LA SITUAZIONE DELLA SIRIA NEGLI OCCHI E NELLE PAROLE DI UN SIRIANO
di Anna Turletti - corrispondente estero
– Breve INTERVISTA al siriano Mr. Sob, fuoriuscito da anni dal suo paese di origine, e da tempo ormai stabile in Egitto.
Buongiorno Sob, mi spieghi in sintesi, tu che sei siriano, anche se ormai espatriato da tempo in Egitto, che cosa è successo nel tuo paese?
“Ciao, buongiorno. Ti spiegherò e cercherò di essere il più sintetico possibile. Dunque la rivoluzione è iniziata nel 2011. Era contro il regime di Assad. C’erano manifestazioni pacifiche. E il regime ha continuato a cercare di fermarle anche con la violenza. Quindi questo ha portato alcuni ufficiali dell’esercito, a lasciare l’esercito stesso.
Dopo un po’ hanno creato qualcosa chiamato Esercito libero siriano, il Syrian Free Army. E la guerra è iniziata. Dopo un po’, alcuni estremisti islamici hanno iniziato a venire in Siria e a creare gruppi. Ed è diventata una specie di guerra di religione o guerra civile o qualcosa del genere.
Era una rivoluzione, ma si è trasformata in una guerra civile. E alla fine, e poi dopo, Russia e Iran e altri paesi, sono venuti a salvare Al-Assad. Sono riusciti a salvarlo. E poi ha preso e ripreso il controllo di tutte le città in Siria. A parte una città che si chiama Idlib. Proprio in questa città di Idlib, hanno deciso di prendere tutti i ribelli da tutte le città in Siria per metterli lì. Dopo averli portati a Idlib, sono stati fuori per circa sei, sette anni, forse otto anni, vivendo lì. E poi si sono riuniti. Hanno continuato ad addestrarsi e a svilupparsi, ad imparare e a pianificare. E solo 12 giorni fa, hanno iniziato a entrare nel territorio governativo e hanno preso città dopo città fino a ieri. Fino a ieri ne hanno prese, ma nella notte di ieri hanno preso la capitale e il regime è crollato. Quindi questo è molto brevemente cosa è successo. Se volete maggiori dettagli, per favore fatemi sapere quale area e quale parte vorreste sapere. Sono felice di spiegarvi.”
Secondo te, in questa crisi, che ruolo giocano e hanno giocato gli Stati Uniti d’America? Te lo chiedo in quanto qualcuno dice che questi gruppi di estremisti sarebbero finanziati e addestrati dagli USA e dalla Gran Bretagna e questo per ottenere maggior controllo sulla Siria… secondo te, esistono degli interessi per esempio di controllo dei giacimenti petroliferi e di gas siriani, e di controllo della Banca Centrale Siriana? Personalmente io noto un parallelismo tra la situazione attuale della Siria e quella della Libia di qualche anno fa. Che cosa ne pensi?
“Sono felice di aiutarti perché non sono un accademico, non sono un ricercatore, ma sono una normale persona molto interessata, che ha osservato le cose molto da vicino, dall’inizio della rivoluzione, quindi se stai parlando del ruolo svolto dalla Russia e da alcuni paesi occidentali come il Regno Unito, non penso che il Regno Unito abbia alcun ruolo sul campo, ma sicuramente gli Stati Uniti hanno un ruolo, ma non con l’opposizione: credo che abbiano un ruolo con i CURDI. Li hanno supportati molto e hanno promesso loro di avere il loro paese in Siria, ma poiché il territorio dell’area dei CURDI ha tutto il petrolio, [gli USA] danno loro supporto, armi e addestramento solo per proteggere quest’area e ora stanno “succhiando” il petrolio da lì. Non credo proprio, invece, che i gruppi di opposizione siano finanziati dagli USA, perché prima di tutto non credo che siano estremisti, hanno origini islamiche, e in realtà sono molto civili e trattano tutte le persone molto correttamente, specialmente le minoranze cristiane in Siria. Queste minoranze, sembra che ora vivono più al sicuro con questo gruppo rispetto a come vivevano con il regime di Assad. Sono rimasto sorpreso da quanto siano forti e da come siano riusciti a controllare le loro emozioni perché il gruppo Alawita supportava Assad e ha combattuto per lui e con lui per per 15 anni. E ora [gli oppositori] hanno preso la loro terra, voglio dire, hanno preso il controllo di tutta la Siria, ma non hanno fatto nessuna vendetta. Quindi, ad oggi, nessuno è stato ucciso solo perché è Alawita o cristiano. A proposito del controllo delle risorse energetiche, come ti ho detto, sebbene siriani, non avevamo alcun controllo sulle nostre risorse. Quindi il petrolio era con le forze degli Stati Uniti e il gas era per le forze russe. Quindi spero che ora saremo in grado di riprenderci le nostre risorse. Per quanto riguarda la Banca Centrale, non penso che vogliano controllare la Banca Centrale perché la Banca Centrale è già vuota. Bashar al-Assad, quando se ne è andato, si è portato tutto con sé. Non ha lasciato niente. E 25 anni fa, quando suo zio ha lasciato il paese, suo zio ha avuto un problema con suo padre. Quindi, era anche molto noto che suo zio, prima di lasciare il paese, andò alla Banca Centrale e prese tutti gli euro, scusate, i dollari e tutto l’oro dalla Banca Centrale. Personalmente, per quanto riguarda il parallelismo tra Siria e Libia penso che possa sembrare vero probabilmente da lontano, probabilmente sì. Ma ora quando ti avvicini [quando approfondisci], no, no, assolutamente non esiste. Prima di tutto, i ribelli siriani, tutti loro sono un corpo unico. Sono stati selvaggi insieme, si sono addestrati e si sono preparati da quei giorni. Sono un corpo unico. Quindi hanno controllano tutto, molto bene. Quindi non c’è nessuno, o meglio, voglio dire, tutti loro si stanno muovendo in una direzione.
