LEZIONI DI DEMOCRAZIA – L’OCCIDENTE SCONFITTO, AL FUNERALE DI ALEXEI NAVALNY

LEZIONI DI DEMOCRAZIA: L'OCCIDENTE SCONFITTO AL FUNERALE DI ALEXEI NAVALNY

di Paola Mora

Accecati da un flaccido clamore mediatico, caratteristico delle esagerazioni occidentali con cui ci si decora senza merito, non ci si è accorti di quello che è accaduto! È crollata una bugia storica in poche ore, e “l’esperimento Alexei Navalny” si è sfracellato al suolo, come un drone colpito da un missile della difesa antiaerea. In primo luogo, ci sono state le invenzioni sulla morte del detenuto, poi smentite dalla voce degli stessi esponenti militari quando, il capo della direzione principale dell’Intelligence del Ministero della Difesa ucraina, Kirillo Budanov, ha rivelato:” Non vorrei deludervi ma si è trattato di una morte naturale, di un coagulo di sangue!”. Poi, è arrivata la sconfessione sul grande amore eterno tra Alexei Navalny e la vedova Yulia che ha disertato il funerale, forse per presunti dissapori con la famiglia d’origine dell’ormai ex compagno. La donna, a quanto si è appreso nelle ultime ore – salvo smentite, che nel caso attendiamo – non si sarebbe mai recata a trovare Alexei in carcere nonostante avesse la possibilità di farlo liberamente. Lo ha abbandonato per poi spuntar come un fantasma dal vuoto, pregna dell’altezza statuaria e l’avvenenza  che la contraddistingue, ma solo  per percorrere in aereo il tour itinerario dei paesi occidentali, stringere le mani ai leader europei e statunitensi senza osservare mezzo minuto di lutto, per farsi assegnare quel lavoro di propaganda ben pagato, svolto fino ad allora dal caro Alexei! È sembrato tutto ben pianificato, e questo ha destato non poche perplessità in chi conosce i meccanismi di manipolazione di massa degli Stati Uniti D’America. Alexei è infatti un prodotto occidentale: non un politico, non un dissidente, ma un avatar, l’illusione virtuale di un simbolo creato ad arte per adescare soprattutto le giovani generazioni e farle confluire in un imbuto. Una preparazione psicologica subliminale del pubblico attraverso la propaganda ossessiva, per aggiudicarsi la certezza di qualche rivolta o atto estremista in Russia, tale da far credere alla storiella del terribile regime che soffoca le proteste! Peccato, che in tutta la Russia si vive piuttosto bene, sicuramente più liberi che in Occidente – per quanto anche Mosca covi le sue accese problematiche sulle libertà e abbia della strada da fare. Nessuno è perfetto. Ma la Russia migliora il rapporto coi cittadini nel tempo, laddove in Occidente siamo sull’orlo delle guerre civili! La stampa glitterata, dalla nazione degli hamburger al giardino europeo di Joseph Borrell, fino alla Corte di Re Carlo III, ha allestito la paranoia di massa per il funerale, amplificando le aspettative di violenza e millantando qualsiasi menzogna pur di far credere che fosse pericoloso parteciparvi, che i russi non volessero restituire il corpo alla famiglia nel tentativo di nascondere chissà quale segreto, e molto altro. Invece, nonostante la delicatezza della questione, l’iter è stato più rapido di quanto accade in alcuni squarci di giustizia italiani od europei, dove le salme vegetano quando ci sono le controversie perché manca il personale giudiziario, o i medici legali tentano di imbrogliare sulle documentazioni. Pensiamo all’Italia, dove le autopsie per accertare la correlazione con un vaccino, vengono rese impossibili. La salma di Navalny è stata trattenuta per gli accertamenti del caso, quando i giornali occidentali già dopo un giorno, urlavano all’occultamento del cadavere! Quanta fretta! Poi, è stato consigliato alla madre di svolgere una cerimonia funebre più ristretta, per evitare possibilità di controversie. Lei, se ne è sentita minacciata ed era già sconvolta per la manipolazione dei mass-media; probabilmente, e perché no, era fedele nel suo piccolo a quel figlio diffidente che non era benevolo verso la leadership russa, e stava scontando anche una pena. Tutto regolare e prevedibile. Ma alla fine, è stata rispettata  nella volontà di mamma, e ha svolto per suo figlio il funerale che desiderava!   Si sono mossi nella mattina del primo marzo, schieramenti delle forze dell’ordine che hanno circondato con le camionette e con la loro presenza tutto il comprensorio adiacente al tempio, ove si sarebbe celebrata la messa e avrebbe camminato il corteo funebre. Un ritardo, ha provocato l’accumulo di una folla di curiosi che si è unita alle migliaia di amici del defunto. Probabilmente, ma la notizia non è certa, si è trattato di un errore da parte degli organizzatori nella misurazione delle dimensioni del feretro, che ha fatto tribolare un po’, mentre miserevoli giornali europei incolpavano Putin anche di questo contrattempo.

