“SALVA TE STESSO E SALVERAI IL MONDO”: L’INTERVISTA A PAOLO MARRONE CHE GUARISCE DALLA GUERRA.

“SALVA TE STESSO E SALVERAI IL MONDO”: L’INTERVISTA A PAOLO MARRONE, CHE GUARISCE DALLA GUERRA.

di Paola Mora

Il mondo è in agitazione, o forse, ad essere in evoluzione siamo noi che abbiamo deciso di superare i nostri limiti, le nostre paure, ed esse sono apparse affinché le affrontassimo. Quest’intervista è un viaggio nell’infinito, non a New York e non in Tibet, ma è per quelli che hanno compreso l’importanza di questo momento storico e si sentono pronti a sfidarlo. Paolo Marrone è autore, ricercatore indipendente nel campo della fisica quantistica applicata alla crescita personale; indipendente: una parola importante, che piace particolarmente a chi rifugge la prigionia della manipolazione, o l’abuso di potere… quando esso prevarica i più deboli mortificandone la dignità! È una giornata di sole splendida, antipasto della primavera, e il dialogo di oggi si svolge al telefono mentre fuori l’aria promette belle novità, soprattutto il sogno di un ‘mondo nuovo’. Ma chi è, e dove nasce Paolo Marrone?    

  

Paolo Marrone, come persona, nasce nel 1962 a Roma. Ho la veneranda età di 61 anni. Invece, il Paolo scrittore e divulgatore nasce abbastanza tardi, intorno ai miei 47 anni, dalla mia passione per la fisica quantistica che ho avuto sin da ragazzo. A scuola, quando si compravano i libri per quell’anno, ricordo bene che il testo di fisica io lo divoravo ancor prima che il professore ne spiegasse i contenuti. Lo divoravo, appena lo compravo! Non sono mai riuscito a spiegarmelo, ma fin da bambino ho sempre avuto la sensazione che il mondo che vediamo non è tutto ciò che esiste, e che quindi ci sia qualcosa di oltre il visibile. Ovviamente, da piccolo si riduceva tutto ad una mia sensazione, non riuscivo a tradurla in concetti o a parole. Io somiglio molto a mia madre, ma la mia famiglia è sempre stata lontana da questi argomenti che io affronto come divulgatore; non se ne sono mai interessati! Mio padre era un poliziotto, mia madre ha fatto la cuoca, mestieri completamente diversi dalla tipologia di cose che mi appassionano. Crescendo, mi sono segnato all’Istituto di Fisica Nucleare a Roma, vicino al centro di ricerca di Frascati, dove ci sono dei laboratori molto importanti e ho avuto il piacere di poter ascoltare insegnanti di altissimo ordine; peccato, che la struttura è stata convertita in un istituto d’Informatica! La fisica quantistica, avevo idea mi potesse dare proprio le risposte che stavo cercando su quello che c’è… oltre quello che i nostri sensi percepiscono. Tuttavia, la risposta non mi è arrivata lì! Ho dovuto aspettare molti anni, quando ho iniziato a leggere alcuni testi di dottrine orientali (induista, buddista) e mi sono accorto che i contenuti, erano di base dei concetti che oggi la fisica quantistica sta spiegando. Difatti, migliaia di anni fa, le dottrine orientali dicevano cose che si avvicinavano molto a quello che la fisica quantistica sta scoprendo attualmente”.

