OMISSIONE DI SOCCORSO, IL CRIMINE AUTORIZZATO DAL GOVERNO ITALIANO!

UNA STRAGE CHE LA MAGISTRATURA NON PUO’ PENSARE DI INSABBIARE!

UNA STRAGE, CHE LA MAGISTRATURA NON PUO’ PENSARE DI INSABBIARE.

Domenica 19 Giugno 2022, dai Fori Imperiali di Roma, è partita una marcia popolare di commemorazione in onore delle 170mila vittime del ‘protocollo covid19’, con l’obiettivo di svegliare l’opinione pubblica e la magistratura sui fatti insabbiati dal governo attuale rispetto alle misure sanitarie, palesemente folli, che hanno causato il decesso di migliaia di persone. Non è stato infatti il virus della Sars-cov2 a provocare i decessi tra il 2020 ed il 2022, bensì direttive sanitarie prive di senso logico avviate dal ministero della salute sulla base di ‘nessuna autopsia’ e che non hanno tenuto conto né della esperienza medica, né della esigenza del paziente. Si limitavano alla ‘omissione di soccorso’, ‘divieto ai medici di operare in scienza e coscienza’, su un’opera di convincimento oppressiva volta ad intubare a prescindere i malati, senza aver mai nemmeno tentato cure e ‘soluzioni di mezzo’. A guidare la marcia commemorativa, è l’avvocato Erich Grimaldi fondatore della UCDL (Unione per le cure, i diritti e le libertà) affiancato dalla giornalista d’inchiesta Angela Camuso autrice del libro dedicato alle vittime ‘Ma io stanotte non dormo’, dai dottori delle terapie domiciliari e dai familiari delle vittime che pretendono verità e giustizia. “Giustizia per chi non c’è più”, è stato lo slogan di partenza stampato sulle magliette dei partecipanti e sullo striscione in prima fila visibile ai passanti, in questa calda domenica di giugno.

“Chiediamo che qualche magistrato si svegli e prenda atto dei documenti che abbiamo depositato in procura!”. Questo il riverbero costante dell’avvocato Grimaldi, il quale si è occupato in prima persona di aiutare chi stava male e non riceveva assistenza dalle istituzioni sanitarie di competenza.

Le parole dure e prorompenti di Angela Camuso hanno accresciuto la sofferenza ed indignazione per i crimini commessi. La giornalista d’inchiesta e scrittrice, comunica tenacemente :“Il 75 % dei morti covid sono stati causati dalla ‘negazione di cure’, ed i pazienti sono stati lasciati ad un aggravamento della malattia tale da determinarne il decesso, un particolare di cui il governo era a conoscenza – in quanto i medici, si erano accorti che curando subito l’infezione con gli antibiotici si poteva guarire tranquillamente – ma ha fatto finta di niente insistendo con la vigile attesa fino ad oggi, senza mai modificare il protocollo assassino. La regione Lombardia ha emesso una circolare in cui i medici non dovevano visitare i pazienti con i sintomi, e solo pochi di loro hanno disobbedito e svolto la professione soccorrendo il malato. Sapevano che esisteva cura e la hanno ostacolata, questo è stato documentato e comprovato.  Sono stati traditi gli italiani che si sono fidati delle misure governative e che non venivano informati in alcun modo della possibilità di cure efficaci, ma spronati all’isolamento e alla attesa della morte dei propri cari senza alcuna assistenza specifica”.

Lockdown, green pass, restrizioni, sono stati secondo Erich Grimaldi il macete unidirezionale per cui sono stati spesi miliardi di euro senza mai condurre gli studi randomizzati promessi in due anni, mentre la gente veniva lasciata morire.Tante le testimonianze fedeli dei cittadini che hanno vissuto la tragedia familiare in prima persona e che sono accorsi a Roma per ricordare i propri cari abbandonati dalla sanità. L’avvocato Grimaldi è uno di quelli che si è predisposto umanamente fin dal primo momento: ha coinvolto tutte le sue energie ed impegno in questa causa di vita, ed ha contribuito a salvare tante persone attraverso l’aiuto del gruppo di medici di terapie domiciliari con cui si è stretto in una estenuante ma produttiva collaborazione di intenti. Sarebbero bastati i farmaci normali per salvare i malati, e non improvvisarsi alchimisti con un prodotto sperimentale su cui è calato il sipario della segretezza, che oggi è fonte di ulteriori problemi ed effetti collaterali gravissimi in persone anche perfettamente sane.