È bene dire che per quanto si provi a spacciarla come una questione di rilevanza politica, non si tratta né di questo, né del fatto che Alexei Navalny lottasse per la libertà. Non era ingiustamente detenuto! Stava scontando un crimine che aveva commesso, e, pare che a breve sarebbe stato liberato per uno scambio di prigionieri che doveva avvenire tra la Russia e la Germania. Ma la morte è arrivata prima della libertà. Si tratta, innanzitutto, della perdita di un uomo che va rispettato ma che è sbagliato erigere ad eroe: frequentava le balere estremiste, non amava il diverso, odiava categorie di donne e di uomini di etnie differenti dalla propria, era uno xenofobo che pubblicizzava di sovente i gruppi neonazisti; lavorava, per quel manipolo di compagnie occidentali o connesse con le intelligence occidentali, create in complicità col governo di Kiev per muoversi sulla scacchiera in chiave antirussa, per cui, ne hanno fatto parte anche, ad esempio,  i sabotatori traditori della Patria che hanno conseguito  attentati e si sono macchiati di uccisioni. Daria Dugina, Vladen Tatarsky, sono solo due dei nomi più noti di vittime cadute per mano di terroristi, che si mischiano a questi gruppi, a queste nicchie!  Senza fare di tutta l’erba un fascio, perché poi chi si fa notare e fa baccano è in genere chi è mosso dalle propagande,  tra gli intervenuti al funerale c’è stato chi scandiva slogan nazisti di matrice ucraina, tra cui anche quel “Gloria all’Ucraina e agli eroi”, saluto ufficiale dell’OUN-B guidato da Stepan Bandera e accompagnato dal saluto fascista – come ci hanno ricordato giornalisti e canali di informazione esperti in materia di quei fatti storici angosciosi che hanno finito per trasformare il Donbass, in una polveriera. La bara, è stata calata nella tomba sulle note dell’americana ‘My Way di Frank Sinatra’, mentre sono sopraggiunti alla cerimonia funebre esponenti non russi e delegazioni europee. Alcuni di loro, sono stati immortalati nei video amatoriali sorridenti e distratti come ad un concerto, probabilmente arrivati lì non per amore o ammirazione per Navalny, ma per mantenere in piedi il candelabro delle apparenze nella propria ossessione colonialista di distruggere la Russia.  