L’intervista a Paolo Marrone è mite e distesa, scorrevole come l’acqua di un fiume che non scorre affatto! E scopriamo che c’è qualcosa di antico, nelle dottrine spirituali orientali, che la più giovane fisica quantistica sta esplorando attraverso i suoi scienziati, soltanto adesso! In effetti, la fisica quantistica ha poco più che cento anni di età essendo nata nei primi del ‘900 in Occidente, tra l’America e l’Europa. Gli antichi manoscritti orientali sono proprio le impronte lasciate dagli antenati per permetterci di percorrere questo viaggio, che è (ri)cominciato da poco! “Non potevano parlare certo di fisica quantistica con i termini attuali, cioè in termini di particelle, onde, vibrazioni! Però le conclusioni cui arrivavano gli antichi, erano semplicemente le stesse; ed è questa, la cosa che mi ha fatto letteralmente saltare sulla sedia! Lo stesso ‘mondo di maya’ è legato al concetto di mondo illusorio, una nozione buddista; così come l’’impermanenza’ è una tesi primitiva, che è stata ripresa dagli scienziati nei tempi più recenti; i quali scienziati, non si sono resi conto di stare dando conferma a ciò che si discuteva anticamente con altri termini. Queste due cose erano completamente indipendenti… solo perché una, non conosceva l’altra! Il mondo che vediamo è un mondo illusorio, anche se la fisica moderna non parla semplicisticamente di illusorietà, ma di frequenze (quel che è impalpabile). Avendo scoperto che nella materia fisica in realtà non c’è nulla di solido, parliamo sempre e soltanto di energia che vibra a certe frequenze. Il concetto poi, che il mondo esiste solo quando viene osservato, spiega in modo netto quello che già si sapeva migliaia di anni fa, e cioè che si trattasse di qualcosa di esistente solo nel mondo dell’Osservatore. Ho fatto una ricerca, sulle connessioni tra ciò che veniva scritto in tempi più remoti nei testi sulle dottrine orientali, e ciò che oggi gli scienziati stanno scoprendo nei laboratori di fisica quantistica. Questo mio lavoro di ricerca è poi sfociato nei libri che ho scritto”. I libri dell’autore Marrone sono un po’ come chi li ha scritti: semplici ma non banali, dimensioni dell’uomo diverse in cui si entra, ma è difficile uscirne allo stesso modo con cui ci si è entrati. La lettura è adatta a chi è pronto al salto, ma anche a tutte quelle persone che amano cercare la tranquillità e quel senso di pace, che si prova all’ombra delle querce quando l’estate incombe… e sotto le ghiande è sempre autunno! Le pagine sono viaggi all’interno di se stessi, attraverso gli spunti dell’autore che li divulga in maniera distensiva ed agile, anche se in realtà le sue riflessioni provocano dei piccoli terremoti interiori di sconvolgimento delle proprie credenze. “Fondamentalmente, non esiste proprio nulla! E quello che stiamo facendo qui in questo mondo, è come se lo stessimo vivendo in un sogno!”, sostiene Paolo Marrone.  “Banalmente, la fisica quantistica ha scoperto che una particella non esiste finché non viene osservata. Se allora tu chiudi gli occhi e non hai percezione di qualcosa, di fatto… questo qualcosa non esiste! Immagina, di sognare che sei su una spiaggia. Per te è tutto vero, percepisci le sensazioni come il rumore delle onde, il profumo del mare, il calore del sole; ma sei soltanto nel tuo letto, e non ovviamente sulla spiaggia. Suona la sveglia, apri gli occhi e ti rendi conto che quello che hai sognato si è dissolto. Ci si sveglia… quando si entra in un livello di consapevolezza diverso!  In realtà, secondo me, siamo in un sogno anche quando ci svegliamo nel nostro letto!  Perché allora, non ci accorgiamo che anche quello è un sogno? Per il semplice motivo, che non ci svegliamo! E quindi, non riusciamo a vedere ciò che siamo, osservandoci dal di fuori! Finché restiamo dentro al sogno, non possiamo accorgerci che è un sogno! Questo, è legato profondamente a ciò che hanno scoperto nella fisica quantistica; ci sono degli esperimenti, che stanno facendo comprendere come non esiste nulla se non c’è un ‘Osservatore’ che lo sta osservando, che, tradotto, vuol dire che il sogno non esiste… se non c’è un sognatore che lo sta sognando”.

