SIRIA - DAMASCO CADE SOTTO IL CONTROLLO DEI RIBELLI JIHADISTI E IL REGIME DI ASSAD COLLASSA.
di Anna Turletti - corrispondente estero
L’8 dicembre 2024 segna una svolta storica, ma anche drammatica per la Siria: il governo di Bashar al-Assad, al potere dal 2000, è caduto. La capitale, Damasco, è stata conquistata dalle forze insorte guidate dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), ponendo fine a oltre cinquant’anni di dominio della famiglia Assad. Il collasso del governo è stato repentino, con l’assenza di una significativa resistenza militare. Pochi minuti dopo le 9 di questa mattina, 8 dicembre, un gruppo di insorti ha preso la parola sulla televisione di Stato siriana, dichiarando: «Il regime del tiranno Bashar al-Assad è stato rovesciato». Conferme giungono da diverse città, con immagini che mostrano statue abbattute.
L’avanzata delle milizie anti-governative, iniziata meno di due settimane fa, ha portato rapidamente alla caduta di Damasco. Nel nord del Paese, queste milizie, molte delle quali formate da sigle islamiste e jihadiste combattevano nelle periferie di Homs, mentre nel sud, gruppi ex appartenenti al Free Syrian Army (FSA) e fazioni legate alla minoranza drusa occupavano postazioni abbandonate dall’esercito regolare. La diserzione dei soldati rimasti fedeli al presidente Assad ha permesso agli insorti di prendere il controllo della città e delle aree strategiche circostanti. Anche gli Hezbollah, che spesso erano la fanteria di supporto ad Assad, erano ormai lontani e impegnati su ben altri fronti, mentre l’aviazione russa – spesso a protezione del governo – si è limitata a pochi raid, probabilmente dopo che al Cremlino è stato chiaro che Assad non era più difendibile. Con la perdita di Damasco, il governo si è ridotto a controllare una ristretta area della fascia costiera, comprendente Latakia e Tartus, roccaforti lealiste e della minoranza alawita. Parallelamente, il presidente Assad ha abbandonato la Siria a bordo di un aereo diretto verso una destinazione ignota, come è stata definita dal mainstream. Tuttavia, il velivolo sarebbe scomparso dai radar poco dopo il decollo, alimentando speculazioni sul destino dell’ex leader. Questa la versione riportata oggi da Reuters. Ma al fondo di questo articolo vi trasmetto un’importante informazione, decisamente diversa, secondo quanto ho appreso da una mia fonte autorevole mediorientale.
In precedenza, la TV Al Jazeera aveva riferito che i militanti erano entrati a Damasco, mentre la TV Al Hadath aveva affermato che la capitale siriana era caduta sotto il controllo di gruppi militanti. Il primo ministro siriano Mohamed Ghazi al-Khalali ha dichiarato di volersi rivolgere a “tutti i siriani che hanno a cuore questo Paese per preservarne le istituzioni”, in un video diffuso dopo che gli insorti hanno preso il controllo della capitale Damasco.
Dopo la conquista della capitale, Abu Mohammed al-Jolani, il leader di HTS (che qualche collega definisce “gli eredi di Al Qaeda”), ha ordinato alle proprie forze di non interferire con le istituzioni pubbliche, che rimangono sotto la supervisione del primo ministro uscente, Mohamed Ghazi al-Khalali, fino alla loro consegna ufficiale.
“A tutte le forze militari nella città di Damasco è severamente vietato avvicinarsi alle istituzioni pubbliche, che rimarranno sotto la supervisione dell’ex primo ministro fino alla loro consegna ufficiale“, ha affermato Jolani in una dichiarazione su Telegram, utilizzando il suo vero nome Ahmed al-Sharaa invece del suo nome di battaglia e aggiungendo: “È vietato sparare in aria“. Questo approccio sembra mirare a preservare una parvenza di stabilità istituzionale in un Paese già segnato da anni di conflitto. Nel frattempo, oltre 1.000 soldati siriani hanno cercato rifugio in Iraq, attraversando il posto di blocco di frontiera di Al-Qa’im per entrare nella provincia di Anbar, nella parte occidentale della repubblica, ha riferito l’ Iraqi News Agency citando una fonte dei servizi di sicurezza.
– Reazioni internazionali
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha duramente criticato l’uso di gruppi terroristici come HTS per scopi geopolitici, attribuendo la responsabilità agli Stati Uniti e al Regno Unito per aver orchestrato il rovesciamento del regime. Lavrov ha inoltre ribadito l’inammissibilità di utilizzare tali gruppi per influenzare gli equilibri regionali. Così aveva affermato, dopo l’incontro con i ministri degli esteri iraniano e turco in Qatar.
I ministri degli Esteri di Turchia, Iran e Russia si erano incontrati sabato a Doha per discutere dell’avanzata lampo dei ribelli in Siria, sottolineando la necessità di collaborare congiuntamente per stabilizzare la situazione.
La caduta di Assad rappresenta una delle svolte più significative del conflitto siriano, iniziato nel 2011 con proteste popolari e degenerato in una guerra civile, dalle dubbie caratteristiche. Nonostante il supporto di alleati come Iran, Russia e Hezbollah, il regime è stato travolto da un’ondata di azioni militari, che ha trovato terreno fertile nel vuoto di potere lasciato dalle forze governative in ritirata.
La Siria si trova ora in una fase di transizione estremamente incerta, con il possesso territoriale frammentato e la necessità di ricostruire un Paese che molti vogliono tenere sotto il proprio controllo. Eccovi infine le mie considerazioni.
Questa caduta di Assad può essere vista, concretamente e senza usare nessuna parola dei media ufficiali, come provocata sulla base dei seguenti motivi:
– Il governo di Assad era pro Iran, pro Hezbollah e pro Hamas e quindi scomodo per Israele
– Colpire la Siria significa colpire indirettamente la Russia, e farle perdere influenza e vantaggi nella regione mediorientale.
– Possono esistere questioni di forti interessi per la Siria da parte di aziende come la BP, British Petroleum e di altre aziende USA del settore petrolifero ed energetico.
E concludo la mia sintesi con la notizia importante di cui vi accennavo prima: una fonte autorevole qui dal Medio Oriente mi conferma che Assad sarebbe tutt’altro che scomparso o morto sull’aereo volatilizzato, bensì ormai con certezza al sicuro a Mosca… Ma a qualcuno in Occidente non farebbe molto comodo enfatizzare questa notizia…
Per il momento è tutto.
Passo e chiudo.
8 dicembre 2024 – ANNA TURLETTI – Qui Radio Londra Tv