Alexei Navalny è stato sepolto nel cimitero di Borisov a Mosca, e la Russia ha dato una grande lezione di civiltà, ancora una volta, a margine del discorso presidenziale conclusosi in precedenza. La televisione italiana si è dovuta inventare i draghi, per far sembrare che vi fosse una pericolosa censura sul funerale o che fosse pericoloso recarsi lì, dal momento che il ‘terrificante regime dell’assassino Putin’ impedirebbe manifestazioni, libertà di parola, riunioni. Addirittura, in Italia, la trasmissione ‘L’aria che tira’ condotta dal giornalista Parenzo, ha trasmesso in diretta il funerale pretendendo quasi che la medesima cosa facessero anche le televisioni russe. Ogni tanto, durante la trasmissione, il presentatore chiedeva lo zapping per controllare se, sui canali russi fosse in onda la cerimonia di Navalny! Si è millantato che la diretta in esclusiva, fosse abusivamente trasmessa dal canale You Tube della vedova Yulia, grande assente alla sacra sepoltura, poichè sottoposta ad un forte pericolo di censura. Hanno detto che c’era rischio fossero vietate le riprese o la diffusione delle immagini, partendo dal concetto che i canali russi non si sono interessati molto all’evento di quella mattina. In realtà, a scanso di qualche presunto problema di linea, i cittadini durante il funerale riprendevano coi cellulari, e le immagini sono state  condivise dagli stessi canali social anche russi, che commentavano per trasferire informazione agli utenti. I giornali russi hanno fatto riferimento all’evento, ma senza ricamarci troppo! Se ci si aspettava un funerale di Stato o le riprese in diretta da parte della televisione russa, forse non si è capito che più che censura, Alexei Navalny lì non era nessuno, se non un detenuto per crimini commessi,  tenuto sott’occhio poiché spione occidentale. Parliamo di ingerenze estere da parte di paesi che dichiarano apertamente di voler spezzettare la Russia dall’interno, attraverso la tecnica del regime-change. Per svolgere queste operazioni, grande importanza ha la propaganda d’odio che serve a scindere i cittadini in fazioni l’un contro l’altro. Tuttavia, Alexei non rappresentava più un problema da tempo perché non era riuscito ad attecchire in quel campo, e, quando aveva provato a intraprendere la via politica, ha ottenuto solo un misero 2%.  In effetti, gli stessi veri oppositori politici di Vladimir Putin non hanno partecipato a questo funerale che non è stato più numeroso di molti altri avvenuti in Russia a commemorazione di eroi morti davvero per la patria, che davvero hanno raccolto una marea di cittadini. Non vi erano esponenti idilliaci di istituzioni russe: solo tanti europei furbi… che credono ancora di incantare l’opinione pubblica! Alexei è stato per loro un’etichetta, un investimento che è servito a creare la parvenza d’una forte movimentazione contro il governo russo, che non c’è però mai stata nella misura che si era pianificato. Soprattutto, serviva ad adescare i  giovani uomini e donne facendo leva sul loro lato emozionale e ribelle, un po’ come oggi accade in Italia con alcuni influencer o cantanti che creano larghe folle di immaturi urlanti,  ma, in definitiva non si persegue alcun grande valore umano. Si impartiscono ‘ideologie’. In Occidente siamo abituati a questo iter mediatico, e sappiamo anche che le folle accorrono in un certo numero vestendosi di slogan sui diritti umani, ma sono ‘folle senza midollo’ che fuggirebbero alla prima vera lotta per la libertà! Ai funerali, c’erano soprattutto i  giovani, gli ammiratori di Alexei Navalny. Ecco, possono essere definiti ammiratori, fans, vocaboli che indicano il tenore martellante delle movimentazioni che accorrono di sovente ai concerti dei Maneskin dove urlano ‘Fuck Putin’ o di Achille Lauro.  Ma, cosa si sa veramente della Russia quando si è giovani, se non ci si interessa realmente ad essa e si corre dietro agli stereotipi occidentali, che sono i meno indicati per raccontarne la storia? Cosa era rimasto di quella terra, prima che arrivasse Putin alla presidenza a tappare i buchi e a risollevare le rovine, ad aiutare a risorgere un popolo dei popoli, una distesa vasta che ospita etnie e religioni diverse, cercando di non discriminare nessuno? Poi, si sa, nessuno è perfetto e molte idee di Putin non sono affatto condivisibili, ma lui non è il peggior leader di questo ventennio.    La Russia è un paese ove si manifesta il dissenso nei limiti concessi dalle loro leggi probabilmente, ma non c’è l’amarezza e la disperazione che si respira in Occidente. Ecco perché per noi, è strano vedere un grande paese dove regna un clima così tranquillo! Perché noi siamo in subbuglio contro le istituzioni, e crediamo che in Russia debba essere peggio che da noi, poiché ci hanno inculcato il concetto che lì vige un clima di controllo totale nei confronti del cittadino. Evidentemente, scambiamo il controllo per mantenimento della sicurezza, quando in Europa poi abbiamo le forze dell’ordine che dovrebbero garantire questa famigerata sicurezza, e invece, ultimamente passano il tempo a controllare il cittadino, come fosse un criminale a priori. Non siamo neanche più liberi di camminare, con la nostra auto in città. Di cosa stiamo parlando?

