QUESTA E’ L’EPOCA DELLA TRASPARENZA. E’ IL MODO PER FARSI AMARE DAGLI ITALIANI!
ITALEXIT, IL SOVRANISMO ED IL RAPPORTO ESCLUSIVO CON GIANLUCA LUCIANO
Nel 2012 la ‘Open Society Foundation’ sostiene un convegno – ma non è l’unico di queste dimensioni e con questi ospiti – organizzato dal partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, nella città di Roma. Intervengono personalità miste ma non troppo, nel senso che si tratta prevalentemente di personaggi ben noti per le politiche che tendono ad affrontare l’immigrazione come una necessità di sbarchi a pieno regime, senza che esista un reale controllo, impoverendo le superfici che ne vengono coinvolte, ed alimentando i disordini. Sappiamo quanto gli scontri civili permettano le tecniche di cambio regime ed i colpi di Stato. Nonché, sono tutti meccanismi che favoriscono la colonizzazione di aree produttive a discapito degli abitanti.
Per quanto l’argomento possa suonare ostico a molti, gran parte dei popoli del mondo si è resa conto del fatto che, dietro l’immigrazione, si è collettivizzato un mercato finanziario, spesso di stampo mafioso, che coattamente si lega ai traffici umani di bambini, organi, cellule staminali. Anche la movimentazione governativa è spesso volta al profitto personale nel momento in cui l’immigrato non è considerato come essere umano o persona, ma usato senza che ne sia consapevole – quindi vittima – per diventare l’ago destabilizzatore nei contesti geopolitici. Il motivo per cui spingono l’immigrazione non è integrativo, ma disgregativo. Politicamente, si riesce ad attuare l’immigrazione di massa e a tenere buone le popolazioni instillando il concetto che esiste un ‘razzismo da abbattere’, un ‘pregiudizio’ che impedisce l’accettazione di colui che da noi è diverso per nazionalità per cui, dobbiamo accettare sempre di più gli sbarchi; quando in realtà, il problema, non è la discriminazione delle razze diverse che sopraggiungono in un territorio a loro avulso, ma la difficoltà di sostenere l’equilibrio nazionale economico per l’afflusso costante di quei cittadini che giungono in povertà e condizioni difficili; costretti e non felici di abbandonare le proprie terre; spinti via dai propri paesi a causa di altrettante politiche e organizzazioni finanziarie che campano degli sbarchi e dei travasi. L’obiettivo della ‘Open Society‘ è spostare le masse con ogni mezzo, per privare sempre più i cittadini delle proprie identità e raggiungere uno scopo geopolitico di dominio.
Ebbene, nel 2012 a questo convegno della Open Society partecipano relatori come : Emma Bonino (vice presidente Senato della Repubblica), Giuliano Amato (presidente Istituto enciclopedia Treccani), Renato Schifani (presidente del Senato della Repubblica), Laura Boldrini (portavoce in Italia dell’ UNHCR, L’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati in Italia) , Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito), Giuliano Cazzola ( deputato Popolo della Libertà), Costanza Hermanin ( program officer Open Society Justice Initiative), Gianluca Luciano ( amministratore delegato e fondatore di Stranieri in Italia).
È proprio sulla figura di Gianluca Luciano che si è aperta la polemica degli ultimi mesi in cui è stato trascinato il partito di Italexit. Gianluigi Paragone che ne è il precursore, ha un legame a doppio filo proprio con il responsabile di ‘Stranieri in Italia’, (ONG pro-immigrazione) Gianluca Luciano.
