BACCO, L'ULTIMA CENA,IL CRISTIANESIMO, E L'IGNORANZA DELL'IDEOLOGIA PROGRESSISTA
di Paola Mora
La città di ‘Olimpia’ era molto legata al culto di Zeus; e i giochi sportivi, di cui la Francia si è assunta la responsabilità della riuscita per il 2024, sono rivisitazione delle gare antiche che si svolgevano in onore della divinità e che coincidevano anche con le tregue di guerra, in vista delle competizioni tra atleti. Ma Parigi non è l’Olimpo, e nello spettacolo d’apertura qualcosa non ha funzionato! Storicamente, le gare sportive hanno attraversato epoche diverse sottolineando le velleità agonistiche di svariate culture e popoli. Coincidevano tutte con il desiderio di pace, oltre che essere vere e proprie occasioni in cui mostrare la forza dei propri atleti comparabile alla disciplina militare, firmare accordi e trattati importanti. Infatti, lo sport risolveva la guerra e il vincitore veniva incoronato con foglie di lauro, beneficiando di privilegi per diverso tempo. La cosa fondamentale, quindi, è che nessun gioco degno di chiamarsi olimpico prevedeva iniziazioni in cui si inneggiasse all’eccesso del cibo e del vino, alle orge, ai divertimenti di dubbio gusto, perché sin dai tempi antichi si è sempre trattato di celebrazioni innanzitutto religiose e sacre ove le fasi d’apertura delle giornate dedicate agli sport erano riferite alle rispettive divinità, e la nudità delle muscolature era solo congeniale allo sforzo dell’atto agonistico ma non occhieggiava certamente mai al sesso sfrenato. In Egitto, sembra persino che alcune simbologie dei giochi richiamassero il culto dei defunti. Cortei fino ai santuari o templi della divinità, sacrifici, spettacoli decorosi, regolamenti ferrei, accenni culturali, erano le premesse dell’inizio delle gare e le accompagnavano fino alla conclusione. Ecco perché, l’ignobile spettacolo francese che ha scatenato una pioggia di critiche, per quanto si è cercato di giustificarlo, è stato non solamente un grande insulto allo spirito e al significato delle Olimpiadi, ma anche a più di una religione, da quella cristiana al paganesimo stesso cui in realtà si ispirava la scenetta trasmessa in mondovisione! Di certo, non si deve pensare agli antichi giochi olimpici esattamente come a quelli recenti! Il merito prevaleva sulla corruzione; allo stesso tempo alcune gare erano cruente, all’ultimo sangue, e il vincitore era colui che riusciva a rimanere in piedi! L’accostamento del ‘banchetto degli dei’ con i giochi olimpici – attore principale un enorme Dioniso (Bacco) vestito da puffo desnudo – ha suscitato polemiche per via della “somiglianza” nella disposizione dei personaggi principali della scena attorno alla tavola, con il dipinto “L’Ultima Cena” di Leonardo Da Vinci, dove è raffigurato Gesù in posizione centrale con gli Apostoli ai suoi lati che si riuniscono insieme prima dell’evento della crocifissione. In realtà, lo spettacolino francese, battesimo della giornata degli sport, doveva ricordare le divinità pagane al tavolo del banchetto sul monte Olimpo, ma, come dicevamo, chi ha curato le sceneggiature sembra aver riprodotto il Cenacolo cristiano, laddove nelle tavolate degli dei i personaggi sono invece tradizionalmente disposti in una prospettiva ottica meno lineare, meno composti, accartocciati alla meglio come nel banchetto per il matrimonio di Eros e Psiche, o in quello per la