Paolo Marrone indirizza la discussione su uno dei libri di cui è autore, ‘Tu sei origine che rende l’idea della ricerca che ognuno di noi può fare di sé, spingendosi oltre il sogno e le apparenze.  I contenuti affrontati, aiutano a svelare quali sono le leggi che regolano l’Universo. Di conseguenza, la ‘Coscienza’ viene spiegata come una risposta alle domande che ci facciamo, sostenendo la tesi dell’’Osservatore’ e dell’’Osservazione’. L’Osservatore siamo noi… che non esistiamo!  L’Osservazione è il soggetto protagonista, sempre partendo dal presupposto che esso è infinito, e innanzitutto: “Coscienza”.

Secondo te, visto che è tutto un sogno, perché creiamo questo sogno? “. Glielo chiedo per il fatto che, se tutto ha uno scopo, deve esserci sicuramente una spiegazione anche all’inconsistenza della materia dimostrata con la fisica quantistica. Mi risponde: “In effetti, non esiste neanche la persona che tu credi di essere, che è solo un’apparizione all’interno del sogno. Cos’è che accomuna queste due entità, il sognato ed il sognatore? Banalmente, è la Coscienza che li racchiude! Ed essi, sono apparizioni all’interno della Coscienza. Il sognatore non corrisponde mai, alla persona che è dentro al sogno (la realtà illusoria, che ognuno di noi vive). Chi è allora, che sta sognando? Sta sognando qualcosa di più elevato: io lo chiamo il nostro vero sé, la nostra vera essenza o anche natura divina.  Perché creiamo questo sogno? Credo sia per il fatto che ci siamo dimenticati di essere delle creature divine e abbiamo creduto, a un certo punto, di essere separati dal “Tutto”. Ma la verità, è che siamo inseparabili da esso. Il fatto di essere convinti che invece siamo separati, è il problema. Poiché creiamo il mondo in base alle nostre credenze e convinzioni, se crediamo nella separazione… questa nostra credenza corrisponderà a tutto ciò che si materializza nel mondo che noi vediamo adesso, ed in cui crediamo di trovarci. È infatti un modo duale, dove esiste tutto e il contrario di tutto – il Bene e il Male – e sembriamo separati”. Dicono che anche le parole abbiano il loro potere con cui le abbiamo create, e allora, riflettendo su questi concetti del ricercatore e divulgatore Paolo Marrone, non si può non notare che il mondo è “finito e duale”, laddove l’(Uni)verso è infinito (dal momento che non riusciamo ad immaginarlo), ed ‘Uno’. La Coscienza è per antonomasia Universale, in un mondo duale.  Paolo Marrone, infatti, spiega che la Coscienza è una sola: “Non esiste la mia coscienza e la tua coscienza, ma essa è l’’Uno’. Da questa evidenza si sviluppa anche il concetto quantistico dell’entanglement. Due particelle, una volta che interagiscono tra loro, possono anche in seguito trovarsi a chilometri di distanza, ma, rimanendo profondamente intrecciate ed interconnesse, qualunque cosa fa la prima particella… immediatamente e a tempo zero si ripercuote sull’altra. Vuol dire che noi crediamo siano due particelle separate, ma in realtà è la stessa particella. Lo spazio che ci sembra le separi è uno spazio fittizio, che non esiste (carattere non locale della realtà fisica) e che creiamo noi per suggestione”.