Ha indagato a tal proposito tempo addietro il noto blogger Luca Donadel, il quale, dopo aver acquisito diverse informazioni si interrogava sulla vicinanza tra Gianluigi Paragone e Gianluca Luciano tracciando la proprietà del sito Paragone.it ed Italexit.it, e fornendo una visura alla Camera di Commercio in cui si legge l’esistenza di una società spartita al 50% tra Paragone e Luciano, nonché vicinanza di Gianluca Luciano ad altre associazioni sull’immigrazione ed ONG. Il sito di Italexit è gestito dalla società Movimento S.r.l.s. divisa al 50% tra Luciano e Paragone, ma su cui quest’ultimo non ha alcun potere amministrativo. Gianluca Luciano è anche socio di maggioranza di Caffeina media Ltd (una società privata che è stata fondata nel Regno Unito nel 2014 ed è registrata come agenzia pubblicitaria) e di New European Media Ltd (registrante del dominio Italexit.it). A ‘New European media Ltd’ fanno riferimento varie iniziative volte al mondo dell’immigrazione, tra cui ‘Stranieri in Italia’ di cui si occupa Gianluca Luciano, e ‘Cara Italia’ di Stephen Ogongo (che, come riportava il messaggero nel 2019, era il capo delle Sardine romane). I collegamenti non finiscono qui, ma per evitare di perderci nei meandri delle ONG ci limitiamo alle basi su cui poggiano le perplessità. Cosa ci fa il partito di Italexit insieme ad una personalità come quella di Gianluca Luciano, poco affine ai principi e valori professati da Paragone, dal momento che le piazze ed il popolo verso cui Gianluigi si è prodigato con la promessa di abbattere il sistema, si aspettano una demolizione della criminalità organizzata che si nutre dietro le ONG, il rispetto dei diritti umani fondamentali, la difesa di ogni popolo nel suo territorio, ed un ITALEXIT inteso come la prospettiva di vedere l’Italia fuori dall’Europa?
– O forse dovranno essere gli italiani ad uscire dall’Italia, scomparire etnicamente, piuttosto che l’Italia a dire addio alla UE? –
Gianluigi Paragone ha provato a rispondere alle provocazioni del blogger Donadel attraverso un video sui social molto concitato, in cui spiegava che: la necessità di dover costituire un nuovo partito attraverso l’uso di broker informatici per acquistare il dominio Italexit.it, era talmente una urgenza per lui, che la società insieme a Gianluca Luciano non rappresentava un problema, visto che si riduceva solo ad un mezzo piratesco per raggiungere a tutti i costi la finalità di creare il partito. Non significava nulla dal punto di vista politico. Ha aggiunto anche che lui e il suo partito non sono finanziati da Soros, per quanto abbia scelto di affidarsi a tale Gianluca Luciano, il quale – continua a specificare Paragone – certo lavora nell’ambito della immigrazione ed è relatore negli eventi legati alla Open Society, ma avrebbe “le stesse idee di Italexit” – quindi anche le sue e quelle poste dal partito all’attenzione dei cittadini – per cui lascia intendere che è tutto un finto problema di cui il popolo non deve allarmarsi.
“ Io volevo vincere, volevo mettere le mani su questo Dominio, l’importante è che io riesca a prenderlo, ed ora è nostro. Gianluca Luciano è un editore che pubblica anche quelle cose lì, ma pensa anche quello che noi scriviamo”.
Le parole di Gianluigi Paragone non convincono il blogger Donadel, per una serie di motivazioni che balzerebbero agli occhi di chiunque si fosse minimamente informato dell’operato di Gianluca Luciano nel panorama geopolitico, e soprattutto perché quest’ultimo non sembra assolutamente ‘pensare ciò che il partito di Italexit racconta alla popolazione italiana di volere per l’Italia’.
Gianluca Luciano non ha mai dichiarato di desiderare l’Italia fuori dalla UE, ed è possibile ascoltarlo nelle dichiarazioni rilasciate in questi anni ai convegni sostenuti dalla ‘Open Society’, in cui lui è relatore con l’organizzazione di punta ‘Stranieri in Italia’. Inoltre, Luciano, quando si riferisce alla immigrazione parla di un fenomeno di de-massificazione che prevede quel tipo di mescolanza tra razze, privativa delle identità nel tempo e che favorisce lo svuotamento culturale delle etnie, in favore di un unico gruppo omogeneo e standard che privo della discendenza di sangue, corre il rischio di rimanere prigioniero in balia di multinazionali e governi totalitari. Afferma languidamente, infatti, che è necessario cambiare il concetto di ‘essere italiani’ poiché non è più una questione di sangue, ma influenzato dallo spostamento delle masse (che egli stesso sponsorizza). Come se non bastasse, alla testimonianza di Donadel sulla società con Paragone, si aggiunge un articolo sulla testata di Treviso Today del 16 giugno 2022, in cui viene comunicato che Gianluca Luciano viene presentato in una riunione locale a porte chiuse come “responsabile della comunicazione” per il partito Italexit, a livello nazionale.