celebrazione dello sposalizio tra Peleo e Teti (futuri genitori di Achille). In genere, tutti gli dei pagani sono posizionati intorno a un tavolo o a più tavoli imbanditi di stoviglie d’oro, ma in maniera disomogenea; e svettano sulle pietanze e sul vino come le note di un pentagramma piramidale, dove ogni figura è riconoscibile dal vestiario tradizionale che richiama la propria fama di divinità. I francesi, hanno invece fatto i conti senza l’oste, proponendo un’accozzaglia di simbolismi che hanno confuso l’opinione pubblica oltre che perdere l’originario significato energetico. Evidentemente, il cattivo gusto ha prevalso su tutto! I greci erano cultori del bello, e non avrebbero mai permesso un simile scempio in una manifestazione solenne come quella olimpica! Ognuno per un motivo diverso, se ne è sentito offeso. Il ricorso a uomini e a donne con diversi orientamenti presi come attori, non è il problema principale dello spettacolo, ma è preoccupante, invece, la loro spettacolarizzazione ostentata! Paradossalmente, con gli stessi protagonisti, si poteva fare dell’arte e costruire un contenuto più significativo, cinematograficamente più rispettoso della competizione; ma si è preferito concentrarsi sulla perversione delle apparenze e non sulla solennità! L’osceno orgiastico che ha animato la rappresentazione d’esordio per i giochi Olimpici 2024 a Parigi, è ciò di cui ci si è risentiti maggiormente! Senza contare, che una cosa è il simposio inteso come “banchetto” di artisti e filosofi, o anche se vogliamo il banchetto degli dèi immaginato in occasione di una manifestazione olimpica – che, al limite, è previsto alla chiusura e non all’inizio delle gare – mentre diverso è il baccanale che si rifà nello specifico non alle Olimpiadi, ma alle giornate di marzo un tempo dedicate a Bacco, quando venivano organizzati in gran segreto dei festini all’insegna degli eccessi accompagnati da fiumi di vino, tra orge e mercificazione della nudità, che suscitarono polemiche persino nell’antichità! Quando l’usanza del baccanale arrivò a Roma, il senato romano non vide di buon occhio la sregolatezza e l’immoralità di queste feste estatiche con cui si celebrava Bacco, tanto che a un certo punto vennero vietate perché spesso destabilizzavano l’ordine pubblico. Suscitavano critiche anche in Grecia, nonostante fossero molto interessanti agli occhi degli artisti e dei pittori che ne traevano spunto e ispirazione! Se è vero che lo show olimpico a Parigi non era un riferimento al cristianesimo, è questo però il messaggio subliminale che ha in parte trasmesso al pubblico; non solo perché sovrapponendo le foto dello spettacolo al celebre quadro del Da Vinci, sono emerse corrispondenze pericolose e tendenziose con l’ultima cena di Gesù – e ciò è dovuto forse all’incapacità di saper riprodurre l’Olimpo e i suoi dei – ma perché si è trattato, appunto, di una parodia nella parodia! In fondo, Zeus e la sua discendenza erano molto attratti dagli esseri umani, ma restavano pur sempre delle divinità che non avevano bisogno di lustrini, apparenze, maschere di trucco e artificialismi. Nella loro personalità risiedeva tutto il potere della loro influenza, e, benché amassero mischiarsi col genere umano e sollazzare attorno alle tavole imbandite, mantenevano integre le virtù e persino i difetti che, nel bene e nel male, erano sintetizzati in ognuno a proprio