“Dire che Paolo Marrone si occupa di fisica quantistica applicata alla crescita personale, significa riferirsi al fatto che la crescita, deve portare ad una riunificazione tra noi e tutte quelle parti che crediamo essere divise da noi? È questo lo scopo?”. “Crescita personale per me vuol dire soltanto una cosa, che è lo scopo ultimo, cioè: tornare all’origine, riscoprire la nostra vera natura, rendersi conto che il mondo non è fatto di quello che sta accadendo all’interno della nostra mente, e che non siamo la persona in carne ed ossa che crediamo di essere. Crescita vuol dire capire che siamo ‘esseri divini’, potenti al punto che creiamo la nostra realtà. È un potere che nessuno potrà mai toglierci!  Quando crediamo di essere separati e che sul mondo non abbiamo nessun controllo, è lì che nascono i nostri problemi: paure, incertezze, il meccanismo stesso di difesa e di attacco, le guerre quotidiane ma anche le grandi guerre che accadono tra nazioni. Ritrovare la nostra natura, è lo scopo. Il mio lavoro è orientato a far comprendere che il mondo è dentro di noi, in modo che l’approccio cambi. Innanzitutto, l’altro, non è più da intendersi come un nostro nemico ma come se fosse un nostro specchio; qualcosa che stiamo proiettando, ma che rappresenta la parte di noi che abbiamo rinnegato e non riconosciuto. Da qui, comincia il lavoro di ‘reintegrazione’ di quelle parti di noi che non accettiamo, per tornare infine all’’Uno’ da cui tutto ha avuto origine. Questo, serve a comprendere realmente chi siamo!”, conclude Paolo Marrone. L’enfasi costruttiva del lavoro di ricerca di Marrone è riscontrabile nell’esigenza che egli propone di avvicinare, la fisica quantistica in quanto scienza, alla sua applicazione alla vita quotidiana intesa in maniera individuale, per ricomporre ciò che siamo. In un mondo in tumulto, dove i materialisti si limitano ad applicare la quantistica alla tecnologia per determinare il controllo dell’individuo, il paradigma dell’individuo che invece si appropria della quantistica per sviluppare la crescita personale – aiutando se stesso a svincolarsi dalle credenze e dalle manipolazioni – è straordinario! “Assolutamente sì, uso la fisica quantistica come grimaldello per bypassare la mente razionale”, è la sintesi del Paolo Marrone ricercatore e divulgatore.

In veste di autore, al medesimo tempo, c’è un altro suo libro molto particolare edito nel 2016 ed intitolato: “Il monaco che non aveva un passato”. Racconta di un uomo che deve partire per New York, la sveglia non suona, e lui perde l’aereo; ma uno sconosciuto gli offre un’altra possibilità! Da qui, comincia un viaggio in Tibet attraverso cui il protagonista entrerà nel mondo della fisica quantistica. Confrontandosi però con un monaco che egli incontra all’interno di una biblioteca, quest’ultimo quasi lo sgrida per dirgli:” …guarda, non è così come dici tu! Ti fai le domande sbagliate, ti fai le domande sbagliate!”. Allora, sulla scia di questo racconto, chiedo all’Autore: “Quali sono, secondo te, le domande giuste?”. Ed  egli esplode in una risata sonora:” La domanda giusta… è quella che mi hai appena fatto tu, e cioè: – qual è la domanda giusta? – C’è una frase nel mio libro che è calzante e che risponde in parte a quello che mi stai chiedendo. Si tratta del momento in cui al monaco viene chiesto come si fa a ritrovare se stessi. Il saggio risponde: “… guarda, è semplice, devi chiederti chi sei e poi devi scartare qualunque risposta ti venga in mente”. Quindi, la domanda giusta è ‘chi sono io’, ma la risposta non c’è! Quello che vuol dire il Maestro, è che noi siamo ‘Tutto’ e quindi, non è possibile identificare il nostro essere in base a degli attributi. Allo stesso modo, la Coscienza non si può dire cosa sia o che sia qualcosa di specifico, perché nel momento in cui lo facciamo la limitiamo”. A questo punto dell’intervista, Paolo Marrone cita un passo della Bibbia dove questa riflessione è persino confermata. Fa l’esempio di Mosè, che, quando sale sul monte a prendere le Tavole dei Dieci Comandamenti, vede un arbusto che sta bruciando e da cui esce una voce – quella di Dio – ma quando Mosè gli chiede “chi sei?”, quella voce gli risponde: “Io sono colui che sono!”. L’autore Paolo Marrone, difatti fa notare che: “Non gli dice, ‘io sono Dio!’. Non può dirlo, perché a quel punto esisterebbe anche qualcosa che non è Dio, ponendo dei contorni e dei limiti al proprio essere. Se Dio è Tutto, non può dire di essere ‘qualcosa’, perché altrimenti vorrebbe significare che esiste anche qualcosa aldilà di lui che non è Dio! Ecco perché, la vera domanda è: ‘chi sono io’. Deve semplicemente essere d’aiuto, a comprendere che sei ‘Tutto’ dal momento che non c’è una risposta univoca che riesci a dare a quella domanda”.