Quindi costui non è semplicemente socio del dominio al 50% con Gianluigi Paragone per il sito Italexit. It e Paragone.it , ed un mero mezzo per raggiungere lo scopo di rendere vivo il sogno di un partito; ma è anche una figura attiva di grande peso all’interno del partito stesso, addetto a mansioni che riguarderebbero il futuro della nostra nazione.
Il motivo per il quale il partito di Gianluigi Paragone non convinceva molto le resistenze, è che si trova già all’interno del sistema parlamentare in procinto di riassestamento dopo le dimissioni di Mario Draghi. Non è quindi “nuovo” nel panorama nazionale, ed il popolo attualmente desidera molto più ripartire da zero, non dai vecchi partiti che già operavano in un sistema colluso e poco affidabile. È complesso risalire a tutte le collusioni interne, alle serpi che ci sono in seno alla nostra amata Repubblica, benché i tradimenti e le connivenze siano molto palesi proprio per come si svolgono i fatti all’interno delle mura di palazzo Chigi.
Per cui, Gianluigi Paragone ha dovuto fare un grande lavoro di fiducia per essere credibile agli occhi degli italiani: si è fatto promotore di tutte le questioni che stanno a cuore alle resistenze, alle fasce vessate dal governo Draghi negli ultimi due anni. Questo sforzo è anche stato premiato con un seguito discreto. A differenza di Giorgia Meloni – che coerente è stata solo a parole ma nei fatti non ha mai svolto una reale opposizione perché ha sempre sorriso a Mario Draghi attivamente, sostenendone le scelte finali – Paragone ha tenuto una linea più coerente anche nelle azioni parlamentari. Facciamo però notare che, non esistendo una reale opposizione, ed essendo Italexit un peso non troppo grande statisticamente per il sistema, alla luce dei fatti, neanche il partito di Paragone è riuscito a fare la differenza in questi due anni.
Allora sorge spontanea una domanda: se non si vede di buon occhio Giorgia Meloni per la sua finta opposizione con cui non è riuscita a determinare un minimo di differenza a favore del popolo discriminato, perché non protendiamo a snocciolare lo stesso ragionamento quando pensiamo al partito di Italexit, che di concreto non ha frenato nulla del sistema?
Probabilmente, accade perché siamo rimasti abbagliati dal fatto che Gianluigi Paragone è stato più partecipe sul campo insieme ai cittadini, rispetto a ciò che più premeva. Mentre la Meloni si è costruita una propaganda elettorale personale anticipata, urlando promesse da candidata senza fare opposizione, il partito di Paragone è sceso nelle piazze – di cui la più imponente fu quella in cui Montagnier fece la sua ultima apparizione – ed è questa la ragione per cui non gli si attribuisce il fallimento di una opposizione che doveva essere efficace, in aula. Eppure forse bisogna prenderne atto: si tratta sempre di un fallimento troppo grande anche per lui e per i suoi collaboratori di partito, esattamente come è troppo grande il fallimento agli occhi degli italiani di Giorgia Meloni.
Anche la premura di Paragone per gli effetti avversi è encomiabile ma forse troppo poco per dimostrare un atto di fedeltà in un contesto in cui si è stati presi troppo in giro da altri.
