IL MIRACOLO NIGERINO E IL SENTIMENTO AFRICANO. L’ODIO SOCIALE NON ESISTE. ESISTE L’ASSENZA DI GIUSTIZIA.

IL MIRACOLO NIGERINO E IL SENTIMENTO AFRICANO. L’ODIO SOCIALE NON ESISTE. ESISTE L’ASSENZA DI GIUSTIZIA.

di Paola Mora

Il Niger è il territorio africano che più degli altri riassume l’intera Africa. Essa è un continente che a malapena l’Occidente ci ha presentato nel corso degli anni nelle sue potenzialità e che è stato tenuto offuscato, nonostante i più intensi fenomeni migratori che ci attraversano e risorse energetiche di cui beneficiamo, provengano da lì. L’abbiamo sognata l’Africa, ammirata o pianta attraverso i documentari; ce l’hanno raccontata come un sogno lontano e invivibile, selvaggia e irraggiungibile nei suoi paesaggi e tramonti sconfinati. Nessun cittadino europeo o americano di cultura media, ad esempio, è a conoscenza dei nominativi politici di personalità che si scavalcano da anni l’un l’altro tra guerre civili, tribù e colpi di Stato. Fino ad oggi! Cos’è cambiato? Il mondo, probabilmente, che non ne poteva più di tutti questi segreti.

Che vi siano, sull’Africa, interessi commerciali a più zeri da parte dei politici occidentali, ne siamo ed eravamo già a conoscenza, così come sappiamo della ‘finta mano’ tesa dagli italiani verso le leadership di quei popoli; delle ruberie francesi; dell’occhiolino strizzato a quei territori dagli americani condensati nel sangue britannico; e delle opere di finto bene, a carattere umanitario, da parte di filantropi arci-buonisti e pseudo-caritatevoli che hanno lavato il cervello agli emisferi dell’Africa bianca e di quella nera, fingendosi Dio sceso in terra per aiutarli! Abbiamo permesso che il continente venisse incluso e catalogato tra i cosiddetti ‘paesi del terzo mondo’ né mai ci siamo domandati com’è possibile che un territorio talmente florido e sconfinato, è anche il più povero in tutto il pianeta! Se lo è domandato Ibrahim Thraorè, giovane leader e presidente ad interim del Burkina Faso, sfavillante belva sbrana-francesi, nell’incontro Russia-Africa che si è tenuto a San Pietroburgo nel 2023, e ha preceduto quello a firma BRICS di Johannesburg, in Sud Africa. Due successi geopolitici che l’Occidente collettivo e l’America hanno tentato di sminuire e ottenebrare con la propaganda gossippara distrattiva, e non ci sono affatto riusciti!

La verità, è che gli africani non sono poveri: sono ricchi e non sanno come declamarlo, quindi, sono solo vergognosamente sfruttati! A partire dagli anni ‘60 i popoli d’Africa hanno iniziato un processo di liberazione, lento e faticoso, ma gli aguzzini occidentali non si sono arresi continuando a tenere sotto l’aratro, i buoi; hanno insegnato bene ai carboncini d’Africa a sottomettersi, obbedire: hanno controllato e manipolato le loro elezioni, successioni politiche, risorse; hanno fatto in modo che scuole ed educazione non si sviluppassero mai al livello  necessario affinché da grandi, ci si svegliasse dal torpore per avviare una rivoluzione culturale contro i propri avari colonizzatori. Hanno sorvegliato le popolazioni, si sono infilati nelle scuole, arrabattate per impartire i modelli occidentali tipici dei sonnambuli intontiti. Le organizzazioni di beneficenza hanno mentito, riempito le tasche proprie con giri di denaro riciclato, utilizzandone solo una parte piccolissima per i bisognosi dei villaggi e delle località più povere. È stato semplice, gli africani si accontentano di poco non avendo mai posseduto molto. Quanto abbiamo guadagnato dal mercato nero dei corpi e degli organi, dagli spostamenti di massa su navi che hanno rimpinguato le fila flaccide delle pseudo associazioni benefiche, dal lavoro sottopagato, dalle miniere in cui a morire ci abbiamo mandato loro, in avanscoperta? Quanto ci siamo arricchiti con le loro donne che abbiamo sfruttato e prostituito, con le guerre alimentate sui  margini territoriali alimentando divisioni, affinché l’Africa non riuscisse mai ad unire i pezzi per esplodere come il fiore sbocciato d’una forza a sé stante, dignitoso quanto l’Europa o l’America, o addirittura più dignitoso di noi essendo nati, gli africani, con valori umani che ancora in certe sensibilità umane sopravvivono poiché essi sognano ancora forme di libertà, laddove l’occidente ha perduto la voglia di difendere i significati dell’esistenza?