Il governo ed il Ministro della Salute sono coinvolti in una azione di stampo mafioso volta a facilitare il maggior numero di decessi possibili isolando senza cure e senza diagnosi mediche i malati di covid e di altro, al fine di riuscire a giustificare, in seguito, l’autorizzazione di una terapia sperimentale illegale in via emergenziale, che altrimenti nessuno avrebbe mai permesso di avallare data la pericolosità ed assenza di dati di sicurezza ed efficacia.

“Quello che è stato commesso è un crimine. Quando il 30 aprile 2020 Aifa ed il ministero sono stati avvisati della esistenza di una cura, hanno insabbiato tutto. Intanto la gente ha continuato a morire in seconda, terza e quarta ondata.” Aggiunge la Camuso sostenuta da Grimaldi.

Sono seguite, all’arringa della giornalista e dell’avvocato, le testimonianze e spiegazioni dei medici e di coloro che hanno perso i propri cari.

Chiara Scaffini, medico, sostiene fermamente che “Non esiste patologia che meriti una vigile attesa. Le cure ci sono, ci sono sempre state e parliamo di cure molto semplici”. La dottoressa Maria Paola Recco ha parlato egregiamente della ‘eparina’ farmaco che a un certo punto, quando i medici si sono resi conto che in molti soggetti a rischio funzionava e produceva benessere, è stato demonizzato dal ministero della salute senza alcuna ragione. Il Consiglio di Stato, in una circolare, ha difatti sostenuto che non andava assolutamente utilizzata l’eparina, facendola passare da prescrizione a raccomandazione con una serie di passaggi decisionali furtivi, volti a non destare troppo sospetto. Antonella Monini, dottoressa, ha sostenuto la collega affermando che: “L’eparina è anche un medicinale, uno dei pochi, sopportato dal feto nelle donne incinta ed è un salvavita in diverse circostanze, lo è stato anche rispetto al covid per molti pazienti seguiti dai medici di terapia domiciliare. Abbiamo salvato la gente da una infiammazione acuta generalizzata mentre devono spiegarci perché hanno parlato solo e nello specifico di ‘Tachipirina’, un brend aziendale della famiglia Angelini e neanche di paracetamolo”.   

Caterina, una figlia in cerca di risposte racconta: “Mia mamma secondo me non è morta di covid ma di una ospedalizzazione inutile. È stata ricoverata da asintomatica, c’è un fascicolo aperto alla Procura della Repubblica. Dal ricovero ha cominciato a non mangiare più, poteva essere curata da casa, è morta da sola, le è stata tolta la dignità del morire, si potevano pensare mille accorgimenti per impedirlo, voglio onorare la sua memoria”.

Erminia Maria Ferrari, medico, si espone nelle sue considerazioni: “… Era luglio 2020 ed in piazza, vicino alla stazione, fu mandato un filmato con le centinaia di anime volate via nel marzo del 2020, oggi mi ritorna l’emozione di quei giorni dove andavo per le strade e c’erano paesaggi apocalittici, un silenzio tombale, i momenti di gioia erano le persone che ho curato a casa e sono guarite tutte. Voglio dirvi una cosa, la SARS era già stata curata, conoscevamo già le terapie, erano tutte menzogne, si trattava solo di utilizzare quelle cure ancora una volta. Ed è quello che ho fatto io! Ringrazio i miei pazienti di avere avuto fiducia in me!” .

Giulia, una donna provata dal dolore ma mai arresa, si avvicina al microfono e dice: “In ospedale abbiamo perso Stefano, nato nell’ ‘85, non conoscevo sfortunatamente il gruppo di terapie col quale in seguito, ho iniziato un percorso di volontariato. Da questi medici di cure domiciliari, siamo state curate invece io e mia figlia”. Fabio, il grafico che si è occupato delle magliette stampate per la marcia di commemorazione, racconta del papà, un pluri-patologico che ascoltando i consigli del ministro si stava curando con la Tachipirina da sei giorni ed era in fin di vita. Si è salvato grazie all’intervento di Erich Grimaldi che lo ha messo in contatto con i medici, i quali, sono riusciti a riportarlo ad una saturazione normale. 