In Libia, ci sono ribelli, ribelli diversi e interessi diversi. Ora non abbiamo problemi in Siria. Non ci sono più forze governative e ribelli. Tutte [le armi sono] a terra, tutte le armi sono solo in mano ai ribelli. E i ribelli sono un corpo unico. Quindi ora mi sento al sicuro con loro. E sembra che siano addestrati e civilizzati e non so, in qualche modo non so perché, ma voglio dire, nessuno si lamenta di loro in Siria. In Libia, alcune persone sono ancora con Gheddafi, altre persone sono con il governo, alcune persone stanno in qualche modo supportando la Russia. Alcune persone supportano o sono come supportate dai russi e alcune persone sono supportate dagli USA. La situazione in Libia non è stabile”.
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– Queste sono le opinioni che ho raccolto da una persona normale e onesta, che ha voluto lasciare il suo paese per non trovarsi bloccato in mezzo alle due fazioni di una sanguinosa guerra civile e ha cercato un futuro non facile all’estero, fuori dalla sua Madre Patria. Quando pochi mesi fa, ben prima degli ultimi sviluppi odierni, gli chiesi se poteva aiutarmi a entrare nel suo paese, almeno per raggiungere Damasco per un reportage, mi guardò con occhi tristi e disillusi, rispondendomi che non era ancora il momento, ma sperava che tra qualche mese sarebbe stato possibile.
Dopo avere sentito dalla sua viva voce le risposte cariche di speranza che vi ho riportato sopra, non posso che augurargli che abbia ragione, ma personalmente sono in parte scettica su tale epilogo in quanto intravedo l’incertezza per il futuro di questa bellissima e martoriata nazione, ricca di storia e di cultura, ma costantemente nel mirino di potenze straniere. Qui dall’Egitto giungono infatti voci piuttosto ripetute, anche se ancora prive di basi ufficiali, di uno “spezzatino” del territorio siriano che potrebbe accadere a breve, con una spartizione di controllo tra diverse nazioni vicine, come corvi che banchettano sui resti di uno stato non più sovrano. Dal lato nord, una zona importante potrebbe finire sotto la gestione della Turchia, sotto il controllo dell’onnipresente presidente Erdogan, dalle note velleità di espansionismo egemonico e dai piedi in più scarpe, magari con l’avvallo della stessa NATO. A Sudovest, come ormai ammettono gli stessi media mainstream, stanno già entrando in Siria le truppe di invasione israeliane, truppe che oramai con difficoltà possono definirsi di “difesa”.
La zona del potere centrale cioè quella della capitale Damasco verrebbe invece amministrata da un governo sulla cui completa sovranità aleggiano, come minimo, le ombre di una storia passata spesso caratterizzata da politici fantoccio, in mano al blocco occidentale o al quello filorusso. Per ora vedo, infatti, solo proclami di presidenti e ministri europei che, contenti della caduta di Assad, si dicono pronti a collaborare (non so come) con la nuova dirigenza siriana, purché “combatta gli estremisti jihadisti”… E percepisco d’altro canto la presenza scomoda di Bashar Al Assad, tuttora a Mosca, il quale potrebbe in qualche modo, prima o poi, tentare un ritorno di fiamma alla guida della Siria, per garantire gli interessi di Putin e le basi russe ben piantate in territorio siriano. Chi mi può al momento garantire che non ci proverà? La Russia rinuncerà facilmente alla sua concreta e influente presenza in loco? La figura di Assad evaporerà nelle steppe russe?
Sono quesiti aperti tuttora privi di risposte. Concludo dicendovi che, guardando con empatia il popolo siriano, anche quello scappato dal suo martoriato paese, umanamente mi spiacerebbe molto vedere l’ottimismo mostratomi da Mr. Sob, deluso e frustrato da nuove illusioni e speranze disattese.
9 dicembre 2024 – ANNA TURLETTI – Qui Radio Londra Tv