La Russia non aveva poi nessun motivo logico di trasmettere in diretta quel funerale! Esisteva una ragione per farlo? Non era un affare politico, né di Stato, né di interesse culturale. Quindi, ci si è limitati a riportare la notizia sui giornali come si fa per altre faccende e, a dire il vero, senza neanche infierire troppo nonostante Navalny fosse una figurina di Washington… [che lo ha tradito e sostituito]. Ma di questo, se ne parlerà sicuramente più avanti!  Le grandi dirette del funerale ed un interesse così acceso, potevano essere solo prerogativa dell’Occidente che se ne è servito, che ha sbranato il corpo di Navalny prima ancora che venisse sepolto inventando calunnie sulla sua morte, riempiendo i giornali di fesserie. Che mancanza di rispetto, per un uomo che non c’è più! Che ha forse avuto la colpa d’essersi prestato troppo allo straniero per denaro, d’essersi fidato degli occidentali che non si sono certamente sprecati, in questi mesi, per chiederne la liberazione! Il minimo indispensabile, ma nessuna grande opera di supporto per lui, nessun segno di affetto o presenza, né volontà reale che uscisse di prigione (vediamo invece che il popolo si organizza spontaneamente  per Julian Assange!). Sono rimasti per lui, gli accordi militari nelle retrovie, gli scambi di prigionieri! Navalny faceva comodo all’Europa più da detenuto che non da libero: era l’unico appiglio infantile per poter punzecchiare all’occorrenza l’attuale leadership del Cremlino. E quando lui è morto, hanno insabbiato i ghigni nel buonismo facendosi vedere presenti alla famiglia, laddove non ci sono mai realmente stati! Anzi, peggio! Nessuna parola alla mamma di questo giovane uomo compare sulla stampa, se non piccoli accenni di circostanza nascosti tra le righe, da parte di qualche oratore un po’ più attento. La hanno nominata solo quando c’era una controversia sul tipo di cerimonia da allestire, poi più nulla.  Molte moine invece, sono state spese nei confronti di quella vedova che lo ha abbandonato, da cui lui era separato ormai da tempo, e che è salita subito alla ribalta a prendersi gli onori, attraverso i riflettori!  Ed ecco, che il funerale si è trasformato in una passerella. L’unica luce immensa era irraggiata dalla madre in lacrime, affranta, che ascoltava i cori attorno a lei, svuotata e triste, con gli occhi rivolti al feretro alla ricerca del sorriso di suo figlio che non c’è più. A lei, forte perché ha visto gli avvoltoi volteggiare sul corpo del suo amato, va il vero grande abbraccio non solo di chi amava suo figlio, ma anche di chi lo odiava. Dopo la morte siamo tutti uguali! Le famiglie, vanno sostenute! Per una madre è sempre un dolore lancinante dire addio ai propri figli. In genere, si spera possano vivere più di noi genitori! L’Occidente ha strappato quest’uomo alla vita, trasformandolo in un manichino cui fare qualche applauso per ogni parola contro Putin, urlata ai giovani.  Lo pagavano, per questo ruolo. Il funerale si è svolto in tranquillità; le forze dell’ordine erano schierate in gran numero ma hanno garantito la sicurezza, considerando il fatto che sono accorse le delegazioni dall’Europa. Credete che i russi, lasciassero scoperta e indifesa la zona con tutte quelle personalità presenti? In quale paese incivile, credono di essere andati in visita gli europei? Era il minimo che potessero fare. La folla accorsa ha fatto tutto ciò che voleva e pacificamente: si sono alzati addirittura i cori contro Putin e contro la guerra per bocca dei seguaci di Navalny, ma nessuno è stato zittito o arrestato dalla Polizia per questo! C’era anche chi deponeva fiori e  stava più in silenzio per rispetto, estraniandosi dalla