modo. L’ignoranza cui si urla dai piedistalli dei mass media, con i commenti e le critiche alle Olimpiadi del 2024 non c’entra proprio nulla, dal momento che lo spettacolo non è piaciuto quasi a nessuno per determinati motivi al di fuori della rappresentazione scenica fine a se stessa! Che lo vogliamo o meno, ogni religione confluisce nell’altra dalla notte dei tempi! In realtà, riferendosi alle Olimpiadi parigine del 2024 non si è inizialmente mai parlato del fatto che gli sceneggiatori abbiano voluto trasporre esattamente la storia cristiana dell’ultima cena di Gesù al pubblico! Bacco lo abbiamo visto tutti, e sappiamo che è una divinità pagana! Il paradosso, è che lo show ha ricordato tantissimo la celebre tavola degli apostoli e la narrazione dell’Apocalisse per una sorta di ‘analogia occulta‘ intrinseca, come se si percepisse l’onta di un messaggio subliminale contenuto all’interno dello show ma aldilà della sua forma visiva. Un po’ come quando in un film appare una lattina di Coca-Cola sul tavolo della scena madre, e l’intenzione è di fare pubblicità occulta alla bevanda mentre invece gli attori stanno recitando qualcos’altro sul set! Ultimamente, le kermesse musicali e culturali sono piene di messaggi woke e di insinuazioni, di propagande in cui la figura della donna e della madre vengono annientate e sminuite nella loro semplicità, e si impone all’essere umano di convincersi non solo che piacersi così come si nasce è sbagliato – perché è più bello cambiare sempre e comunque il proprio sesso per essere accettati da chi comanda le Nazioni – ma lo si spinge anche a non riflettere, ad esempio, sul se guarire i propri eccessi quando si è troppo in sovrappeso o scheletrici per problemi di natura psicologica e di dipendenza, che si manifestano spesso attraverso l’abuso di sostanze, farmaci, sfoghi compulsivi sull’oggetto della propria fissazione! L’ideologia woke è la cultura della smodatezza e dell’eccesso propri della Torre di Babele che modificano le personalità di ogni essere umano e lo rendono manipolabile in quanto “dipendente” per sempre da terzi, dal giudizio degli altri, da sostanze di varia natura, alla ricerca di una felicità e di un’accettazione che non arrivano mai o sono solo apparenti. L’esaltazione smodata di un solo modello che prevarica tutti gli altri, ovvero quello dell’eccesso, è il vero pericolo che si nasconde nelle retrovie dell’ideologia progressista e vuota di contenuti. Ecco perché, l’inaugurazione della prima giornata dei giochi olimpici è stata un guazzabuglio anche quando si è trattato della riproduzione del banchetto delle divinità pagane. Nel contempo, si è riusciti a ridicolizzare il senso profondo dell’antagonismo delle gare fra atleti che nulla ha a che vedere con la seduzione, con gli abiti sgargianti e scollacciati in stile night club o con l’esibizione volgare dei propri organi genitali! L’errore è stato di atteggiamento e di costume rispetto alla solennità dell’evento, che avrebbe dovuto incarnare molto più che il proprio orto o la propria ideologia personale! Anche il riferimento alla dea Sequana da cui poi nacque la Senna, che a detta degli sceneggiatori è presente all’interno della coreografia d’apertura, scompare completamente tra le curve vaporose di Dioniso, e, probabilmente, nessun francese si sarà reso conto di questa rivisitazione mitologica del proprio fiume!
