bombardamenti russi, avviati nella zona portuale ucraina dopo il ritiro della Russia dall’accordo sul trasporto del grano. Gualtieri esprime a Gennadiy Turkhanov la sua solidarietà. I giornali titolano:” Una telefonata tra sindaci”!  Il rapporto con l’Ucraina di Roberto Gualtieri si è intensificato sulla scia del conflitto. È proprio Gualtieri che propone nel 2022 la costruzione di scuole per aiutare l’Ucraina, ed una collaborazione tra Roma e Odessa all’Expo 2030. Sulle ricostruzioni di guerra o per danno climatico si aprono ampi scenari di business che avvantaggiano le “multinazionali straniere del cemento, impiantate in Italia”. 

Il 27 luglio del 2023 viene depositata una denuncia nei confronti di Gualtieri per infedeltà negli affari di Stato relativa all’accordo per il nuovo trattato MES (patto di stabilità) da parte di Claudio Borghi.  Lo scrive lo stesso senatore della Lega su Twitter, pubblicando la foto della denuncia. Già il 12 giugno il senatore Borghi aveva avvisato: “L’ex ministro Gualtieri, ha ammesso in una intervista di essere stato lui a ‘chiudere la trattativa’ sulla riforma del trattato MES. Non aveva alcun mandato per farlo e anzi, era stato esplicitamente diffidato in Parlamento. Presenterò denuncia per infedeltà in affari di Stato. Reato grave. Punito con reclusione non inferiore a cinque anni. Quello che io ho sempre denunciato e nessuno ha mai ammesso. Adesso lo conferma. Bene. Dato che il mandato parlamentare che aveva in mano, era l’opposto, provvederò a depositare denuncia per infedeltà in affari di stato.”

E ancora, in vista del Giubileo, Roberto Gualtieri vuole garantire a Roma copertura internet in tutte le linee della metropolitana e alti livelli di connessione con 850 punti di presenza distribuiti in 100 piazze pubbliche per la modica cifra di 100 milioni di euro. La messa a terra dell’impianto? A vantaggio della ‘BAI Communication Italia’, costola della multinazionale australiana. A novembre del 2022 l’azienda aveva presentato il progetto ma è intervenuta l’Antitrust, poiché le dinamiche erano poco chiare. In effetti, l’impianto 5G della BAI non si può appoggiare sull’impianto già esistente ma deve essere realizzato da nuovo. “Non viene richiesta ai partecipanti la titolarità dei diritti d’uso delle frequenze con il rischio che si pregiudichi l’efficienza del servizio e continuità”.

Insomma, è come se Gualtieri svendesse Roma passo dopo passo alle multinazionali, o la legasse reiteratamente a contesti poco trasparenti che sfociano nell’abusivismo dell’utilizzo delle risorse ecc.     La panoramica delle collaborazioni satellite sul business della sostenibilità cui si affaccia il Gualtieri sindaco, hanno quindi matrice straniera, ed essa, ingloba come una matrioska marionette individuali italiane minori e selezionate. È l’invasione di aziende estere, non solo statunitensi, che si impiantano come piovre: grandi nomi finanziari, ONG, ed una rotazione di soldi in poche mani che non tocca mai la penisola ma rimpingua altre tasche privando della sovranità l’abitante italiano, non più rappresentato né dal Sindaco, né dal Parlamento! Cinema in bicicletta, sostenibilità, sono solo belle parole che insabbiano il disagio d’ un Paese, l’Italia, che si sta disintegrando senza più la valorizzazione della produzione interna, agricoltura, del lavoro autonomo. La sovranità ivi si estingue, poichè a decidere come devono essere le nostre città, come le si deve regolamentare, quali riforme si devono applicare, non siamo noi ma “agenti stranieri” che intralciano ogni tipo di comunicazione tra Stato e cittadino.  Le stesse che, nel frattempo, hanno portato già allo sfascio altre città, creato crisi nel mondo, guerre civili, rifocillato il traffico nero di armi, quindi aumentato la possibilità di attentati. La città di 15 minuti immersa nel clima quotidiano di emergenza, terrorismo, guerra, desertificazione del territorio, può solo trasformarsi in una galera da cui voler fuggire. Non bastano le luci di un cinema all’aperto nè i monopattini americani ad armonizzare la società in declino! Hollywood è apparenza, seduce; è il Paese delle meraviglie, la vetrina, la Matrix, ma vivere è completamente diverso. Alla fine il sipario cala coi titoli di coda, torni a casa a crescere i tuoi figli col monopattino, in mezzo alle guerre civili, agli italiani affamati, ai migranti sfruttati, segregato in 15 minuti di niente!

*A proposito : << Come ogni mattina Nenni è affacciato alla finestra della sua casa di borgo Santa Maria. Vede una corvetta con la sigla C40, che lui erroneamente scambia per G40, fermarsi a duecento metri dalla costa. Prende il cannocchiale. Non è sicuro di credere ai propri occhi.  Benito Mussolini, l’uomo che lo ha mandato al confino, è ora al confino con lui a Ponza, nella casa dove è stato confinato il ras Immerù. Annota sul diario: «Scherzi del destino: trent’anni fa eravamo in carcere assieme per aver partecipato attivamente all’agitazione proletaria di Forlì contro l’impresa libica, legati da un’amicizia che pareva dover sfidare il tempo e le tempeste della vita, basata com’era sul comune disprezzo della società borghese e della monarchia. Oggi, eccoci entrambi confinati nella stessa isola>>.

 28 LUGLIO 2023 – PAOLA MORA – QUI RADIO LONDRATV 

 

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