“Perché New York, e perché il Tibet?”, gli chiedo riferendomi al suo libro.

Mi risponde:

” New York nasce dalla mia esperienza reale. Quando ho scritto quel libro – in cui ho inserito dei tratti autobiografici – desideravo vedere New York. Era il mio grande sogno, ma non c’ero mai stato. Poi, dopo aver pubblicato il libro, paradossalmente ci sono andato!  Il Tibet lo ho scelto perché il racconto è nato da alcune frasi che mi sono venute in mente mentre stavo guidando nel traffico di Roma, e che uno dei personaggi – cioè, il Maestro – ripeterà al protagonista in una biblioteca, quando i due cominciano a interagire. Le prime frasi che il saggio pronuncia nella biblioteca, sono quelle che mi sono venute in mente mentre guidavo; frasi molto profonde, che parlavano in seconda persona dentro di me e che mi davano del tu, come se una persona esterna lo stesse facendo. In realtà, nessuno di esterno mi parlava. Erano semplicemente i miei pensieri mentre guidavo! Quando sono arrivato a casa, per non dimenticarmele, la prima cosa che ho fatto…  le ho scritte; e nei giorni seguenti mi sono venute in mente altre frasi, tanto che non mi reputo l’autore del libro, ma credo che questo libro…mi sia arrivato, non so da chi, e si è costruito pian piano mentre io ho solo agevolato questo processo.  Porlo in Tibet è stato semplice perché se pensi a un guru, a un santone con la barba, viene in mente il Tibet!”.

“Personalmente, Paolo Marrone si sente più il monaco o più il viaggiatore… di questo libro? “Assolutamente, il viaggiatore! Per il motivo che dicevo prima, ovvero il fatto di percepire che il suo contenuto mi è arrivato da qualcuno! Io stesso sono stato il primo lettore di quel libro, e che si è stupito di alcune cose che vi sono scritte. Alla fine del racconto, il protagonista si sveglia semplicemente nel suo letto e con i biglietti per New York sul comodino, mentre in Tibet non c’era mai stato perché si trattava solo di un sogno! Il Maestro, che è quindi solo un sogno, dice anche… “la mia saggezza è la tua saggezza”. Ed il motivo è che: quando ci si sveglia nel letto, ci si rende conto che è tutto dentro di noi. Non c’è alcuna separazione tra Noi e il Maestro! Il personaggio del viaggiatore, nel mio libro è solo la parte inconsapevole del mio vero essere, quella che si è persa nel sogno. Mentre il Maestro è la parte saggia, che conosce e sa di essere un sogno.  Il monaco non aveva un passato, perché nel momento in cui si sogna qualcosa, essa non ha alcun passato!”, conclude Marrone.