La questione dei sieri, quella farmaceutica, è molto delicata e i colpevoli , se ci sono, farebbero di tutto per evitare le maglie della galera; persino potrebbero fingere il compromesso di riconoscere gli effetti avversi assorbendo il dominio del controllo degli stessi in laboratori privati; quindi potrebbero stanziare altri finanziamenti per sé, trasformare in un altro campo di osservazione globalista, il perimetro dei dati sanitari di coloro che sono danneggiati; nel contempo cavalcherebbero la sfida di rendere per legge attivo l’obbligo di vaccinazione, coperti dal fatto che apriranno siti di ricerca o collaboreranno per gli effetti collaterali. Questa cosa è di un pericolo enorme, poiché lasciare che le stesse organizzazioni criminali prendano in mano il controllo delle ricerche sugli effetti avversi, determinerebbe l’assoluzione per i crimini contro l’umanità e la mancanza di garanzia per i cittadini di essere tutelati poiché di un progetto in conflitto di interessi su un prodotto coperto da segreto militare, non si verrebbe mai a sapere le reali intenzioni e mai si comprenderebbe cosa c’è dietro tutta questa impalcatura.
Paragone, ha in mano sua tutto un discorso di attivismo nei confronti degli effetti avversi, ma cosa accadrebbe se finisse nelle mani sbagliate? Ecco perché il popolo si aspetta che Italexit faccia molta attenzione alle persone di cui si circonda che potrebbero essere controproducenti per la libertà, per i diritti, e per la ricerca della verità.
L’intervento della magistratura, aiuterebbe a sciogliere tanti dubbi per cui se abusi o illegittimità sono avvenuti da parte del governo uscente , verrà alla luce, e se non ci sono stati… saremo tutti più tranquilli.
Vi propongo un estratto della partecipazione di Gianluca Luciano ad un evento della ‘Open Society’ sull’immigrazione:
“Io penso che se andate a guardare i dati statistici, scoprirete che la rappresentazione negativa degli immigrati in Italia coincide con il periodo elettorale, spostando i voti e creando una finta urgenza sul fenomeno. Gli italiani ‘non sono brava gente’, non c’è bisogno della censura buonista. Il punto è che è stata la cospirazione, nel senso che: quale nazione di brava gente può avere un ex ministro degli interni che dice che lui e il suo partito è stato razzista per raccogliere consensi? E se servono leader razzisti per avere consensi, vuol dire che ci sono i razzisti a determinare il voto. Se è vero che il fenomeno del razzismo e dei partiti razzisti cresce in Europa, vuol dire che il razzismo è un fenomeno europeo; indicare che l’immigrato è un problema per l’autoctono, è un modo per drenare consensi sulle posizioni politiche. Su Twitter, Facebook, il razzismo è all’ordine del giorno. Le leggi devono essere rafforzate perché la voglia di integrarsi, se l’Italia non ti vuole, per queste persone che arrivano è più difficile, fatichi di più a integrarle. Noi, un modello al quale omogeneizzarci ce lo abbiamo, tanto per iniziare: la parità dei sessi; c’è uno sforzo che deve essere fatto pure dagli stranieri, questo fenomeno si chiama de-massificazione dell’identità culturale. Non dobbiamo ribaltare l’immagine degli stranieri, ma quella degli italiani su cosa vuol dire ‘essere in Italia’. Sono assolutamente d’accordo col portare l’Europa in Italia”.
Questo è uno stralcio del suo intervento in cui riassumendo intende che: quando uno straniero arriva in Italia il primo passo è quello di essere riconosciuto dalla legge come cittadino italiano attraverso i processi documentali; suo figlio poi sarà considerato italiano a tutti gli effetti, attraverso processi legislativi similari ai precedenti, ma con leggi più permissive trattandosi della figliolanza; se il figlio di un immigrato che ha avuto la cittadinanza italiana trasmettendogli il testimone a sua volta, avrà un figlio quando sarà adulto, quest’ultimo nato nell’albero genealogico sarà italiano senza necessità di altre documentazioni attraverso un fenomeno di de-massificazione. Per cui: “non gli interesserà nemmeno sapere cosa accade nei luoghi da cui è provenuta la sua famiglia”. Inoltre, Gianluca Luciano accenna alla parità dei sessi come arma per l’integrazione. Questo accostamento ci fa pensare o ad una privazione delle identità globalista, o anche se è errata questa lettura, si riferirebbe al fatto che alcuni popoli hanno una concezione diversa del concetto uomo/donna e devono necessariamente attenersi al modello europeo programmato per loro. Avrebbe dovuto parlare di parità di diritti tra cittadini di diversa nazionalità e non di parità dei sessi, per intenderci!
