“IL TANGO E’ UN SENTIMENTO CHE SI BALLA”
LA PERCEZIONE DELLE PARTI DEL CORPO A LUNGO DIMENTICATE: IL PRANATANGO
– di Irene Patty
Il PranaTango è un percorso di consapevolezza e crescita personale, ideato dall’autrice di questo articolo, che si ispira al Tango Argentino.
“Il PranaTango, una tecnica ideata da me, aiuta a ritrovare la percezione di parti del corpo a lungo dimenticate, trascurate e per questo divenute ormai zone di forte accumulo di tensioni muscolari ed emotive. Ridando consapevolezza al movimento, attraverso esercizi che aiutano a rilassare corpo e mente, si impara pian piano ad esprimere – ma allo stesso tempo a contenere e gestire le emozioni. Cogliendo ed analizzando le varie difficoltà nell’esecuzione dei vari esercizi ci si esercita a porre attenzione alle numerose emozioni sottostanti. Il PranaTango si avvale di una sequenza strutturata di movimenti, che nel tempo vengono sempre più elaborati ed approfonditi, diventando parte di un rituale psico-dinamico individuale e di gruppo. Il lavoro individuale prevede la riduzione delle tensioni, la percezione attiva di movimenti emozionali, il porre al centro di ogni esercizio il proprio corpo e la propria identità.
Il ballo come lavoro di gruppo�Il lavoro di gruppo, e fondamentalmente un gruppo di persone con il medesimo obiettivo, prevede invece un lavoro di relazione, basato sull’imitazione, sulla regolazione corrispettiva e sull’autoregolazione, arrivando ad una struttura dinamica circolare interattiva. In questa struttura magmatica di gruppo si sperimenta al massimo la sensibilità all’ascolto del linguaggio non verbale: posture, gesti, movimenti, contatti, sguardi, i così detti movimenti emozionali che producono una Risonanza Emotiva, evidenziando un immediato legame con un sentimento soggettivamente significativo.
Le persone coinvolte entrano perciò a far parte di un sistema di influenzamento reciproco, basato su messaggi che l’altro riesce a ricevere e poi successivamente a decodificare. Interessanti a questo punto sono le strategie che nel tempo vengono messe in atto per creare un codice espressivo non verbale che abbia la caratteristica di essere elasticamente cambiato a seconda del partner con cui di volta in volta ci si relaziona. Cambiando compagno cambia di conseguenza l’ascolto e l’invio del messaggio, in un rapido processo di continuo scambio di informazioni, in un ballo di influenzamento reciproco, dove le coppie sono obbligate a comunicare con il corpo, a rispondere ai feed-back non verbali, ad essere disponibili a modificare velocemente il messaggio inviato (marca maschile) qualora non venisse capito.
Molto spesso l’incomprensione nasce da resistenze personali a lasciarsi andare, a fidarsi, a farsi guidare, ad abbandonarsi completamente all’altro e alla sua iniziativa; meccanismi istintivi di difesa e chiusura che per forza di cose interferiscono sull’ascolto e sulla comunicazione, provocando i più comuni fraintendimenti.
“La cosa più difficile del Tango è renderlo facile” scriveva Juan Carlos Copes. E in effetti l’assoluta magia di questo ballo è trasmettere morbidezza, sensualità, sincronia, leggerezza e soavità, usando una struttura comunque codificata, fatta di passi e sequenze prestabiliti ma che si destruttura quando la coppia trova l’intima armonia dell’asse condiviso e danza all’unisono.
Il tango è un sentimento che si balla!
Nel PranaTango l’impegno richiesto non è, appunto, l’apprendimento di meccanici passi e di sequenze, ma l’impegno nel mettere la propria sensibilità ed il proprio corpo in comunicazione con quelli del partner. Il tango è un sentimento che si balla, ma non sono le figure a conferirne la magia, quanto la capacità di danzare abbracciati, in empatica connessione, improvvisando passi e seguendo armoniosamente la musica.�La coppia che si forma non è mai una uguale all’altra, nessun incastro funziona allo stesso modo; in pochi minuti ogni coppia deve cercare il proprio personalissimo equilibrio, il proprio centro condiviso, creando un microcosmo di empatia e comunicazione, in un flusso energetico circolare che la rende unica ed irripetibile.
Di questo antico ballo tradizionale, solo da poco tempo dichiarato patrimonio dell’Unesco, utilizzo gli elementi essenziali che lo caratterizzano, come i ruoli maschile e femminile, l’abbraccio universale, la connessione tra partner, l’asse, la fiducia, la musicalità, l’ascolto e la comunicazione non verbale.�Compiendo un viaggio esperenziale dentro se stessi e contemporaneamente verso gli altri, andremo ad individuare tutte quelle zone dell’organismo bloccate e proveremo a sbloccarle creando nuovi canali energetici dove far scorrere il flusso corretto dell’energia. Un lavoro sulla consapevolezza delle proprie capacità.
Ritengo una formazione essenziale per ogni essere umano, insieme al corretto sviluppo intellettuale e sociale, il lavoro sulla consapevolezza delle proprie capacità energetiche e spirituali. È proprio questa profonda e cosciente attenzione a questa sfera, il più delle volte trascurata o semplicemente rimandata ad un tempo futuro, che consente la capacità di apertura verso l’altro, in una proposta che mira finalmente ad accogliere non più virtualmente chi ci sta di fronte, sia esso genitore, fratello, figlio, amico, fidanzato, insegnante, compagno…
Nel tango – e quindi anche nel PranaTango – è necessario né saper ballare né avere un partner, l’importante è riuscire a lasciar andare ogni rigidità fisica e mentale, lasciarsi coinvolgere e trasportare dalla musica e dall’energia di Gruppo che di volta in volta si creerà. Scoprire se stesso attraverso l’altro!
La connessione con l’altro alla base del Tango diventa il perno della nostra ricerca sensoriale; e nel continuo scambio di ruoli sperimenteremo l’esperienza dell’abbandono e della fiducia, riscoprendo noi stessi attraverso l’altro e viceversa. Usando l’abbraccio, l’ascolto, il movimento, la musica e la forza del gruppo, giocheremo con tutte le varie opportunità di comunicazione corporea e non, per raggiungere un livello di benessere generale che agevolerà di molto il lavoro di consapevolezza e crescita.
Sono più che certa che un lavoro fatto bene su se stessi permetta la possibilità di apertura e conoscenza verso tutto il resto. Un individuo in costante ascolto di se stesso è un uomo che non avrà difficoltà ad individuare le proprie inclinazioni e passioni e troverà perciò nella scuola, nel lavoro, nella vita in genere, i canali di massima espressione di scoperta, crescita e realizzazione personale”.
23 MAGGIO 2023 – IRENE PATTY – QUI RADIO LONDRA TV
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