Il miracolo è stato l’avvento di Internet! Sì, la tecnologia militare che ambiva ad esser la prigione con cui controllare gli esseri umani uno ad uno, si è posta in una maniera inattesa all’interno di alcuni di stralci di società!  A un certo punto, non lo si è calcolato quanto forti potessero arrivare certi messaggi condivisi, nell’etere; e si è creata una connessione spirituale crescente tra noi bianchi e loro neri! Che non ha a che fare con quello che chiamano ‘odio sociale’ e va combattuto però, non in quanto “odio”, (l’odio è un sentimento che ha tutto il diritto di esistere come l’amore che senza esso non sarebbe più possibile provarlo), ma perché nelle comunità amministrate da politiche fallimentari esso è un derivato delle ‘immigrazioni coatte’ che corrisponde alla ‘lotta per la sopravvivenza’, la quale, a sua volta si trasforma in crimine dove regna il disagio, il degrado delle città, e ove la giustizia è assente! Ha a che fare con il sentimento dei popoli, che in quanto popoli, urlano il proprio diritto a rimanere diversi nelle identità e liberi, rispettandosi ed incoraggiandosi nel percorso di rivoluzione della società umana.

Non è stato facile, per via della diffidenza, e i cellulari sono arrivati ai paesi poveri, più lentamente rispetto a noi provocando un corto circuito che ha danneggiato le oligarchie! Era necessario un evento che ci unisse, che ricordasse reciprocamente come, per quanto geneticamente differenti, di sangue siamo tutti umani!   La povertà genera delinquenza. In parte, la bruttura dell’illegalità è arrivata in occidente attraverso i barconi dei trafficanti per via di governi distratti o consapevoli del proprio dolo, che non hanno saputo offrire occasioni agli arrivati, risolvere i problemi a monte dei trasporti coatti e dei viaggi pericolosi; non sono stati in grado, per anni, di arrestare gli spacciatori d’organi, di bambini, di anime!  Anzi, all’occidente politico le masse di persone travasate sulle coste sono piaciute perché son servite a guadagnare sottobanco, ad imbastire scuse per non far crescere mai gli stipendi e il tenore di vita dei propri cittadini, o a creare associazioni di bassa lega e insospettabili per potersi permettere i giri di denaro sporco. Gli sono servite a tenere a bada le mafie col compromesso, o a innescare faide, per far decadere i governi scomodi approfittando dei livelli di degrado interno ai territori! Forse, questa vergogna oggi sta per finire, e l’Africa potrebbe risorgere!

