– “COSTRINGERE LA RUSSIA ALLA PACE”, IL PIANO E LE DIFFICOLTA’ DI V. ZELENSKYY

- “COSTRINGERE LA RUSSIA ALLA PACE”, IL PIANO E LE DIFFICOLTA’ DI V. ZELENSKYY

di Paola Mora

La condivisione pubblica delle decisioni della Federazione Russa a margine del Consiglio di Sicurezza sul cambiamento della strategia militare che regola l’utilizzo delle armi atomiche, ha seriamente spiazzato l’Occidente e gli USA. Se all’inizio ne ridevano pure i funzionari della NATO che attraverso i mass-media hanno tentato di sminuire future minacce nucleari della Russia qualora questo territorio venisse attaccato dall’Ucraina con missili a lungo raggio occidentali, dopo gli aggiornamenti enunciati da Vladimir Putin sull’uso del nucleare, gli Stati Uniti sono automaticamente andati in tilt! La notizia in questione è arrivata proprio mentre a New York si stava svolgendo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il primo a parlare di nucleare è stato proprio Antonio Guterres, Segretario generale dell’ONU, il quale ha sostenuto che “non dovrebbe esserci posto nel mondo per le armi nucleari” invitando gli USA e la Russia a riprendere il processo di riduzione degli arsenali. Lo fa anche sulla scia di un’altra informazione, rilasciata questa volta dal presidente dell’Ucraina Volodymir Zelenskyy che, citando l’intelligence e incolpando la Cina di aver acquisito delle immagini satellitari a riguardo, ha affermato di avere le prove di come la Russia abbia intenzione di provocare un incidente nucleare colpendo le centrali energetiche ucraine. A Guterres, che non è stato l’unico a sollevare l’argomento sulla riduzione degli arsenali nucleari, ha risposto a tono il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov con una sua dichiarazione in cui sottolinea che scaldarsi è inutile, dal momento che la Russia ha parlato solo di modificare la sua strategia di risposta nucleare ma non di “aumentare il potenziale quantitativo degli arsenali”. Ricordiamo che il 21 febbraio del 2023 il Presidente Vladimir Putin ha confermato la sospensione del trattato bilaterale tra USA e Russia “New Start” e della propria applicazione, precisando però che non è un ritiro totale e definitivo dall’accordo ma che la decisione è dovuta all’escalation del conflitto con l’Ucraina e alla posizione ostile degli USA che si stanno compromettendo troppo con Kiev. Ad agitarsi è stato anche il segretario di Stato americano Anthony Blinken. “Questo è completamente irresponsabile” ha detto della decisione della Russia, “Penso che molti nel mondo ne abbiano già parlato quando prima ha agitato la sciabola nucleare, compresa la Cina! Direi che vale la pena ripeterlo soprattutto ora, che il mondo si è riunito all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per dichiarare la necessità di un maggiore disarmo”. In qualche modo, l’Occidente prova a confondere le acque per tentare di far percepire all’opinione pubblica che la Russia è una minaccia vivente, spostando il discorso sulla “quantità” del nucleare e necessità di disarmo piuttosto che ammettere quale è il loro problema attuale! In questi giorni, Zelenskyy ha presentato senza successo il suo “piano per la vittoria” al presidente Joe Biden in cui il punto principale, assieme all’ennesima richiesta indiretta di ingresso dell’Ucraina nella NATO, è l’abolizione del divieto di colpire il territorio russo con armi a lungo raggio americane. A riguardo, anche la Gran Bretagna che si era già dimostrata favorevole, attende un segnale di accoglimento; mentre altri alleati europei hanno già dato il loro consenso a Kiev. Si tenta inoltre di persuadere a fare questo grande salto anche il cancelliere Olaf Scholz, che al momento è categorico e irremovibile sul fatto di non volere assolutamente permettere alle forze armate di Kiev di utilizzare i missili tedeschi “Taurus” su territorio russo. Attenzione, perché la presidenza di Scholz è anche fortemente in crisi e a rischio per via dei problemi economici e sulla migrazione, avvertiti in una Germania oramai in piena recessione e sull’orlo di un attacco di nervi! Attualmente, Kiev ha utilizzato i suoi nuovi droni per sferrare alcuni attacchi ai depositi russi di munizioni più raggiungibili provocando incendi e alcuni danni anche ingenti, ma, questo tipo di arma, è un palliativo poco convincente poiché gli UAV si limitano alla superficie e non sono in grado di penetrare la dura pelle dei bunker e strati sotterranei dove le principali armi russe vengono custodite! Tra l’altro, l’esercito russo ha già spostato i suoi armamenti più lontano e in strutture che si trovano a distanze non raggiungibili dai droni. le armi a lungo raggio di cui si parla strenuamente, sono soprattutto  le tipologie detenute da pochi attori: Gran Bretagna, Germania, Francia, USA, Italia. L’altro problema è che Kiev non sta ottenendo alcun risultato nella regione russa di Kursk né riesce a mantenere più le proprie postazioni di soldati in Donbass, dove le roccaforti di difesa stanno crollando a ritmo sostenuto. In queste ore, le forze armate russe hanno completato l’accerchiamento di Ugledar e liberato un gran numero di villaggi in tutte le aree chiave degli scontri. La concessione a Kiev di colpire la Russia con armi a lungo raggio occidentali da parte americana, sembrava inizialmente essere andata già in porto e si vociferava che era tutto pronto! Anche funzionari russi avevano accennato al fatto di essere ben consapevoli che era solo una questione di volerlo ufficializzare, ma che lo stesso Joe Biden aveva già dato la sua benedizione per il via alle danze! E invece, questa ufficializzazione tarda ad arrivare! La comunicazione delle modifiche sul nucleare a margine del Consiglio di Sicurezza russo deve aver provocato un piccolo maremoto nei piani occidentali. Sarà necessario che i paesi dell’Ue, gli Usa, la Gran Bretagna, abbiano almeno un confronto tra loro su questo imprevisto. Per cui, si è sicuramente deciso di prendersi un po’ di tempo e di procrastinare qualsiasi comunicato a riguardo occupandosene alla fine dell’Assemblea delle Nazioni Unite. Nel frattempo, Zelenskyy ha ottenuto dall’Amministrazione Biden altro denaro per continuare il sostegno militare all’Ucraina. Dobbiamo comunque considerare che, se da un lato la Russia è pronta a usare il nucleare, dall’altro può rispondere ancora in modo convenzionale agli eventuali attacchi che arriveranno dall’Occidente e dall’Ucraina. L’uso delle armi nucleari resta una opzione secondaria alle altre, fermo restando che si sono notevolmente ampliate le possibilità di questo tipo di impiego in risposta ad “operazioni congiunte” tra un “Paese nucleare e non nucleare” che possano determinare una minaccia concreta per il territorio russo. Secondo alcune fonti, Joe Biden avrebbe già dato a Zelenskyy il permesso di utilizzare le armi a lungo raggio occidentali, ma si tratterebbe di procedere solo dopo le elezioni americane – concesso che il partito democratico potrebbe uscire sconfitto nei risultati delle ormai imminenti votazioni! Donald Trump incontrerà oggi il presidente ucraino dopo un messaggio che quest’ultimo gli avrebbe inviato, in cui c’è scritto che il viaggio negli USA per partecipare all’Assemblea delle Nazioni Unite è anche una buona occasione da cogliere per confrontarsi con l’ex presidente Trump.  Nonostante qualche battibecco tra i due leader, questo incontro quindi si farà! Ma torniamo alle minacce nucleari! In realtà, esiste un modo per trascinare la NATO in un confronto più diretto con la Russia, per ottenere il permesso di utilizzare le armi a lungo raggio senza troppe remore, creare un diversivo efficace al crollo delle difese ucraine in Donbass, e consiste nell’utilizzo della famosa “bomba sporca” o in un attacco provocatorio ad una propria centrale nucleare inscenato dai sabotatori ucraini, facendo credere che la Russia ne sia responsabile. E se questo stratagemma venisse attuato a margine delle elezioni americane, Joe Biden potrebbe anche riuscire a rimanere ancora in carica come presidente o comunque, l’emergenza creerebbe del trambusto durante il processo di voto in America. Queste sono solo ipotesi e supposizioni! Tante volte si è parlato di un tipo di sabotaggio del genere, e ancora non è mai stato attuato nonostante le preoccupazioni generali. Ma con Zelenskyy che tornerà a Kiev quasi a mani vuote, con l’esercito ucraino in ritirata in Donbass e la sua stessa “presidenza abusiva” a rischio, forse i prossimi mesi a margine delle elezioni americane sono quelli in cui dobbiamo avere più paura di una provocazione da parte del regime di Kiev messo all’angolo. La Russia non avrebbe alcun motivo per attaccare le centrali nucleari ucraine come Zelenskyy ha invece sostenuto nel suo ultimo discorso – puntando addirittura il dito anche sulla Cina! Sarebbe veramente stupido dal momento che l’esercito russo ha quasi portato a compimento l’Operazione Militare Speciale (SVO), Putin ha limitato gli USA con le sue modifiche alla dottrina nucleare che assicurano un valido deterrente alle minacce occidentali, e la Russia è in un’attuale posizione di vantaggio.