Quando scherzo sul fatto che nel prossimo sogno dovrà comprare i biglietti per andare in Tibet, lo scrittore Paolo Marrone comunica divertito con una seconda ampia risata: “…ci vorrei andare veramente… – e poi aggiunge, riprendendo un tono serio – “…anche se il Tibet oggi ha un problema, e cioè che di monasteri veri è difficilissimo trovarne! L’invasione da parte della Cina li ha assoggettati al governo cinese, e la maggior parte di essi sono solo luoghi per turisti, o meglio: finzioni per turisti! Quindi, la figura del saggio ho paura che sia un po’ scomparsa!”. Gli faccio notare che, se tutto quello che lui mi ha detto è vero, allora se è proprio egli stesso che riuscirà a credere nell’esistenza di un saggio in Tibet, questi si materializzerà dal nulla. Poi, divergo su un altro argomento riprendendo i concetti da cui eravamo partiti, ovvero quello della fisica quantistica come prolungamento delle antiche riflessioni sul mondo. Paolo Marrone avvicina la fisica quantistica in quanto scienza, alla sua applicazione nella vita quotidiana; che non riguarda semplicemente i suoi aspetti utilitaristici e di business – in cui essa viene destinata allo sviluppo tecnologico – ma che si aggancia alle discipline e dottrine orientali. In un certo senso, quel che è emerso scientificamente sembra essere la trasposizione del pensiero dei Grandi Maestri, i quali ci hanno sempre invitato a riflettere sul chi siamo e sul fatto che molto della nostra vita è un insegnamento, un percorso più grande che riguarda la Coscienza o il nostro sé superiore. Negli ambienti in cui si studia il campo della quantistica, potrebbero esserci degli scettici che invece tendono a scindere una, dall’altra cosa. Cosa ne pensano gli altri ricercatori del parallelismo tra dottrine orientali e fisica quantistica? Paolo Marrone spiega che ci sono tantissime persone ed illustri scienziati, che hanno anche una cattedra in importanti Università, e che condividono questa crasi:

” È sicuramente una minoranza, considerando però che oggi chi ha una cattedra, deve anche stare attento a quello che dice perché rischia di perderla. Purtroppo, c’è una forma di pensiero dominante legata a certi dogmi, che è intoccabile nella scienza ufficiale, e questo fatto limita molto chi ha una visione più ampia e osa andare oltre quello che la scienza accetta. Ma ci sono tanti nomi di luminari ufficialmente riconosciuti, che hanno affrontato questo argomento e lo condividono. Potrei citare David Bohm; o Robert Lanza, ricercatore americano che ha inventato il termine ‘biocentrismo’ per intendere che l’essere umano è al centro del mondo e lo crea. Ma anche chi ha introdotto la fisica quantistica in origine, come Werner Karl Heisenberg o Max Planck, scrivevano dei trattati in cui dicevano che l’unico modo per spiegare la materia è comprendere che c’è una mente superiore che la governa, e che essa non esiste come tale, ma esiste in funzione del suo creatore. I successori di questi grandi ricercatori e premi Nobel, hanno un po’ dimenticato questi princìpi e si sono votati al materialismo limitandosi a raccontare quei vecchi concetti in maniera scientifica, ma senza tentare di dargli una spiegazione. Apparentemente, quel che dice la fisica quantistica violerebbe il principio di A. Einstein sulla velocità della luce, quando lui afferma che nulla, viaggia più velocemente d’essa. E invece no! Come ho detto in precedenza, nella teoria delle particelle e dell’entanglement accade tutto a tempo zero. Einstein aveva ragione, perché la verità è che le due particelle, sono la stessa particella separata da uno ‘spazio illusorio’.   

Nulla è per caso, e le coincidenze non esistono. Ce lo ripetiamo in tanti, ma senza riflettere seriamente su cosa questo implica e significa, nelle nostre vite! Paolo Marrone consiglia di riporre invece molta più attenzione, su questa circostanza secondo cui nulla è casuale. Sostiene, che, se è vero che tutto dipende dai nostri pensieri, e allora si inizia a fare dei collegamenti tra quello che pensiamo e quello che ci accade, potremmo renderci conto della grande magia che vive dentro di noi: “Il problema è che quello che accade, spesso è molto distante dal tuo pensiero e da quando tu lo hai pensato. Ecco perché non si riesce sempre a collegare ciò che accade… a un pensiero fatto in precedenza! Ma se iniziamo a fare questo tipo di lavoro e proviamo ad analizzare seriamente i nostri pensieri, ci renderemo conto di come siamo noi a creare la realtà, e non avviene casualmente. Il mondo è il risultato, di quello che tu stai credendo del mondo. Quando cambiamo le nostre credenze sul mondo, possono accadere cose nuove, diverse!”, sostiene Paolo Marrone. 

