IL CASO MATTIA COADA : RINVIATA L’AUTOPSIA PER UN COLPO DI SCENA. SI INDAGA SUL RUOLO DEI MEDICI ANESTESISTI

IL CASO MATTIA COADA: RINVIATA L'AUTOPSIA PER UN COLPO DI SCENA. SI INDAGA SUL RUOLO DEI MEDICI ANESTESISTI

di Paola Mora

Mattia Coada è un bambino di otto anni che si è sentito inspiegabilmente male il 28 dicembre 2023, tanto da essere portato d’urgenza al punto di primo intervento del Lido di Venezia, zona limitrofa al luogo in cui vive la famiglia, di origine moldava. Il piccolo, non aveva mai presentato in passato alcun problema di salute in particolare: “stava benissimo”, come racconta il padre, ed era anche un brillante “pulcino” della squadra calcistica junior nella ‘ASD Calcio Lido di Venezia’, praticando quello sport con gran gioia dei genitori. Frequentava la Terza Elementare nella scuola Odone Parmeggiani di San Nicolò.

 Mattia, trasferito con l’idro-ambulanza all’Ospedale Civile dei santi Giovanni e Paolo di Venezia a causa del quadro clinico preoccupante,  ivi è deceduto nel pomeriggio seguente del 29 dicembre intorno alle ore 17:00, quando è drasticamente peggiorato subendo un primo arresto cardio-circolatorio alle ore 16:00. Necessitando della terapia intensiva, non si è potuto però provvedervi per tempo! Quella di Padova, più vicina, era piena e si era optato per Verona, ma, nel frattempo, era già troppo tardi! Il cuore del bimbo si è arrestato definitivamente nell’attesa del trasferimento e nell’inezia generale, senza lasciargli scampo. I tentativi di rianimazione dei medici non hanno funzionato. Il padre di Mattia, Vitalie Coada, ha chiesto di fare luce sulla vicenda e di accertare se vi siano responsabilità per l’accaduto. Viene aperta così un’indagine che in prima istanza vedrà iscritti nel registro degli indagati tre medici dell’Ulss 3 Serenissima, i quali erano di turno al reparto di Pediatria al momento del ricovero del bambino. L’autopsia è stata disposta dalla Procura per accertare le cause della morte di Mattia poiché sono emersi sospetti di circostanze di reato. Gli avvocati nominati dalla famiglia Coada sono Renato Alberini e Andrea Franco. Il pm Daniela Moroni, ha nominato come consulenti la dottoressa Alessia Viero del dipartimento di Medicina Legale dell’azienda ospedaliera universitaria di Padova, e il prof. Egidio Barbi dell’Irccs materno infantile ‘Burlo Garofalo’ di Trieste. Viene disposto, altresì, che vengano acquisite agli atti dell’inchiesta le registrazioni di tutte le telefonate tra gli operatori del 118 per capire come mai, dopo il primo aggravamento del bambino quando è stato richiesto l’elicottero, il mezzo fosse disponibile solo dopo oltre 4 ore.  Al 5 gennaio del 2024 tutto è stato predisposto per l’autopsia – che ricordiamo essere irripetibile – da parte della dottoressa Alessia Viero. L’iter sarebbe consistito in una tac total body, prima dell’esame autoptico principale. Ma, subito dopo aver effettuato la tac, ogni procedura viene di colpo sospesa a causa di un imprevisto “errore di distrazione”! Consultando la cartella clinica di Mattia, i medici legali predisposti alla consulenza ‘si accorgono’ dell’anomalia che, a prestare assistenza al bambino presso l’Ospedale Civile, si erano avvicendate anche altre due persone oltre alle tre già nominate nell’inchiesta. Trattasi di due medici anestesisti che erano stati tenuti fuori dal procedimento, e non comparivano come parte in causa nelle documentazioni relative all’indagine. Di comune accordo tra tutti i convenuti, si è deciso il rinvio.  Non si comprende perché la lettura della cartella clinica sia avvenuta solo dopo la Tac, quando generalmente lo si fa come prima cosa per poi procedere nei passaggi successivi di rito, né perché, se lo si è fatto e poi per pignoleria si è ricontrollato, due dei medici dell’ospedale Civile di Venezia che si erano occupati del bambino in quelle ore precedenti al decesso, non erano stati indicati dal pm nel registro degli indagati. La svista sulla cartella clinica si è trasformata in un colpo di scena tale, per cui l’autopsia è stata rinviata d’obbligo, essendo le parti in causa, a quel punto, impossibilitate a procedere con l’esame. L’impedimento riguarda la conseguente assenza all’autopsia, predisposta per quel giorno, dei consulenti legali di parte da nominarsi per conto degli altri due medici anestesisti, i quali, hanno dovuto a loro volta essere integrati nel procedimento giudiziario correggendo la svista e garantendogli il diritto alla difesa. L’incongruenza è stata segnalata al Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta, che ha dovuto rielaborare le documentazioni in vista di una nuova data per l’autopsia che è slittata al 10 gennaio. I due medici anestesisti che non avevano ancora provveduto a farlo, risultando in un primo momento apparentemente estranei ed avulsi ai fatti, cosa che non è, in quanto hanno assistito il piccolo Mattia anch’essi durante le concitate ultime ore di vita del bambino, nomineranno nel frattempo il proprio consulente di parte che parteciperà all’autopsia. L’accusa è di omicidio colposo. È rilevante sottolineare che la Ulss 3 si era in un primo momento incaricata di svolgere autonomamente l’autopsia, ma l’intervento della Procura ha fortunatamente bloccato questa intenzione. Va da sé che nel momento in cui si affaccia l’ipotesi di reato da parte di medici interni all’azienda sanitaria specifica, non è di fatto conveniente lasciare che le autopsie vengano svolte autonomamente dalle stesse aziende sanitarie i cui dipendenti sono coinvolti, poiché vi sarebbe una palese conflittualità di interessi. La Ulss 3 si è tuttavia messa a disposizione degli inquirenti. Anche la ragione per cui il piccolo Mattia si è sentito male fino all’arresto cardio-circolatorio e che nessun medico pare aver individuato, è, in realtà, importante per comprendere, aldilà della presunta negligenza medica o intuizione che avrebbe potuto salvargli la vita, che cosa sia realmente accaduto a questo bimbo. La morte è ingiusta, quando hai solo 8 anni!    

06 gennaio 2024 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv

PAUSA CAFFE’

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