Il Presidente Putin ha appena pronunciato un discorso in cui, rivolgendosi ai BRICS a margine dell’evento dedicato all’energia (Russian Energy Week), ha sottolineato l’importanza delle risorse russe nei progetti in corso sulle nuove rotte energetiche per il trasporto del gas e del petrolio. Durante il suo intervento, ha parlato proprio dell’impegno che la Russia ha preso con gli alleati anche per quanto concerne la costruzione di centrali nucleari e della sua affidabilità come partner strategico. Vi sembra che in questa situazione, la Russia deciderebbe mai di provocare un incidente nucleare in Ucraina?

Parte del gioco è ora nelle mani di Donald Trump che incontrerà tra poche ore il leader ucraino e che dovrà convincere Zelenskyy con validi argomenti a stare buono, garantendogli qualcosa di concreto! Trump ha recentemente affermato di poter fermare il conflitto in Ucraina anche prima delle elezioni. Questo incontro con Zelenskyy potrebbe essere l’inizio di questa strategia, o non funzionare affatto! Secondo il Presidente serbo Alexandr Vucic, il conflitto russo-ucraino durerà altri dieci anni e si concluderà con uno scenario simile a quello coreano, e potrebbe prevedere la definizione dei confini lungo la linea del fronte.      

27 settembre 2024 – PAOLA MORA – Qui Radio Londra Tv

 

PAUSA CAFFE’

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