Simona Occhiello regge tra le mani un cartello in cui si legge SIAMO LI’ CON TE SEMPRE”. Con dignità, racconta la sua storia personale: “Il 3 APRILE 2020, mia madre è andata via a 67 anni… è avvenuto per questa strage di Stato ed io non smetterò di portare la mia testimonianza. È stata sì curata, ma col protocollo della tachipirina e vigile attesa, e quando mi sono sentita rispondere per la terza volta, quando abbiamo chiamato l’emergenza, di ‘aspettare per vedere come va’, il quadro clinico era ormai compromesso. È stata poi ricoverata, mi è stato anche risposto che mia madre non era stata selezionata per andare in terapia intensiva. Ho chiesto attraverso quale criterio avvenisse questa selezione, e mi hanno detto che ‘lo diceva il protocollo’. Il sistema sanitario è crollato perché le persone sono state portate negli ospedali in situazioni compromesse. Questo è il cartello che ho dovuto preparare per salutare mia madre in una videochiamata concessa da un dottore, non doveva accadere e non dovrà accadere mai più. Queste persone sono morte perché non sono state curate, sono state lasciate morire da sole. Ringrazio Angela Camuso per avere dato voce alle nostre testimonianze, alle vittime che oggi potevano essere ancora qui se le avessero curate. Mia madre non ha avuto la fortuna di conoscere queste persone”.   

Durante la manifestazione in ricordo delle vittime  è stato anche documentato come la maggior parte dei medici si sia fatta scudo coi protocolli per non andare a curare le persone e ricavare, tutti i compensi del caso stabiliti dal governo. Ne ha discusso la Dottoressa Pizziconi: “Sono scandalizzata dai miei colleghi. Il medico non può aver paura di sporcarsi le mani, nella mia zona ci sono medici che ancora oggi danno le prescrizioni ai pazienti delle finestre del bagno. Gli stessi medici che però oggi hanno paura di visitare e ricevere un paziente, sono gli stessi che hanno aperto gli studi per vaccinare la folla, perché vengono pagati 80 euro all’ora”. E ancora è arrivata sorda come un tuono la testimonianza di un figlio: “Mio papà aveva 72 anni, non aveva patologie e abbiamo pensato a un certo punto potesse avere il covid, era inizio novembre quando c’è stata la seconda ondata e veniva data la tachipirina! Credevo che durante l’estate si fossero messi d’accordo per istituire una cura, così quando è arrivato il sintomo della mancanza d’olfatto e quando si è ammalata anche mia mamma qualche giorno dopo, abbiamo avuto paura. Mio padre non era convinto di andare in ospedale, ma siamo riusciti ad insistere perché saturava male; ha avuto un codice verde in pronto soccorso perchè aveva pochi sintomi, un fisico robusto nonostante l’età. Che era un codice verde lo ho visto nella cartella clinica. Dopo sei giorni che era lì, si è tolto il casco perché non lo sopportava e lo hanno intubato, non abbiamo più potuto parlargli e dopo tre settimane se ne è andato via per sempre!”.

Con coraggio parla anche Manuela: “Mio padre è entrato in ospedale a Roma nel 2019 per una protesi all’anca e non è mai uscito perché nel frattempo è arrivato il Covid. Non hanno permesso alla famiglia di vederlo per un anno e mezzo, sono riuscita a vederlo qualche volta solo io; lo hanno isolato anche se non avendo il Covid non doveva essere isolato, ed io, lo ho visto stare sempre più male. Lui un giorno mi ha detto ‘Io non ho il Covid, se non mi aiuti ad uscire subito da qui, alla fine me ne vado io’… e alla fine… se ne è andato. Se ne è andato nel giorno in cui io ero andata a chiedere i suoi effetti personali ma io non ho avuto niente di mio padre perché avevano bruciato tutto nonostante lui non fosse un contagiato Covid. Hanno detto che era il protocollo”. 

Per il dott. Aldo Cicchetti: “Come all’inizio del nazismo, è stata sostituita la parola cura, con non curare”.

Caterina dichiara :” Su mia mamma c’è un fascicolo aperto ma è due anni che non ci dicono nulla. Inoltre, in molti casi, quasi la totalità di denunce per decessi avvenuti nelle RSA, nonostante i parenti avessero anche fotografie e prove documentali molto forti di abbandono, le procure le hanno archiviate tutte.