Quel che sfugge in questo discorso del Luciano, è che avere l’immigrazione come obiettivo politico significa finanziare i meccanismi di spostamento, ma non limitare le problematiche territoriali spiacevoli che ‘causano il dissanguamento territoriale di alcune realtà difficili’.
Anzi, in genere si finisce per desiderare i conflitti per poter spostare le masse servendosi degli sbarchi, e tutto questo è legato a cifre astronomiche di denaro e profitti che derivano dalle attività con cui ci si serve di ogni singolo immigrato, compreso il mercato nero.
Non c’entra nulla il razzismo in Italia, né altrove, poiché siamo sempre tolleranti tutti col diverso in linea generale, ma siamo spinti a odiare dalle costruzioni politiche che campano dei dissesti sociali e ci trasformano in odiatori seriali. È invece necessario, affermare che si deve stare molto attenti a privare le persone delle proprie tradizioni e radici, le quali formano l’identità culturale. A distanza di tempo, ciò che avverrebbe in Italia sarebbe una sostituzione degli italiani con una etnia differente, la quale, si troverebbe in un contesto che la ha adottata coattamente, ed il cui governo adottivo approfitta del fatto che si tratta di cittadini più fragili perché non hanno proprietà nel paese che li ospita. Si può abusare, in quanto Stato, delle loro ingenuità e mancanze. Inoltre, il continuo spostamento di masse ingloberebbe tutti in un mondo uguale e non più …bello perché diverso, in quanto la politica fondante proverà a dominare le culture e a dettare le regole universali per ciascuno. Questo accade col globalismo, si estinguono le etnie che non accettano di omologarsi nel sistema privativo di se stesse. Nulla si sta tentando per fermare le cause delle guerre, o le guerre, ma si investe sul commercio di armi: sono proprio le guerre a spostare più masse possibili da cui attingere la materia prima da sfruttare.
Gianluca Luciano ha questo tipo di pensiero fondato sullo spostamento delle masse, che è proprio del globalismo e su cui si è inventata una epoca del terrore, delle emergenze, dell’odio sociale. Disconoscere le identità in favore di uno slogan artificiale governativo, equivale a confondere il lato psicologico delle persone, quelle che hanno problemi ad affrontare la società ballerina che sposta le famiglie dalle proprie case, ed anche quelle più viziate dallo Stato, che il governo cerca di mantenere buone attraverso illusioni purchè non si rendano conto che una parte del mondo sta morendo.
Questi discorsi, il Luciano dovrebbe approfondirli.
Le parole di Gianluca Luciano, che egli pronuncia ai congressi e che sposano pienamente la Open Society – non il programma elettorale di Italexit per come ci è stato presentato – sono piene di immigrazione e vuote di soluzioni per i travasi coatti. C’è differenza, infatti, tra un uomo che decide di spostarsi a vivere in un luogo che gli piace più del suo, o dove trova qualche spunto più affine ad una passione che coltiva, ed un uomo che scappa dal suo Paese perché qualcuno devasta quel territorio impunemente. Ora, non è un delitto essere contrari a Soros, alle organizzazioni che ruotano attorno all’immigrazione, soprattutto in Italia, dove non offriamo nemmeno l’accoglienza realmente dovuta alle povere persone che arrivano, col desiderio di una vita migliore e senza guerra. Se poi un partito politico dice di aver montato un programma con idee per salvare la Nazione dal globalismo e dalle multinazionali, non è possibile a mio parere fare l’errore di affidare un ramo del partito a qualcuno che non sposa questo progetto ma l’opposto. È incoerente e non può produrre che un fallimento.
Come mai Gianluca Luciano ha preso a cuore così tanto, la nascita del partito di Gianluigi Paragone?
“Se non fosse stato per l’aiuto di Luciano non ce la avremmo mai fatta, a me italexit.it serviva come il pane”, dice Paragone.