La Russia ha cominciato nel 2022 l’operazione speciale in Donbass contro i nazisti, quei disillusi ch’ancora credono Hitler sia vivo e di cui nessuno ha coraggio di parlar male in occidente a causa delle alleanze di comodo, strette tra questi criminali e gli Stati Uniti, e con l’Europa, nel tentativo vile di assoldar soldati e scienziati abbastanza violenti ed odiatori da crederci sul serio, al fatto di poter sconfiggere l’impero russo al confine! Non è andata come speravano, e il presidente russo Vladimir Putin ha rivelato al mondo parte delle bugie d’Occidente. Quel mondo ha cominciato in gran parte a ribollire di rabbia, a vedere nella Russia i fantasmi delle proprie patrie atrofizzate! Il vertice Russia-Africa che si è svolto a San Pietroburgo a fine luglio 2023, ha aperto le danze alla libertà nell’era delle comunicazioni internet veloci, e i leader africani, improvvisamente, hanno preso il coraggio dell’iniziativa gridando basta alle vessazioni: hanno deciso di far comprendere agli altri che hanno anche loro un valore geopolitico, sociale, umano, commerciale. Si sono impegnati con ogni forza, hanno persino stilato un piano di pace per l’Ucraina da far invidia a quello della Cina di Xi Jinping e laddove, l’Italia democratica meloniana non lo ha saputo neanche fare, per il terrore di essere “sgridata” dai suoi padroni! Nonostante gli ostacoli delle sanzioni, il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale emesso nei confronti del presidente russo, gli africani hanno deciso di tenersi neutrali e anti-belligeranti. Sono anche volati a Kiev affrontando i dispetti dei polacchi allo scalo aeroportuale, per parlare di pace all’Ucraina. La Russia ha enorme risonanza mediatica, e di conseguenza, l’Africa ha avuto eco in tutto il mondo attraverso la Russia, interessandosi alle questioni globali come in genere fanno, non i paesi del Terzo Mondo, bensì quelli del “Primo Mondo”. A fine luglio, delegazioni africane partono dai loro paesi, lasciano per qualche giorno le proprie tribù e si presentano a San Pietroburgo. Sono le più alte personalità africane, avvinte in eleganti giacche e col collo annodato in cravatte variopinte di savana e di sabbia arancione. Le donne sono pulite, ordinate, fiere e sgargianti! Vi si recano con una serietà, tenacia, voglia di esistere, di riprendersi in mano le loro terre, mettere fine all’epoca buia degli affamati e scalzi, un evento di tale spessore che nessuno glielo aveva mai visto fare prima di oggi, così ostinatamente! L’Occidente ha tremato, si è sentito sprofondare e ha reagito con la propaganda più scadente degli ultimi quarant’anni. Le rivolte dei popoli durante le pandemie, la rabbia nei confronti delle politiche totalitaristiche, le bandiere dei paesi del mondo che si sono alzate a sventolare per i diritti fondamentali di tutti, hanno acceso una scintilla anche nell’Africa dimenticata. La mano tesa della Russia multipolare, con il suo nuovo progetto in mente attraverso cui far rifiorire dalle ceneri le arabe fenici vessate dalle fucilazioni occidentali, è stata colta come un’opportunità.