piccola baldoria che ogni tanto tuonava nell’etere come in un mercato rionale. Ci hanno raccontato in questi anni, che in Russia se osi dire male di Putin ti arrestano, che, se osi pronunciare la parola ‘guerra’, intervengono per zittirti. Non è accaduto! Dicono esserci stato qualche tafferuglio ai margini, dopo la cerimonia. Sedato, e non come sono stati sedati gli studenti a Pisa! La sicurezza deve essere mantenuta, a prescindere! Ed è comprensibile tenere in considerazione il numero di attentati avvenuti in Russia, e in Donbass, per mano di chi abbraccia le ideologie occidentali! Un gran movimento di folla potrebbe essere il pretesto per dell’altro. Per il resto, la giornata intorno al cimitero e nei pressi della Chiesa è stata tranquilla, si è svolta in libertà piena di esprimere qualunque pensiero urlato al cielo. Tra fiori, candele ed anche parole in opposizione al Presidente di Russia. Oggi, quel Presidente vola così alto che non lo tocca più neanche la propaganda. Non teme i finti oppositori. Ha rispettato la celebrazione del funerale laddove in Europa, quando le funzioni religiose hanno coinvolto i russi, ci si è presentati coi secchi di vernice rossa per lanciarli in faccia agli Ambasciatori di quel Paese: è accaduto nel bel mezzo dei cimiteri, durante le preghiere ai morti e la deposizione dei fiori! In Italia, le forze dell’ordine hanno fatto violenza addirittura ai sindaci, in fascia tricolore, dei propri comuni del Sud e che erano intervenuti a una manifestazione a Roma, recandosi successivamente presso i palazzi, per essere ricevuti. In Italia, i poliziotti hanno ferito a sangue un gruppo di studenti minorenni che manifestavano per la Palestina. Ci sono stati diversi feriti, e nessuno è stato punito per questo gesto estremo. Ancor prima, mesi fa, hanno spazzato via con gli idranti i lavoratori portuali in pacifica protesta, che tenevano il rosario della Vergine Maria tra le mani! In Italia, le condizioni dei luoghi di detenzione sono vergognose, e i detenuti si legano il cappio al collo e muoiono al ritmo di uno a settimana; spesso, pare non si tratti neanche di suicidio! E ci permettiamo dal podio di fare i filosofi saccenti… contro le prigioni russe! Accusiamo i russi di un omicidio senza avere alcun dettaglio che tenga in piedi la tesi, e nel frattempo lasciamo morire i nostri detenuti.  In Italia, censuriamo i film sulla guerra in Donbass e i documentari sulla Palestina, pur di nascondere il fatto che le nostre istituzioni si rendono partecipi dei massacri in quei territori. Ci si pone anche problema per una frase pronunciata da un cantante, o per il contenuto di un libro che si ritiene offensivo… solo perché non perfettamente allineato all’ideologia corrente. La chiamano istigazione all’odio, e non sanno neanche cosa è l’odio. Intanto in Palestina, i bambini muoiono di fame e ci si spaventa quasi di indignarsi per questo, perché si teme di fare un torto a Israele! Nei prossimi giorni in Russia, i controlli rimarranno alti. Il rischio di attentati o di azioni scomposte organizzate dall’Occidente alleato coi movimenti neonazisti,  è alto. Nel frattempo, un altro uomo se ne è andato. Ha fatto parlare comunque di sé. Le preghiere sono state rispettate.  È stato un grande giorno quello del funerale di Navalny:  è crollata un’altra menzogna sul regime violento di Putin. La Russia ha solo ricordato a tutti, ciò che abbiamo dimenticato. Ha dimostrato di essere tollerante, di rispettare il culto dei morti, come in ogni paese civile dovrebbe essere.

02 marzo 2024 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv                      

PAUSA CAFFE’

Scroll to top
error: Content is protected.