Certamente, ma il signor Luciano come fa a sostenere con così tanta meticolosità progettuale un programma che non ama? E non lo ama, perché le sue ideologie personali esposte alle riunioni in favore della Open Society, sono esattamente l’opposto dei contenuti in calce al partito Italexit! Allora, perché è così interessato al 50%? Perché è interessato ad essere anche “responsabile della comunicazione” in seno ad Italexit? Oppure Gianluigi Paragone, ha mancato di raccontare agli elettori qualche aspetto del programma che il popolo non condividerebbe perché allacciato con le politiche migratorie alla Soros? Sono tutte domande che sorgono spontanee, non perché si abbia la necessità di smontare un partito politico con illazioni – è il momento di provare ad essere uniti – ma questo è soprattutto il periodo della trasparenza. Vogliamo sapere, chiarire, che risponda anche il signor Luciano Gianluca su cosa ne pensa della transizione digitale, della guerra in Ucraina che ha registrato lo spostamento di centinaia di persone cui è stata promessa una accoglienza che non hanno avuto – se non in fase iniziale quando serviva sponsorizzare le evacuazioni di massa. Cosa pensa del concetto di ‘Patria’ ? Gli italiani sono cattiva gente? O ritiene che la politica abbia incentivato le ideologie naziste? Perché lavora come comunicatore in un partito che vuole uscire dall’Europa, se compone magistralmente discorsi all’interno delle proprie organizzazioni ed eventi, in cui l’Europa è un concetto fondamentale? E ancora, l’immigrazione di chi cerca fortuna volontariamente in una terra diversa, è sostenibile ed è un concetto; il travaso quotidiano di milioni di persone che vengono spinte nel modo in cui questa nuova società le spinge, è un altro concetto completamente differente.
E come si può conciliare il Popolo Sovrano, con il travaso dei popoli dal proprio paese ad un altro? In che modo ci si può sentire sovrani di un luogo, ove vieni catapultato dopo la sofferenza che comporta abbandonare le tue origini, continuamente?
“Ritorno alla sovranità monetaria e alimentare, restituire agli italiani ciò che è loro”, è il mantra di Italexit. Ma se lo è, probabilmente si augura la medesima cosa per altri popoli che sono costretti a lasciare ciò che era loro.
Oggi l’immigrazione è così alta, che ci rubiamo le case a vicenda e che vogliono toglierci la proprietà privata per riuscire a gestire tutto il caos che stanno provocando. Vogliono creare una maggioranza di poveri, tra cui gli immigrati, ed una minoranza di ricchi che non sono disposti certamente a rinunciare alle automobili. Come si concilia dunque questa alleanza stravagante con un uomo, il signor Gianluca Luciano, che rema in direzione opposta alla sovranità popolare?
Credere che il problema sia quello di integrare le maree umane perché non esiste più il concetto di cittadini italiani come sangue significa abbandonarsi all’idea che non esiste neanche il cittadino africano, indiano, e questo solo perché fa comodo spostare le masse attraverso processi di repressione delle identità.
Chi desidera rimanere nella propria terra, è razzista? Vuol dire forse che odia le altre razze e per quello vuole restare dove è nato? No, la risposta è ovviamente no. Tutti sono fieri del proprio sangue e radice di appartenenza, non è un problema per noi essere ciò che siamo, anche se ci vogliono convincere che essere se stessi, è sbagliato. Quando qualcuno di noi decide di coltivare una passione altrove, un pezzo resta sempre in patria ove ritorniamo spesso dalle nostre famiglie. È questo il motivo per cui la sovranità popolare è importante. Per impedire che esista qualcuno che ci fa fuggire dalle nostre case, perché vogliamo essere liberi di scegliere che se ci allontaniamo per vivere altrove, a casa possiamo sempre tornare e riabbracciare qualcuno.
Altra faccenda ancora, è la candidatura di Stefano Puzzer – e forse Schilirò, lei non ha ancora confermato – nel partito di Italexit. Paura di non riuscire a raccogliere le firme? Paura perché ci sono stati degli scossoni all’interno del partito e si cerca di ripristinare qualcosa? Semplicemente un accordo tra persone che si sono trovate sulla stessa lunghezza d’onda? Resta sempre il problema della vicinanza troppo stretta a Gianluca Luciani che ha un grande rilievo nella società.
