GIP DI BARI ARCHIVIA L’INDAGINE DELLA PROCURA DI LECCE PER IL REATO DI CONCUSSIONE IMPUTATO A MICHELE NARDI, NEL PROCESSO SULLA CORRUZIONE DEI MAGISTRATI IN PUGLIA. ALTRO SEGNALE, CHE AZZOPPA LE MAGLIE DEL “SISTEMA TRANI”.

GIP DI BARI ARCHIVIA L’INDAGINE DELLA PROCURA DI LECCE PER IL REATO DI CONCUSSIONE IMPUTATO A MICHELE NARDI NEL PROCESSO SULLA CORRUZIONE DEI MAGISTRATI, IN PUGLIA. ALTRA SVOLTA, CHE AZZOPPA LE MAGLIE DEL “SISTEMA TRANI”.

di Redazione

La Procura di Lecce, senza diritto di competenza, aprì l’indagine sulla corruzione di magistrati tranesi in una storia di tangenti ed estorsioni a danno di imprenditori compiacenti, che le pagavano in cambio di favoreggiamento nei propri procedimenti penali. Fu accusato di diversi reati anche l’allora magistrato Michele Nardi, che non si trovava a Trani da anni ma era stato trasferito a Roma alle date in cui sarebbero stati compiuti i reati; il quale Nardi, incarcerato e poi rilasciato, ha dato il via a una lotta senza esclusione di colpi per provare la sua innocenza, sostenuto dagli avvocati, e proclamandosi totalmente estraneo ai fatti corruttivi di varia entità di cui, secondo l’Accusa, era stato l’”ispiratore morale”. Il processo è poi stato trasferito recentemente alla Procura di Potenza dopo un lungo calvario, quando si è finalmente riconosciuta l’incompetenza funzionale dei magistrati di Lecce a gestire gli atti.

Ieri, 16 aprile 2025, il Gip di Bari ha archiviato per infondatezza l’indagine iniziata dalla Procura di Lecce contro Michele Nardi 5 anni fa, per il “reato di concussione”. Ne dà notizia lo stesso Michele Nardi sui social, anticipando le testate giornalistiche che, da quando il processo è stato trasferito di Procura, sembrano disinteressarsi all’argomento. Eppure, in passato molta speculazione ha eccitato i titoli di giornale quando Michele Nardi fu arrestato: una stampa molto allineata dipingeva l’imputato come fosse “sicuramente colpevole” dei fatti di Trani, eludendo puntualmente i passaggi chiave del processo che si stava svolgendo a Lecce, nelle parti che riguardavano le dichiarazioni e prove della Difesa, a favore dell’estraneità di Nardi ai reati. Molta risonanza avevano invece le adduzioni dell’Accusa.

Sempre recentemente si è registrata un’altra vittoria, ovvero con una sentenza del 3 marzo 2025 pubblicata in data 1° aprile 2025 dove il Tribunale di Potenza, riconoscendone la responsabilità civile, ha condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri – per “gravi violazioni di legge” commesse dai magistrati della Procura di Lecce e Tribunale del Riesame –  a risarcire i danni subiti dai familiari dell’imputato Michele Nardi. In conclusione, nel corso del vecchio processo che si stava svolgendo a Lecce, risulta esser stato provocato un danno patrimoniale nei confronti dei due figli ed ex moglie dell’imputato – non tuttavia integralmente riconosciuto nella totalità fisica in termini di denaro dalla Procura di Potenza, ma che è stato valutato come un danno soprattutto morale e di applicazione anomala delle leggi.  I familiari di Michele Nardi si erano visti chiudere con dei “sequestri preventivi” ogni possibilità di accedere ai propri conti bancari, nonostante fossero estranei ai fatti e anche alle indagini del processo, oltre che il 50% della loro casa familiare, un’abitazione che Michele Nardi aveva trasferito per metà all’ex moglie dopo la loro separazione coniugale. I danni subìti riguardano quindi l’impossibilità da parte di tutti e tre i familiari di accedere ai propri conti correnti che servivano per sostenere le loro spese, nonché, secondo la Difesa, un danneggiamento della reputazione e stress psicologici dovuti all’inclusione dei nominativi, non solo dell’ex moglie ma anche dei figli di Michele Nardi nelle liste antiriciclaggio, i quali ultimi erano anche giovani studenti universitari con necessità legate al finanziamento dei propri studi. Secondo le fonti a disposizione che citano le dichiarazioni rilasciate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, i sequestri erano invece legittimi, in conformità di legge. Ma i magistrati potentini hanno statuito e sottolineato che benché certamente esista questa modalità di sequestro dei conti bancari per legge, in questo caso, non vi erano le condizioni a procedere in tal senso, dal momento che si è registrata omissione a segnalare che i beni sequestrati erano stati trasferiti da Nardi all’ex moglie e ai due figli, sottraendo al giudice la possibilità di accertare che fosse effettivamente così (condizione obbligatoria e necessaria per poter avallare un sequestro su denaro intestato a terzi in modo fittizio). Come sottolinea la giornalista Simona Musco in una pubblicazione per il giornale ‘Il Dubbio ’ del 10 aprile 2025