L’Africa non si è recata a San Pietroburgo per farsi ‘guidare ciecamente dal Cremlino’, ma ha posto le proprie condizioni con dignità e risolutezza, preteso uno scambio alla pari che non consiste nel vassallaggio ma nel beneficio reciproco degli accordi. La Russia ha offerto ai Paesi più indigenti d’Africa carichi di grano gratuiti, laddove l’Europa li ha fino ad oggi rubati bloccandone il tragitto, ed è stato deciso e firmato d’avviare dei progetti insieme, tra cui alcuni hanno obiettivo di insegnare all’Africa come essere autonoma, prodursi il cibo da sola, raggiungere un livello di visibilità e credibilità nel panorama mondiale, mentre fino ad oggi era rimasta invisibile e sola!   Oggi, gli europei conoscono i volti e i nomi dei leader del Burkina Faso, del Mali, del Niger, dello Zimbabwe. Chi di voi ricorda di averli mai visti ospiti di rilevanza, da tappeto rosso, in Occidente? Forse nessuno. I tappeti rossi sono stati riservati sempre e solamente ai leader più temuti ed imponenti. Chi, gli ha mai dato una reale importanza, all’Africa nella leadership che la compone?  Nessuno! Il motivo per cui sono stati sempre snobbati, è che sarebbe stato vergognoso e rischioso lasciarli parlare davanti ai cittadini occidentali, dal momento che sono stati sfruttati, depredati, violentati, distrutti nell’onore dai nostri governi depauperatori di risorse, senza un briciolo d’onestà. E infatti, le dichiarazioni rilasciate in Russia dagli africani non sono state magnanime, ma risentite e languide nei confronti dell’Occidente. Certo, anche in Africa hanno valore i contratti ed i patti stretti con i propri aguzzini, gli affari sono affari, materie geopolitiche e strategiche a doppio nodo da cui è complesso svincolarsi, soprattutto se giochi su una scacchiera dove tutto il mondo è interconnesso e il magma del commercio devi saperlo affrontare, portandolo avanti progettualmente con tutti gli attori, persino col peggior nemico! Ma la differenza, oggi, è che di Vladimir Putin si fidano perché non si è mai permesso di sfruttare gli africani benché anche lui abbia goduto delle terre rare e materiali preziosi di quei territori, mentre, gli occidentali non hanno fatto alcun affare onesto e si sono limitati alle ruberie o alla riduzione in schiavitù dei popoli di colore, senza offrire visibilità né valorizzare quei paesi. Al massimo, americani e britannici hanno lasciato che taluni benedetti individui nativi d’Africa s’impelagassero in affari poco puliti, acquistassero ville e proprietà all’estero ed in aree a portata dei propri servizi segreti ed intelligence, per poi sedurli con offerte o averli in pugno attraverso le indagini aperte per spaventarli, tenerli buoni rispetto alle proprietà terriere lussuose detenute ‘anche forse’, illegalmente.   Hanno commesso un grande errore gli occidentali, perso credibilità, ma oggi, proprio i politici francesi, provano a inventarsi la storia sui giornali secondo cui i russi hanno depredato l’Africa! Sindrome dello specchio o menzogna? Gli africani ne hanno abbastanza delle bugie dell’Eliseo, e li stanno letteralmente cacciando dalle loro terre da cui la Francia, paradossalmente, si è lasciata dipendere soprattutto in materia di risorse per il nucleare!

In Africa, i golpe sono una consuetudine, una prassi. Tuttavia, quelli che si stanno verificando nelle ultime settimane lasciano l’amaro in bocca. La stessa America ne sta approfittando, ad esempio in Gabon, nel tentativo di impartire una lezione alla Francia, alleata solo quando conviene, nazione destinata a crollare, lo è già, usata e assorbita dagli atlantisti come nell’ordinario dei loro piani egemonici. Ma tanto, per ora, agli africani basta togliersi dai piedi qualche vecchia zavorra. Poi, agli atlantisti, ci si penserà con una testa diversa ed in un secondo momento!   Il cambiamento geopolitico in corso lascia intuire che i golpe attuali, rispetto ai precedenti, possano realmente aprire la via ad una svolta africana, per tutti i motivi che sono stati elencati.

L’occidente europeo trema, trema soprattutto Emmanuel Macron, tremano anche per via di tutti gli immigrati che si sono riversati sulle loro coste in questi anni e che potrebbero addirittura venir colti da un’improvvisa voglia di aiutare il proprio paese con proteste a distanza. Gli Stati Uniti, invece, guardano immobili lo spettacolo, paradossalmente potrebbe fargli anche comodo che l’Europa si levi dalle scatole in terra africana (in termini di monopolio del controllo), per prenderne il posto dietro le quinte!