Igor Sibaldi, è un divulgatore conosciuto anche per la cosiddetta “tecnica dei 101 desideri”. Consiste nel formulare i nostri desideri osservando alcune semplici regole, visualizzandoli e racchiudendoli in una frase affinché poi essi si manifestino una volta che li abbiamo trascritti sulla bella copia di un quaderno, e nel tempo. È un aiuto per prendere consapevolezza su qualcosa che noi già facciamo ogni giorno senza accorgerci, e che ci fa capire il potere che abbiamo di creare eventi attraverso i nostri pensieri. Paolo Marrone lo cita all’interno di uno dei suoi libri, e approfondisce questa dinamica nell’intervista: “… È una tecnica interessante perché è anche un modo per analizzare i nostri limiti. L’esercizio di Sibaldi ci fa capire quanto noi limitiamo noi stessi, anche nel modo che abbiamo di esprimere un desiderio. Ci limitiamo nei nostri sogni ancor prima di esprimere il desiderio stesso, perché pensiamo che non è possibile raggiungere una determinata cosa. E quindi, essa non arriverà. Si traduce, in un ordine all’Universo di non portarcela più! Ecco perché, quando lo ho sperimentato, mi sono sforzato di chiedere ciò che andava oltre la mia parte razionale. È la chiave di tutto: l’Universo non ti porta i tuoi desideri, ma ti porta quello che tu credi e senti”, spiega Paolo Marrone. E allora, l’invito ad approfondire qualcosa che potrebbe essere correlato a questo concetto: che impatto ha la fede, sulle leggi della fisica quantistica? Risponde, che la fede è legata alle nostre credenze ma il vero problema è “credere in qualcosa senza averne fatto esperienza”. E aggiunge come… “la fede è qualcosa che va conquistato, è un lavoro di crescita personale che si fa su se stessi per riuscire a raggiungere un certo grado di consapevolezza. La fede non è credere a un dogma perché qualcuno te lo ha detto, ma è una conquista!”.   Parlando di ricercatori che per non perdere una cattedra si riducono al silenzio – potrebbero urtare alcuni imperi, fondati su dogmi e credenze – e affrontando quindi l’argomento della censura cui siamo sottoposti in vari ambiti negli ultimi anni, l’intervista si chiude con uno spaccato sul teorema geopolitico che stiamo vivendo. Probabilmente, la crisi attuale dipende anche da una rivoluzione che sta accadendo a livello quantico! 

Come immagina Paolo Marrone, il ‘nuovo mondo ’?  “C’è un’accelerazione, in questa evoluzione in corso, che è molto forte e sta avvenendo proprio negli ultimi anni! Non bisogna aspettare che qualcosa cambi all’esterno, o che gli altri si sveglino. Il lavoro è solo ed esclusivamente personale. ‘Salva te stesso e salverai il mondo ’, questo è il mio motto! Perché il mondo è un tuo sogno, e allora sei tu la prima persona che deve salvarsi. La salvezza è nel comprendere chi si è realmente, come è scritto anche nei Vangeli, ed è intesa come ‘comprendere la nostra vera natura’. Gesù ci chiamava ‘fratelli’ perché siamo al suo stesso livello, e Lui è venuto a dimostrarci che siamo come Lui: esseri divini; la sua missione è stata questa, anche se il messaggio poi è stato distorto. Ci ha insegnato questo! La salvezza parte dentro ognuno di noi, senza aspettare che gli altri ci seguano. Quello che accade intorno a te, accade nella tua mente, quindi, la tua salvezza è la salvezza del mondo!”.     