“…se è possibile sequestrare beni intestati in maniera fittizia ad altri per eludere la legge, è però necessario accertare questa disponibilità effettiva, attraverso una valutazione concreta del giudice, sulla base delle prove fornite dal pubblico ministero. Nel caso in questione, però, la valutazione del sospetto della fittizia intestazione di beni è stata fatta direttamente dal pm, «in violazione del dettato normativo e dell’interpretazione costante della giurisprudenza di legittimità e con lesione dei diritti di terzi estranei ai reati ascritti all’indagato». E ciò, secondo il Tribunale, rappresenta una «grave violazione delle leggi e della giurisprudenza», avendo sottratto al giudice una prerogativa che appartiene solo a lui. Stessa responsabilità è stata riconosciuta in capo ai giudici del Riesame, rei di non aver effettuato una valutazione più approfondita, gravando su di essi l’obbligo di verificare la legittimità complessiva dei provvedimenti di sequestro, senza limitarsi ai soli motivi di gravame portati in istanza. I giudici, infatti, non hanno neppure verificato se fosse stato accertato dal gip che l’intestazione dei beni a terzi fosse fittizia, un elemento cruciale per stabilire la legittimità di quei sequestri.”.

Da qui, anche il sequestro riguardante la casa familiare è avvenuto in maniera controversa. Vige per legge come la casa sia un interesse protetto dalla Costituzione, e lo recita l’articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo.

Come spiega la pubblicazione della Musco, “il Tribunale non ha però ritenuto provato che il sequestro e la vicenda legata al riciclaggio abbiano avuto un impatto diretto sulla “sofferenza psicologica” dei familiari di Nardi, escludendo per quanto riguarda questo punto il danno morale per la “paura di essere coinvolti nel reato di riciclaggio”.

Il Tribunale ha dunque stabilito un risarcimento simbolico pari a 3mila euro per ciascuna persona lesa, ovvero l’ex moglie e due figli di Nardi.

L’altra conferma arriva tuonante il 16 aprile 2025, questa volta riguarda l’imputato Nardi in persona, con l’archiviazione da parte del Gip di Bari, dell’indagine per il reato di concussione che fu avviata dalla Procura di Lecce. “INFONDATA”.  

Cadono le maglie del “sistema Trani“, ora si attendono i progressi del processo che si sta svolgendo presso la Procura di Potenza. In precedenza, erano già 7 le archiviazioni ottenute da Michele Nardi su procedimenti iniziati dalla Procura di Lecce, di cui 3 archiviati per infondatezza delle notizie di reato, 2 assoluzioni del Tribunale di Trani ed 1 archiviazione a Potenza.   

17 aprile 2025 – REDAZIONE – Qui Radio Londra Tv

 

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