In Niger, il presidente Mohamed Bazoum è stato rovesciato e trasferito agli arresti domiciliari anche se non ha ancora personalmente voluto ufficializzare le dimissioni, dato che è supportato da UE, USA e UA (l’Unione Africana collusa con l’occidente). Bazoum non è stato mai visto di buon occhio dall’esercito nigerino che si è spinto, per questo motivo, all’ennesimo colpo di Stato; infatti, Bazoum si è appoggiato alla Francia durante la propria leadership sottoscrivendo, tra le altre cose, un accordo di cooperazione militare.  In Niger, è stata così sospesa la Costituzione e chiamato il coprifuoco. Il 28 luglio 2023 il generale Tchiani ha dichiarato di essere lui la nuova guida del Niger, mentre il mondo occidentale lo avvisava di ripensarci e di rimettere al suo posto Bazoum, minacciando ripercussioni.     Il golpe nigerino segue quelli precedenti e recentissimi del Burkina faso e del Mali nell’area del Sahel. La cosa, ha generato preoccupazioni anche per il motivo che è combinata con l’avvicinamento dei leader africani alla Russia, avvenuto nel frattempo, e, le potenze occidentali hanno più volte intimato ai golpisti di ripristinare il vecchio ordinamento, fino a dargli 15 giorni di tempo per provvedere – poi scaduti – al termine di cui avrebbe dovuto verificarsi un intervento militare da parte dei francesi appoggiati dagli alleati, e nel frattempo, sono state applicate sanzioni al Niger di tipo anche energetico. Il Niger, da parte sua, ha tolto la possibilità di proseguire i traffici di uranio, materiale di cui la Francia è dipendente (finite le scorte non godrebbe più delle riserve nigerine), ed ha ordinato la chiusura dello spazio aereo al punto che, ad esempio, un velivolo francese diretto alla propria più grande base militare in Niger, è stato costretto a tonare indietro. Non gli è stato concesso il permesso di poter atterrare! Solo di ieri, 3 novembre 2023, la notizia dell’apertura del cielo solo per gli scali di tipo commerciale. Attualmente, si è in attesa di variazioni ed evoluzioni della vicenda, ma i nigerini non mostrano volontà di arretramento sulle decisioni prese, anzi, chiedono l’abbandono del territorio da parte delle truppe francesi attraverso manifestazioni di massa nei pressi della base militare a Niamey. L’Ecowas, ha comunicato che ci si sta preparando ad un’operazione militare per ripristinare la presidenza del deposto Bazoum e specificando che non è “una guerra”, ma si tratta di un intervento mirato nella regione. Lo ha riferito personalmente AsumiMasudu, capo del ministero degli Esteri nel governo di Mohamed Bazoum, dopo essersi confrontato con le alleanze. L’espulsione dell’ambasciatore francese da parte della giunta militare nigerina che ne ha sentenziato la deportazione (al rifiuto dell’Ambasciatore di rinunciare al suo ruolo riconosciuto, a questo punto, solo dalle fazioni occidentali), è considerata però da Macron una dichiarazione di guerra, metaforicamente parlando.  

La Russia non sarebbe forse mai riuscita ad avvicinarsi così tanto all’Africa se l’Europa e le ricche nazioni occidentali non fossero state, in qualche modo, complici distratte nella presunzione comune d’eterna schiavizzazione di quei cittadini, relegati nei recinti come bestiame e nella convinzione imperialista che gli africani sono un popolo sottosviluppato e poco intelligente – come ha accusato Josep Borrell in un’arringa – quindi gestibile. Invece, l’anticolonialismo e il momento storico, hanno creato occasione per una rivincita, e gli africani, si sono resi conto di meritar di più che rimanere ingabbiati a farsi mungere e spremere con poco in cambio. Ecco che i BRICS costituiscono un buon punto di lancio per strategie nuove. È la piattaforma ideale per molti Stati africani d’emergere, e classificarsi al pari d’altre potenze mondiali. Conoscere la giungla e saper sopravvivere in mezzo a tigri ed elefanti, è forse più significativo che pascolare nel giardino europeo di regole illegali, rese possibili dall’abitudine alle comodità moderne cui non si riesce a rinunciare, svendendo spesso persino la propria libertà!   

04 SETTEMBRE 2023 – PAOLA MORA – QUI RADIO LONDRA TV

 

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

 

(clicca sull’immagine per andare direttamente allo Shop di Qui Radio Londra)

 

 

Scroll to top
error: Content is protected.