Mirella : “Io sono qui, lo ho fatto per mio padre e mio fratello. Mio fratello è stato portato al San Camillo di Roma il 9 marzo 2021 e mio padre il 10 marzo ad un giorno di distanza. Lo hanno tenuto al pronto soccorso con la mascherina d’ossigeno a causa della saturazione bassa, aveva 59 anni ed era un uomo senza patologie. Trasferito in una clinica privata, Villa Tiberia, dopo tre giorni di intensiva è stato portato al reparto, non si sa cosa poi sia però accaduto, perché è peggiorato ed è stato intubato. Non ce la ha fatta. Mio padre, invece, lo hanno accompagnato dolcemente alla morte con la morfina perché non sopportava il casco. Ho denunciato per mio fratello perché per mio padre, 83 anni, mi hanno consigliato di lasciare stare. La morte di mio fratello non deve rimanere impunita, lui era una persona sana e ci devono spiegare come mai è accaduto tutto questo. Io e mia mamma siamo state curate con le terapie domiciliari…”.

Raphael: “La notte di Natale alle 23:00 di sera comincia la crisi respiratoria di mia moglie ed il medico della mutua dice che non è niente, chiede il vaccino altrimenti non la visita. Mia moglie mi dice alle 4:00 del mattino che non ce la fa più, allora chiamo la persona sbagliata, chiamo gli assassini, quelli del 118, e me la portano via con la bombola di ossigeno. Reparto San Camillo, la mattina seguente verso le 11:00 cominciano a chiedermi insistentemente al telefono, da subito, se possono intubare mia moglie. Gli chiedo che possibilità ha di sopravvivere e loro mi rispondono: ‘nessuna’. Io penso che 9.600 euro non voglio farle guadagnare all’ospedale con l’intubazione. Secondo il decreto Speranza, mi rispondono, l’ospedale non fa cura ma solo ventilazione. Al cambio di turno tra operatori di reparto, ricevo un’altra telefonata in cui mi chiedono ancora se possono intubare mia moglie. Allora andiamo lì per portarla via con mio figlio. Il reparto dice che mia moglie deve firmare per poter uscire ed essere dimessa ma che siccome le hanno somministrato la morfina non è in grado di farlo e quindi sarebbe dovuta restare lì, nel luogo ove non la stavano curando. Il 31 dicembre muore. Volevano intubarla per guadagnare tutti quei soldi, ma ci hanno guadagnato solo 3000 euro”.   

Le voci dei defunti si sono alzate in volo attraverso le labbra di chi ha partecipato alla marcia, composta, dignitosa e bellissima nella sua semplicità nonostante il dolore e le lacrime trattenute a malapena.

Queste persone sono morte perché non sono state curate, sono state lasciate morire da sole.   È questo il riassunto drammatico ascoltato dopo la marcia in memoria, quella verità che in troppi rifiutano di sentire per omertà, per pigrizia, per assenza di umanità e di cuore. E’ una strage di Stato assordante, al medesimo tempo silenziosa di cui è scomodo occuparsi, facile decidere di insabbiare per non far gravare le responsabilità. Non si comprende che insabbiare, equivale a dare opportunità di perpetrare ancora gli stessi crimini in futuro per mano di una politica incompetente e corrotta fino al midollo. Ci chiediamo anche cosa accadrà il prossimo inverno, quando per l’indebolimento del sistema immunitario a causa delle vaccinazioni e quarte dosi, migliaia di giovani e di anziani si troveranno alle prese coi virus stagionali senza la capacità fisica di rispondere adeguatamente con gli anticorpiTutte le procedure eseguite per volontà di questo governo sono state una follia e pericolose anche per le future generazioni! 

La magistratura non può diventare complice della mafia, è di questo che si tratta, di affari sanitari pattuiti tra Stato e criminali che hanno compromesso il tessuto territoriale e ucciso chi aveva necessità di un medico, diagnosi, assistenza e cure. Per cosa? Quale è il motivo principale per cui è stato chiesto di bloccare la sanità, ed avviare i vaccini sperimentali con una autorizzazione precaria? Questo dovranno spiegarlo nei tribunali così come dovranno spiegare con quale coraggio hanno accettato di fare al proprio Paese, tutto questo.       

20 giugno 2022 – PAOLA MORA – QUI RADIO LONDRA TV  

 

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

 

(clicca sull’immagine per andare direttamente allo Shop di Qui Radio Londra)

 

 

Scroll to top
error: Content is protected.