Gianluigi Paragone in due anni non si è mai unito a nessuno che abbia avuto un ruolo importante o anche marginale negli accadimenti di piazza. Caratterialmente, ha sempre corso da solo, e questa esuberanza era stata accettata dal popolo come una attitudine caratteriale intrinseca a Gianluigi, dovuta all’ambizione. Ci si poteva passare sopra, non era un così brutto segno anche se ci si è sempre domandati perché rifiutasse gli inviti di altri attivisti per parlare di libertà. Ma il politico, si sa, fa il politico, è più forte di lui! Lavora per fare il politico, non vuole contaminare il percorso soprattutto se riveste già una posizione in Parlamento e non crede dunque di doversi unire a chi magari in futuro, potrebbe avere l’idea di affacciarsi a quel mondo magari come antagonista. Nulla di male in questo! Crediamo che se hai una ambizione, è giusto coltivarla correndo con chi credi di poter correre, anche da solo, però… devono essere persone che hanno quantomeno i tuoi stessi valori o obiettivi anche quando alcune idee sono differenti su come raggiungere la meta.
Riporto quindi le parole di Max Massimi e Gigi Morello per concludere: “Qui Radio Londra, nel suo stile garantista che permette una risposta prima di prendere una posizione, chiede di avere delle risposte esatte sulle connessioni tra il responsabile di ‘Stranieri in Italia’ e il senatore Gianluigi Paragone”.
È necessario chiarire ulteriormente, perché è periodo elettorale, il momento migliore per sciogliere i nodi e mettersi in gioco. Quel che è accaduto in questi due anni è stato terribile, non possiamo ammettere errori. Per la resistenza popolare, è importante che non vi siano strane collusioni con chi ha determinato il collasso del nostro Paese, che i programmi presentati non finiscano in bolle di sapone, che non ci sia il rischio ulteriore di un partito di fiducia che piace, ma che per starni motivi viene confiscato dal sistema e trasformato in un circo (come già è accaduto con i pentastellati). Siamo in una dittatura, in cui il popolo non è tranquillo, le elezioni in corso sono irregolari per varie questioni: una raccolta firme anti-democratica, il mese di agosto come arco temporale per presentare i programmi e convincere gli elettori in spiaggia, ed inoltre, il sistema si sta rimescolando per trarre in inganno con i soliti partiti convulsi.
Il popolo apre gli occhi perché sa che non è questo il modo di svolgere libere elezioni in una Repubblica, ed è reduce da molte delusioni. Questo lo sa anche Gianluigi Paragone che ha esposto il problema nelle sue dirette.
Allora, se si sceglie di sostenere il popolo, a certe domande bisogna rispondere! Non basta affermare che è solo stata una situazione di comodo, un mezzo piratesco. Perché se il mezzo è piratesco, se è talmente piratesco che viene considerato un rischio, e chi è un rischio viene coinvolto direttamente nelle decisioni, allora il popolo è in diritto di sostenere che non è più possibile rischiare sulla pelle dei nostri figli.
Con grande rispetto per il lavoro di Gianluigi Paragone in questi mesi, ma con la voglia di capire meglio… chiudo l’articolo con un invito alla trasparenza e con un altro invito ad allontanarsi da chi non rispecchia quei valori che chiediamo, di cui siamo stati privati da troppo tempo per via di alcune politiche. Siamo tutti fratelli a questo mondo, ma la nostra diversità è la nostra sopravvivenza; abbiamo voglia di difendere le nostre terre e che i popoli aiutino ogni popolo a difendere la propria, affinchè nessuno possa più approfittarsi di noi e di chi è disarmato e fragile, senza patria. Siamo quelli del Popolo Sovrano, e questo è un valore imprescindibile per la sopravvivenza della nostra nazione.
02 AGOSTO 2022 – PMS – REDAZIONE QUI RADIO LONDRA
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