Il fatto che si sia data più importanza all’esibizione del corpo, all’apparire, al macabro, alle musiche horror di quando arrivano i cattivi in guerre stellari che al significato solenne e perché no anche folcloristico e mitologico delle Olimpiadi, ha provocato indignazione a prescindere da ciò che si è cercato maldestramente di rappresentare. In effetti, la sregolatezza di Bacco non incarna il tenore delle Olimpiadi e, per quanto sia sua la figlia celtica da cui nacque la Senna, il modo in cui si è scelto di ricordare questo momento mitologico è inadatto al senso simbolico della competizione. Per questo, lo spettacolo non è stato capito ed è stato vissuto da molti come un insulto non solo al cristianesimo, ma anche al paganesimo o a culture più tribali dove la nudità esiste ma non corrisponde alla fame di protagonismo e all’estremizzazione delle sessualità. In fondo, anche il sesso ha il suo modo più sacro, saffico e artistico per essere ricordato con genio nelle cerimonie significative, meno volte al materialismo fine a se stesso; e Dioniso, in questo senso, è una divinità che invece può spingere alla pazzia se non la si sa moderare! “L’idea era una grande festa pagana legata agli dèi dell’Olimpo …e allo spirito olimpico” si è giustificato il direttore Thomas Jolly. Il problema, è che non si sono distinti né gli dèi dell’Olimpo all’interno di una riproduzione dissonante (brutta copia del Cenacolo); né tantomeno era presente lo spirito olimpico; né Bacco, alquanto riconoscibile dalla mole e dall’uva – ma forse più simile al genio blu della Walt Disney che usciva dalla lampada di Aladino – ricordava davvero l’eleganza della Senna e la mitologica figlia Sequana che, inseguita da Nettuno, per sopravvivere si trasformò in fiume! La verità, è che l’unica finalità dell’autore era l’esibizione arrogante della idelogia woke. Non c’è niente altro nello spettacolo d’apertura francese, nemmeno a livello simbolico! La simbologia e l’esoterismo sono tutt’altra cosa: un mondo raffinato che non è di certo contemplato in questa idiozia che siamo stati costretti a guardare! Se voleva essere la riproduzione di un rituale demoniaco, non si è riusciti neanche in quello! Si tratta semplicemente di decadenza all’ennesima potenza, di una specie di esperimento sociale dove misurano il livello di sopportazione della gente proponendo assurdità, per capire fino a che punto siamo stupidi e manipolabili dal potere occulto del denaro! Significa, che i tempi sono maturi e che tutta questa volgarità ridondante volgerà finalmente alla fine perchè ne siamo stanchi! Lo sceneggiatore ha forse urlato al suo successo, forte di quel detto che recita “bene o male basta che se ne parli”, ma qui, probabilmente, l’arte e il genio c’entrano ben poco! Più che successo è un fiasco, per rimanere in tema di vino! Il sintomo è di una dissolutezza e cattivo gusto di fondo che sfiorano l’orrido. Ma nell’arte, persino il brutto e il trash hanno un senso. Qui, invece, di senso non ce n’è! Persino nei baccanali dionisiaci esistono una poesia e una musicalità che animano la mitologia attraverso cui impariamo i vizi e le virtù delle divinità, ma, per quanto riguarda lo show proposto nella prima giornata delle Olimpiadi, la sensazione nel guardare è di vuoto e di rammarico, non di magia e di estasi. Un vuoto soprattutto di emozioni spinge all’indifferenza, se non fosse per il fatto che si rimpiange la vera arte, quella che nel brutto e nel bello amava farsi ricordare e ci si lamenta d’averla perduta! In fondo, gli esseri umani tentarono la scalata all’Olimpo per spodestare gli dei! Ad ogni modo, utilizzare le drag queen come fossero mercimonio, o i gay e le lesbiche come fenomeni da baraccone cui tirare noccioline per divertirsi, non ha a che vedere con l’inclusione sociale o con l’amore per le diversità altrui. Imbruttire questa gente, fargli recitare parti stupide e goffe poco attinenti coi contesti e le esigenze tecniche sportive ma in cui conta solo l’apparenza o mostrare la parte più volgare del nudo, non aiuta a integrarsi ma a disintegrarsi! Ridicolizzare il cristianesimo con gli unicorni e poi spergiurare che si voleva recitare un film diverso e non quello di Gesù, non riporta la pace nel mondo! Coprire il brutto delle guerre con la bruttezza degli show da baraccone, non ci fa dimenticare nè i bimbi uccisi in Palestina, nè gli immigrati deportati sulle navi europee, nè la violazione dei diritti umani dell’era covid, nè gli applausi a Netanyahu dei funzionari statunitensi dopo l’orrore che costui sta seminando a Gaza! Ed è veramente squallido mortificare i fragili ed i diversi attraverso horror-show ridicoli, che sono palesi attacchi alla cultura, all’intelligenza, e sintomo di un degrado che conduce alla pazzia collettiva!
28 luglio 2024 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv