LO STRANO INIZIO DEL 2025: ATTENTATI E COINCIDENZE
di Anna Turletti - corrispondente estero
Il 2025 si è aperto con eventi che sembrano segnare un’intensificazione di attentati, i quali sebbene apparentemente legati al terrorismo islamico, si inseriscono in un contesto più ampio, controverso e forse strumentale. Dopo l’evento del 20 dicembre scorso, evento che ha visto un’auto contro la folla, con alla guida uno strano personaggio di origine saudita, ma tedesco per residenza e addirittura simpatizzante del partito tedesco di estrema destra (!?!?!?), che ha travolto oltre 200 persone nel mercatino natalizio della cittadina tedesca di Magdeburgo, dal primo dell’anno in poi il mainstream ha riportato notizie di altri attentati contundenti ed “esplosivi” (quello del furgone contro la folla di New Orleans e quello della Tesla scoppiata a Las Vegas) e di consueti “accoltellatori solitari”, ormai un appuntamento fisso. Nella notte di San Silvestro per esempio, come sincronizzati e “attivati”, si sono mossi due uomini, un siriano in Germania e un egiziano in Italia, che hanno iniziato ad accoltellare persone casuali in strada, fino all’intervento delle forze dell’ordine, le quali nel caso del siriano a Solingen (città tedesca note per le sue lame di acciaio…) hanno arrestato l’uomo, mentre nel caso italiano non hanno preso vivo l’autore, il quale è stato ucciso da un carabiniere di Rimini. Dopo molte di queste sceneggiature, molto simili le une alle altre, viene quasi da stupirsi che l’autore siriano sia stato preso vivo, in quanto, se viene ucciso, il caso viene velocemente chiuso come legato a personalità psicopatiche, fanatiche, problematiche etc. etc. In ogni caso molto raramente si approfondiscono le possibilità che questi personaggi siano dei cosiddetti candidati “manciuriani”, addestrati e e programmati mentalmente da agenzie governative e paragovernative di intelligence per svolgere azioni “false flag”, cioè sotto “falsa bandiera” dando quindi la colpa delle stesse a gruppi “cattivi” e contro l’Occidente, come l’ISIS o Al Qaeda. Conoscete di sicuro questi nomi… In ogni caso, non vi vengono in mente le simili situazioni delle strategie della tensione del secolo scorso che seminarono in Italia, soprattutto negli anni ’70, una lunga scia di sangue?
Spesso, ripercorrendo quegli anni e raccogliendo passo dopo passo, anche se molto frammentarie, le ammissioni di politici e esponenti importanti di quel periodo storico, è facile accorgersi che si è trattato di strategie e sceneggiature strumentali dell’apparato Euro-Atlantico per paventare minacce terroristiche artificiali, per fomentare momenti di odio, per sventagliare davanti agli occhi di un’opinione pubblica disattenta lo spauracchio di una minaccia interna e occulta oppure esterna e odiosa, che incombe sulla nazione, per compattare tutti gli stati nella NATO e per far sì che nessuna pecora esca dal recinto “sicuro” dell’Alleanza atlantica. Il pensiero corre ad attentati quali quello di piazza Fontana, dell’Italicus, della strage di Bologna, attentati dove è stata “riscontrata più volte la presenza di quegli elementi dei servizi angloamericani che volevano insanguinare l’Italia per impedire a questa non tanto di entrare nel blocco sovietico, ma piuttosto di lasciare la NATO e riconquistare quello spazio di sovranità che è andato perduto”, dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale.
Ora svariati eventi parlano dei nuovi “cattivi”, del nuovo “pericolo pubblico numero uno”, del nuovo avversario dell’Occidente americanista e cioè il terrorismo islamico, che in certi casi può anche essere utile, (vi ho parlato del gruppo siriano jihadista Hayat Tahrir Al Sham, HTS, che ha rovesciato il regime di Bashar Al-Asad, nella soddisfazione occidentale), mentre in tanti altri casi incarna ottimamente la figura del male da annientare da parte degli USA, salvatori del mondo. E qui la memoria deve farci pensare, per esempio agli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle di New York, i quali, nonostante si sia rilevata più volte la presenza della partecipazione dei servizi angloamericani e soprattutto del Mossad israeliano, hanno fornito il pretesto per scatenare le guerre contro l’Afghanistan e l’Iraq, i principali “stati canaglia”.
Tra l’altro sappiate a questo proposito, e permettetemi un inciso, che dopo tre giorni da quegli attacchi, l’FBI, così poco attivo nel prevenirli e invece così “efficiente” nell’individuare i presunti responsabili, pubblicava la lista dei 19 presunti dirottatori anche se 8 di questi erano vivi e vegeti, nessuno degli accusati sapeva nemmeno pilotare un aereo di linea e nessuno di loro risultava nelle liste dei voli di quel giorno… ma tant’è era bastato trovare tra le polveri (cariche di amianto), alle basi delle twin towers, resti LEGGIBILI dei passaporti di alcuni dirottatori islamici…il tutto mentre a distanza di 24 anni, ancora non sono state pubblicate le liste dei passeggeri degli aerei dell’11 settembre e non sono stati nemmeno mai trovati i cartoncini d’imbarco dei presunti terroristi.
Sempre l’FBI, inoltre non si era mai premurata di interrogare i famigerati 5 israeliani del Mossad che danzavano felici davanti al crollo delle Torri oppure gli investitori della finanza ebraica di New York che prima dell’11 settembre scommettevano al ribasso contro le compagnie aeree coinvolte negli attentati e accumulavano così una fortuna su una tragedia di cui evidentemente già erano a conoscenza in anticipo…né aveva indagato il magnate Larry Silverstein che da poco aveva comprato le due torri, dalla cui caduta aveva ricevuto, avendole assicurate contro atti terroristici, l’enorme rimborso premio di oltre 4 miliardi di dollari.
Ma torniamo a noi.
Voci da verificare affermano che la nuova strategia attuale degli attentati sia da legare alle paure generate negli ambienti mondialisti, sionisti e dello “stato profondo” euroatlantico, dalle affermazioni del neopresidente americano Donald Trump, il quale sta dichiarando e conclamando la volontà di far uscire gli Stati Uniti dalla NATO, dall’OMS (WHO) e da altre organizzazioni globaliste, andando a combattere anche i virus del deep state nelle istituzioni USA, nell’FBI, nella CIA, nell’Esercito e quant’altro.
Questi attentati sarebbero, così afferma qualche collega, gli ultimi colpi di coda di un potere nascosto e morente, che vorrebbe fare qualunque azione criminale e sanguinaria, pur di non abbandonare la scena e il comando al nuovo corso, al nuovo vento del cambiamento di Trump. Un potere nascosto e morente che qualcuno ha associato (concretamente) al noto motto “Ordo, ab Chao” e che propugna da tempo un temibile “Nuovo Ordine Mondiale”. Personalmente non sono così fiduciosa nell’arrivo di una nuova età dell’oro e della giustizia, e come sempre, da giornalista, devo basarmi sui fatti e non sulle speranze. Tornando quindi ai recenti fatti che si sono svolti da poco in USA e tirando le somme vi posso segnalare che nel caso di New Orleans la macchinazione delle false bandiere è di fatto lapalissiana, tant’è vero che sul furgone noleggiato che ha causato la strage investendo diversi passanti, è stata trovata una bandiera dell’ISIS, ampiamente ripresa dai detective intervenuti e dai giornalisti locali. E vi posso evidenziare che:
lo sparatore, tale Shamsud-Din Bahar Jabbar, avrebbe postato sui social video pro ISIS (non li ho trovati!) in cui affermava che era giunto il “tempo di uccidere”;
lo stesso avrebbe creato, portandoli con sé, degli ordini esplosivi improvvisati, i cosiddetti IED, trovati poi anche nel quartiere francese;
secondo fonti federali citate da Fox News, sarebbe arrivato in Texas dal Messico, due giorni prima dell’evento;
sarebbe plurilaureato con un curriculum di tutto rispetto e avrebbe un importante incarico nel settore della tecnologia informatica, presso la riserva dell’esercito americano. Avrebbe prestato servizio per 8 anni nell’esercito americano presso la base di Fort Bragg, insomma sarebbe tutt’altro che uno sprovveduto mitomane islamista. Nel caso, invece, di Las Vegas:
l’evento sarebbe stato portato a termine da un guidatore che si è fatto esplodere davanti alla Trump Tower con il suo autoveicolo TESLA preso a noleggio, come per voler lanciare un avvertimento al duo Trump-Musk. Si tratterebbe di Matt Livelsberger, un ex membro delle forze speciali americane, i noti berretti verdi , che sarebbe un esperto di servizi di intelligence e
sarebbe stato un operativo nell’esercito americano, proprio nella base di Fort Bragg, esattamente come Shamsud-Din Bahar Jabbar (!!!) potrebbe quindi essere anche lui un soldato dalla mente strumentalmente manipolata, un candidato “manciuriano”. Giusto per completare il quadro, come un file rouge, a Fort Bragg era di casa un altro personaggio particolare come Ryan Routh, il secondo aspirante assassino di Trump, che lo scorso settembre 2024 si era appostato tra i cespugli del club del golf del presidente per provare a sparagli con un AK-47.
E infine, l’ultima ciliegina sulla torta. Sapete che i due attentatori di New Orleans e di Las Vegas hanno affittato i loro veicoli dalla stessa società di noleggio? Così risulterebbe e si tratterebbe della TURO, compagnia fondata nel 2009 a Boston, posseduta e controllata con il 31% dalla IAC Inc., holding statunitense che possiede oltre 100 marchi in tutto il mondo, soprattutto nel settore internet e dei media.
E sapete chi ne sarebbe stata una dei direttori, presente nel consiglio aziendale?Addirittura, Chelsea Clinton, la figlia di Bill e Hillary Clinton, ormai un pezzo grosso della onnipresente Clinton Foundation.
Solo una combinazione potrete dire voi. Un indizio in più, viene da dire a me. Insomma, solo un occhio distratto può attribuire i suddetti attentati ad autori occasionali spinti da motivazioni religiose, fanatiche, psicopatologiche o di semplice protesta, in quanto sembrano più che altro l’intreccio di operazioni orchestrate da poteri nascosti, da crisi strutturali delle democrazie occidentali e da tentativi di mantenere un ordine mondiale sempre più preoccupato e volto al controllo globale, maniacale e costante della popolazione.
Questa la mia analisi e il mio parere. E comunque attenti al 2025…
Alla prossima. – Anna –
6 gennaio 2025 – ANNA TURLETTI – Qui Radio Londra Tv