Chiedo a Paolo Marrone un consiglio per le persone confuse, quelle che non riescono a capire cosa sta accadendo e perché accade; che sanno come alcune cose si stanno modificando o hanno questa percezione, ma temono il futuro e vivono il presente con irrequietezza. Marrone sostiene che non esiste una cura per questo perché “con chi non è pronto, non ci si può fare nulla. Si perde tempo!”. Ma indica anche una strada alternativa al problema quando dichiara che, se da un lato “la prima cosa fondamentale è che le persone devono essere pronte e chi è pronto ti cerca, e non lo cerchi tu”, l’altro risvolto della medaglia è ancora più importante, e cioè:” …non si deve pensare che quelle persone che non sono pronte, siano staccate da noi; in realtà si tratta del fatto che stiamo guardando aspetti di noi che dobbiamo ancora guarire. E il loro dubbio è anche il mio! È il dubbio che io ho dentro di me e devo ancora risolvere, quindi lo sto materializzando all’esterno – perché questo è un sogno – ma quelle, sono parti di me. Quando parlavo del lavoro di integrazione del mondo esterno, mi riferivo proprio questo, e cioè, comprendere che la persona che vedi davanti a te e che è inconsapevole di alcune cose che accadono…è in realtà una parte di te che è inconsapevole, e nel profondo vuole comprenderle meglio. Quindi, imbatterci in persone che non sono pronte, ci serve ad affinare ancora meglio il nostro lavoro interiore e a completare il nostro lavoro di integrazione”.

Uno sguardo va anche ai prossimi progetti di Paolo Marrone, che da pura lettura di un libro scritto dall’autore, diventano essi stessi esperienza diretta: “Sto per pubblicare tre libri incentrati su tre argomenti diversi, che servono non solo alla lettura ma che immedesimano nell’esperienza. Sono libri da colorare. Permettono al lettore di colorare delle figure, scelte in maniera apposita, per entrare nell’inconscio. Il principale scopo è abituare il lettore a fare un’esperienza dell’attenzione incondizionata, per riporla in un certo lavoro ripetendo a mente delle frasi. Ogni disegno è abbinato a una frase, che serve a rinforzarsi e a modificare contemporaneamente le proprie credenze. Uno dei libri è sul ‘vincere la paura’, il secondo è per ‘migliorare la concentrazione’, e l’ultimo serve per ‘autoconvincersi che possiamo ottenere qualunque cosa nella vita’”.

Ma la domanda più intima a Paolo Marrone riguarda il come lui sta vivendo questo periodo di grande cambiamento, e cosa si sente di dire sugli scenari che abbiamo davanti, la guerra russo-ucraina, il conflitto palestinese, gli scombussolamenti in Europa.

“Sto vivendo ciò che accade come una sfida – risponde senza prendersi del tempo per farlo – ed è chiaro che, se all’orizzonte ci sono ancora nuvole nere, è perché devo insistere nel lavoro che sto facendo su me stesso; è un incentivo a continuare a lavorare, non mollare, divulgare, perché siamo certamente in un sogno… ma se il sogno è pieno di più gente consapevole, è un sogno più bello! È una sfida a cui sono pronto. Non mi sono tirato indietro durante il Covid quando ho dovuto lasciare il lavoro, perché non mi ero vaccinato, e lo ho fatto perché la mia salute vale più dello stipendio che prendo a fine mese! Il divieto poi è cessato, e sono fortunatamente tornato al lavoro, ma sarei stato pronto ad affrontare anche momenti più duri. È una sfida contro un nemico, che alla fine è interno a noi stessi: sono le nostre paure che si materializzano, e che dobbiamo combattere!”.

Si conclude così un altro viaggio, in cui un altro pezzo di noi che avevamo dimenticato, è tornato a noi. Grazie mille, a Paolo Marrone.    

 [Paolo Marrone è sulla pagina Facebook : Il ritrovo della consapevolezza; oppure sul Blog www.campoquantico. it ]

22 marzo 2024 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv

PAUSA CAFFE’

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